Nell’immaginario collettivo il professore è quel qualcuno che ti controlla per evitare che non copi ma a quanto pare non solo solo gli studenti ad avere questa “brutta abitudine”, diventata comune anche tra gli insegnanti. Sergio Barlocchetti descrive su La Verità la sua esperienza in proposito: “Tentando di aiutare un ragazzo ad affrontare un compito in classe di chimica sulle ossidoriduzioni, si scopre che l’intero compito in classe era copiato e disponibile sul web insieme a una marea di altre verifiche di ogni materia, Ovvero che il professore, al posto di ideare un compito studiato con un livello di difficoltà idoneo all’effettivo stato di preparazione dei suoi studenti, ha fatto il copia-incolla di un testo disponibile in rete”.
Per quanto riguarda gli alunni, copiare sbirciando google sul telefonino è ormai impossibile visto che gli smartphone non sono permessi proprio per evitare ciò, ma i professori non si sarebbero ancora accorti del potenziale degli smartwatch, come racconta l’adolescente citato da Barlocchetti: “Il telefonino non ce lo fanno tenere, ma i prof non badano agli smartwatch e così facendo finta di guardare l’ora, i miei compagni sono su Google e copiano tenendo il telefono nella borsa o in tasca con l’hotspot acceso”. Con i professori “copioni”, gli studenti non hanno più bisogno di studiare e gli basta scandagliare la rete in cerca del compito “riciclato” dall’insegnante: “Ormai sappiamo dove vanno a prendere i compiti in classe pronti, quindi è questione di trovarli velocemente sui motori di ricerca e non farsi beccare”.