Colpo di scena nel caso della strage di Erba e che vede condannati all’ergastolo i due coniugi Romano, Rosa e Olindo. Nella giornata di ieri si è svolta l’udienza decisiva che avrebbe potuto portare alla riapertura del caso. La difesa della coppia ha sostenuto la presenza di nuovi reperti mai analizzati e raccolti sulla scena del crimine, i quali potrebbero portare a capovolgere la posizione dei due unici indagati (e condannati) per la strage di Erba consumatasi oltre un decennio fa. Il ricorso della coppia è stato accolto e questo porterà ora all’apertura di una inedita fase del processo. Del caso tornerà ad occuparsene oggi la trasmissione Pomeriggio 5, la quale già nella giornata di ieri ha posto l’accento sui nuovi reperti mai esaminati prima e per i quali la Cassazione ha dato il suo ok. Si tratta nel dettaglio del giubbotto di Valeria Cherubini, un accendino, un capello castano di circa 10 centimetri ed un mazzo di chiavi con portachiavi a forma di margherita. Ed ancora, il telefonino di una delle vittime, Raffaella Castagna non fu mai analizzato per intero tranne che per le ultime 14 chiamate. Al vaglio anche tracce di sangue mai attribuite ed impronte estranee. Questi elementi analizzati oggi con le moderne tecnologie potrebbero far riaprire il caso e Rosa e Olindo potrebbero ancora sperare in una revisione del processo in loro favore. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Dopo mesi di discussioni arriva la svolta sul processo per la Strage di Erba: è stato accolto il ricorso di Rosa e Olindo, i due condannati e in carcere con ergastolo per l’omicidio del piccolo Youssef Marzouk, della mamma Raffaella Castagna, della nonna Paola Galli e della vicina di casa, Valeria Cherubini. Come riporta stamani il Corriere della Sera, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della coppia Romano e così si riapre una nuova fase del processo. Il loro legale aveva richiesto nuovi accertamenti scientifici mai compiuti prima d’ora su alcuni peli trovati sul corpo del bimbo ucciso di due anni e altri oggetti di quella casa maledetta mai repertati. Il giudice ha così annullato oggi l’ordinanza di respingimento rinviando il tutto all’esame della Corte d’Appello di Brescia. Dopo la strage di Erba di quel lontano 11 dicembre 2006, si rischia di riaprire l’intero processo con possibili novità che potrebbero spuntare da queste nuove analisi: ci sarebbero nuovi coinvolti? Olindo Romano e Rosa Bazzi sono allora innocenti, come vanno ripetendo negli ultimi anni di carcere (dopo esservi entrati per la loro stessa confessione, ndr)? A questi interrogativi dovranno prestare molta attenzione i giudici nei prossimi mesi, con novità dunque in vista per uno dei più efferati e famosi drammi della cronaca nera italiana in questi ultimi trent’anni. (agg. di Niccolò Magnani)



Nel corso della nuova puntata di Pomeriggio 5, oggi si torna a parlare della Strage di Erba, a dieci anni dalla terribile vicenda che ha portato all’arresto dei coniugi Romano, Rosa e Olindo. Una vicenda controversa e che potrebbe contemplare un importante colpo di scena. Nella giornata di oggi, infatti, è prevista l’udienza decisiva per la revisione del processo chiesta con forza dalla difesa della coppia condannata in via definitiva all’ergastolo in quanto ritenuta responsabile della strage di Erba. Rosa Bazzi ed Olindo Romano sperano oggi di far riaprire il caso e puntano sull’esistenza di reperti mai esaminati nel corso dell’inchiesta. Sull’istanza avanzata dalla difesa dei due coniugi all’ergastolo deciderà la Corte di Cassazione. Nelle passate ore, parlando a “La Storia Oscura” su Radio Cusano Campus l’avvocato Fabio Schembri ha voluto ribadire come si sia voluto ripartire proprio dai numerosi elementi di dubbio esistenti durante le fasi processuali. “A questi noi riteniamo di poter aggiungere ulteriori elementi di carattere scientifico e anche di carattere dichiarativo tramite i quali chiederemo la revisione del processo”, aveva aggiunto alla vigilia dell’udienza in Cassazione. Nel corso delle indagini, ha ricordato ancora l’avvocato, gli stessi Ris di Parma, nell’escludere la presenza di Rosa e Olindo sulla scena del crimine, “rinvenne delle tracce biologiche di soggetti sconosciuti” alla stessa inchiesta. Si tratta di tracce che non avrebbero nulla a che fare con i coniugi Romano, né con le vittime ed i soccorritori. A tal proposito si è chiesto l’avvocato: “Di chi sono quelle tracce? Sono la firma dei veri assassini?”. Oggi intanto si tornerà a parlare dei dubbi attorno a Rosa e Olindo anche nel corso del programma della rete ammiraglia di casa Mediaset. Si partirà da una recente dichiarazione di Romano, il quale ha ammesso: “Mi dissero ‘Confessa e Rosa sarà libera’”. Nel corso della puntata saranno poi rivelati alcuni stralci del diario di Olindo.

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