Le possibili tracce biologiche presenti sulla Skoda blu contro la quale Emanuele Morganti ha battuto la testa perdendo conoscenza, potrebbero portare ad una svolta nel caso. L’accertamento tecnico richiesto dalla Procura di Frosinone servirà soprattutto a far luce su possibili responsabilità. Lo rivela il portale Ciociariaoggi.it, che evidenzia l’importanza di trovare tracce biologiche ma anche impronte digitali sull’auto sequestrata la notte del massacro ad Altri, al culmine di un pestaggio shock nel quale perse la vita il giovane 20enne. In caso di esito positivo, infatti, le persone coinvolte saranno sottoposte al test del Dna. Le tracce che potrebbero essere raccolte, serviranno eventualmente a capire se chi ha colpito Emanuele Morganti ha lasciato tracce sulla carrozzeria. A tal proposito la presenza di eventuali testimoni sul punto potrà rivelarsi oltremodo importante nello stabilire chi sta dicendo la verità e su chi invece sta mentendo coprendo qualcuno. La trasmissione Pomeriggio 5, anche oggi tornerà sul delicato caso proponendo una nuova intervista al padre della vittima, dopo quella alla madre trasmessa nella puntata di ieri de Le Iene Show. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Lo sfogo a Le Iene della mamma di Emanuele Morganti ieri sera è stato struggente e ha riportato alla mente tutto l’orrore di quanto avvenuto in quella notte maledetta ad Alatri. Mamma Lucia in lacrime ha raccontato alla Iena Giulio Golia aggiungendo anche nuovi dettagli sull’inchiesta in corso nella procura di Frosinone. «C’è stata fin dall’inizio un’omissione di soccorso. io sono convinta che lo stavano aspettando, era preparata questa cosa. Noi pensiamo che fosse una vendetta, punto». Altro che incidente o rissa improvvisa: come riflette anche il cambio di accusa – ora omicidio volontario aggravato – verso i principali responsabili della morte di Emanuele Morganti, le parole della madre toccano il punto chiave. «Perché nessuno ha fatto il 112? Dal locale dove stavano, i Carabinieri ci avrebbero messo 3-4 minuti perché erano vicini». Nulla di nulla, omertà e silenzio; i veri punti inquietanti, assieme all’uccisione di un giovane ragazzo per, forse, futili motivi. «Nessuno dei presenti del locale e di chiunque stava lì non ha chiamato. Là sopra a quel locale ci sono i palazzi con gli appartamenti, con le persone che sì sicuramente dormono, c’è chi non può sentire, ma un pestaggio del genere… », denuncia ancora la mamma disperata per aver perso un figlio, e in questo modo… (agg. di Niccolò Magnani)
EMANUELE MORGANTI, ULTIME NOTIZIE: NUOVI ACCERTAMENTI IN CORSO IN ATTESA DELLA TESTIMONIANZA CHIAVE (NEWS 6 APRILE 2017) – Sono in tutto otto gli indagati per l’orribile omicidio di Emanuele Morganti e che ha sconvolto l’Italia intera popolando le pagine di cronaca di tutti i quotidiani nazionali. Attorno alla morte del giovane 20enne massacrato ad Alatri dopo una rissa iniziata all’interno di un locale e culminata all’esterno, si concentrano le corpose indagini che ad oggi, come rivela Repubblica.it, hanno portato ad attenti accertamenti e alla raccolta di numerose testimonianze. Oltre cento le persone sentite, mentre per le analisi dei Ris è stato adoperato anche un drone sul luogo dell’aggressione. Nulla è stato lasciato al caso ed anche per questo la procura di Frosinone è giunta ad una decisione importante, estendendo l’accusa di omicidio volontario a tutti i soggetti indagati. Non solo i due giovani arrestati, i fratellastri Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, ma anche le altre sei persone finora indagate solo per rissa dovranno rispondere delle gravissime accuse. Si tratta di Franco Castagnacci, padre di uno degli arrestati, i quattro buttafuori del locale Miro di Alatri (Michael Ciotoli, Damiano Bruni, Manuel Capoccetta e l’albanese Xhemal Pjetri) ed il 24enne Michel Fortuna. Le indagini su quanto accaduto la notte a cavallo tra il 25 ed il 26 marzo scorso riguarderebbero ora anche la Skoda parcheggiata in piazza e sulla quale Emanuele Morganti era finito dopo il violento pestaggio, battendo la testa e perdendo conoscenza. Il pm Misiti ha disposto nuovi accertamenti anche sulla vettura in questione. Ad occuparsene sarà il reparto del Ris, chiamato ad isolare tracce biologiche ed impronte digitali da comparare successivamente con il Dna degli indagati. Tali operazioni saranno ripetute anche sugli abiti della vittima la quale, dopo essere finita a terra, ormai agonizzante, sarebbe stata ulteriormente presa di mira dagli aggressori che gli avrebbero sputato addosso. L’inchiesta si è andata allargando nelle ultime ore con l’aggravarsi delle responsabilità degli indagati, ma la chiusura del cerchio appare ancora lontana. Intanto occorrerà fare chiarezza sulla natura del colpo mortale e che avrebbe portato al decesso di Emanuele Morganti. A tal proposito infatti, anche in sede di autopsia sono emersi dubbi sul fatto che il colpo fatale sia stato quello contro il montante dell’auto. Anche in assenza di una testimonianza chiave che possa indicare il responsabile che avrebbe sferrato un colpo – forse una manganellata – contro il 20enne, la strada si ipotizza tutta in salita. Nonostante le numerose testimonianze, infatti, mancherebbe ancora quella decisiva per chiudere il cerchio attorno al delitto di Emanuele Morganti.