Sta male Davide Zaccarelli: ha problemi di cuore l’uomo che nel 2015 finì in prima pagina sui giornali perché condannato a risarcire l’uomo che aveva molestato sua figlia Elisa. Troppo stress per il 57enne, ricoverato nel reparto di cardiologia dell’ospedale di Faenza. Ma soprattutto tanta amarezza: la morte di sua figlia, che si tolse la vita nel 2014 dopo aver subito le violenze dal suo professore e la vergogna per quella condanna di risarcimento, e una sentenza al limite del paradosso hanno fatto crollare l’operaio faentino. Davide Zaccarelli è condannato a risarcire Ezio Foschini per aver provocato un danno ai genitori del molestatore: il padre del professore sarebbe stato male per la denuncia della famiglia Zaccarelli, condannata al risarcimento. «In tutto gli devo 40mila euro. Soldi che non abbiamo, per cui mi pignorano lo stipendio», dichiarò il padre di Elisa Zaccarelli a Libero nel 2015. Questa storia commesse tutta l’Italia, al punto tale che venne lanciata una raccolta fondi. La condanna, però, è stata un colpo enorme per Davide, che si è visto decurtare per mesi lo stipendio di 350 euro, soldi che finivano nelle tasche della famiglia dello stupratore di sua figlia Elisa. Condannato a 3 anni di carcere per violenza sessuale, Ezio Foschini ha già scontato la pena, ma non ha mai risarcito la famiglia di Elisa Zaccarelli. Anzi, dopo esser stato condannato ad un altro anno e mezzo di carcere dalla Cassazione per aver fatto sparire i soldi dai suoi conti correnti per risultare nullatenente, ha ottenuto lui il risarcimento. La beffa è stata firmata dal tribunale civile di Faenza, non ancora arrivata in appello. La sentenza choc fu emessa – come riportato da La Verità – dal giudice Flavia Mazzini, che si basò su una perizia redatta da un ragioniere con cui intratteneva una relazione. Come è possibile che sia Ezio Foschini il risarcito? La famiglia del professore fece ricorso contro il sequestro, sostenendo che il denaro versato non era del figlio. Il conto fu bloccato e i Zaccarelli furono condannati a risarcirli con trentamila euro, diventati poi quarantamila. Di lì a poco Elisa si tolse la vita. A novembre è fissato l’appello.



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