E’ lutto a Reggio Calabria, dove nella giornata di ieri si è tolta la vita Maria Rita Lo Giudice, nipote del boss della ‘ndrangheta, pentito, Nino Lo Giudice. Una sconfitta per la comunità e la giustizia, sottolinea il Procuratore capo Federico Cafiero de Raho, visto che la 22enne ha deciso di suicidarsi per via delle azioni illecite messe in atto dalla famiglia. A nulla è servito, quindi, il tentativo di riscatto della giovane e la carriera scolastica che, con grande onestà, ha portato avanti proprio per togliersi dalle attività illecite della famiglia. “Il cambiamento in questa terra arriverà quando le famiglie di ‘ndrangheta capiranno che l’onestà premia e avvantaggia più della criminalità”, sottolinea a La Repubblica il Procuratore, commosso per la tragedia. Maria Lo Giudice era conosciuta a Reggio Calabria, o meglio, è il suo cognome ad essere ben noto. Il padre Nino è in carcere per reati di mafia, così come molti cugini e zii di Maria, un’onta che non è riuscita a darle la speranza di poter avere una vita diversa, lontana dalla criminalità. L’unico sprazzo di felicità, infatti, è racchiusa in quegli scatti che Maria Lo Giudice ha fatto a migliaia in un viaggio d’istruzione a Bruxelles e Francoforte, appena un mese fa. E questo non vuol dire che la 22enne rinnegasse il padre, tutt’altro. “Aspettava con ansia la discussione del caso in Cassazione”, sottolinea il legale di famiglia, l’avvocato Russo, “si sentiva diversa dai parenti”. 



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