Stesso scenario. Esiti opposti. L’unica costante è il morto. Somiglia molto il panorama. Siamo in entrambi i casi nella Bassa Padana, “gente tranquilla, che lavorava”, come dice la canzone di Celentano. Primo caso: in una frazioncina vicino a Lodi, un oste uccide il ladro. E questa è cronaca di quindici giorni fa. Aveva un fucile, lo ha agitato davanti ai furfanti, ha sparato nella colluttazione, dentro lo sconvolgimento di trovarsi dei malfattori nella propria casa. L’accusa oscilla tra omicidio volontario ed eccesso di legittima difesa.
Secondo caso: in un villaggio fuori Budrio, Emilia, stavolta è di scena una rapina al bar. L’oste reagisce a mani nude ai maltrattamenti di un uomo armato, afferra il fucile del bandito, e sembra avere la meglio. L’assassino allora estrae la pistola e ammazza il figlio del padrone del bar. Fugge. Che reato c’è per il padre della vittima? Invece che eccesso, lo processiamo per scarsità di legittima difesa? Qualcuno vuole condannarlo perché ha sbagliato a reagire mentre era disarmato? Ma se avesse avuto un’arma, e l’avesse usata, sarebbero in molti ad accusarlo che non si può difendere la roba mettendo in gioco il sangue.
Io non sono in grado di tirare una morale. So una cosa: trovarsi davanti a chi viola i confini della dimora, e c’è la tua famiglia, è inutile stabilire regole morali o leggi che stabiliscano confini di difesa lecita. Si reagisce come davanti a uno stupro nella propria carne. Io preferisco essere ucciso, o essere derubato, che uccidere o rischiare di determinare reazioni omicide. Ma visitando le carceri ho sentito descrizioni orrende, fatte dagli stessi rapinatori e omicidi, che hanno picchiato a sangue, soffocato coi cuscini, gente anziana, donne inermi.
E allora la legge può stabilire ciò che vuole, naturalmente tenendo presente che nessuno può uccidere nessuno lecitamente a sangue freddo. Ovvio. So anche che chiunque ha un’arma, se la estrae, inevitabilmente spara.
Vale la regola che la diffusione delle armi indiscriminata è statisticamente pericolosa più che per i delinquenti per chi ne è dotato e per i suoi famigliari. Perché pochi sono i cittadini e i padri di famiglia che abbiano tempo per addestrarsi, mentre i briganti li usano come ferri del mestiere. E’ una deterrenza, ma alza anche la disponibilità alla violenza degli aggressori.
Un amico mi diceva la sua morale: meglio un brutto processo che un bel funerale. Ha la pistola, ma ovviamente non sa usarla. Mi sa che in caso di rapina e di sua reazione, il bel funerale sarebbe il suo. La morale allora? Non credo ci sia bisogno di nuove leggi, ma di buon senso dei magistrati.