È un Erdogan durissimo quello che scatena contro la Siria e contro Assad addirittura la condanna “religiosa” dopo l’attacco chimico avvenuto a Idlib: mentre ancora non è chiaro cosa effettivamente è avvenuto due mattine fa nella piana controllata dai ribelli anti-Damasco, il presidente della Turchia ha tuonato in maniera veemente da Ankara contro il governo di Assad. «È un assassino e ha ucciso 150 civili con le armi chimiche. Per questo Allah vendicherà tutto», ha parlato in un comizio da Balikesir per il referendum che vedrà la Turchia impegnata nei prossimi giorni. Una strage con un chiaro colpevole, ritiene Erdogan, che accusa il collega di essere un killer e un dittatore; arrivano intanto le conferme da parte delle autorità turche sulla natura del gas lanciato sui civili ad Idlib e purtroppo viene confermata la natura nervina di quelle sostanze, «si tratta di gas sarin», ha scritto senza ombra di dubbio il ministro della Salute di Ankara.
Assad rilancia, si difende e attacca mezza comunità internazionale dopo il caso dell’attacco chimico su Idlib: la versione è la medesima della Russia, ovvero «abbiamo colpito un laboratorio e arsenale dei ribelli di armi chimiche». È intervenuto in risposta agli attacchi dell’Onu e degli Stati Uniti il portavoce e capo della diplomazia siriana. «Vi posso assicurare ancora una volta che l’esercito arabo siriano – ha precisato Walid Mouallem a Damasco – non ha utilizzato e mai utilizzerà questo genere di armi contro il nostro popolo, contro i nostri bambini, e nemmeno contro i terroristi che hanno ucciso la nostra gente». In mattinata era stato lo stesso Assad ha rispondere punto su punto in una intervista ad un quotidiano croato, Vecernji List; «La Siria è vittima di un complotto internazionale guidato dagli Stati Uniti assieme a Francia e Gran Bretagna». Il fatto strano è che nell’intervista non appaiono né domande né risposte sulla questione dell’attacco chimico su Idlib, il che fa pensare all’ennesimo tentativo di imposizione dell’ideologia assadista, a questo punto anche sulla stampa estera.
Mentre prosegue la lotta diplomatica mondiale dopo l’attacco chimico in Siria, interviene anche Israele che si dice completamente sicura della paternità degli attentati avvenuti con gas sarin o simili contro i civili di Idlib. «I due attacchi avvenuti a Idlib, in Siria, quello chimico omicida sui civili e quello all’ospedale locale, sono stati condotti su ordine diretto e dietro progettazione del presidente siriano Bashar al-Assad, mediante aerei da combattimento siriani», ha affermato oggi il ministro della Difesa di Gerusalemme, Avigdor Lieberman intervenendo così nella disputa accanto alla posizione di Onu e Usa. Intanto, ha parlato anche l’Alto Rappresentante Onu per il disarmo mondiale, il coreano Kim Won-Soo, che sull’attacco di Idlib ha sancito: «se le informazioni saranno confermate, il peggiore attacco in Siria dal 2013. L’Onu si aspetta piena cooperazione da parte degli Stati membri per identificare i responsabili».
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— Tioggi.ch (@Tioggi_ch) 6 aprile 2017
Il gas sarin utilizzato sui bambini a Idlib rischia di riportare il clima da guerra fredda tra Usa e Russia, esattamente come qualche anno fa proprio durante una crisi simile tra comunità internazionale e Siria di Assad in pieno inizio di guerra civile. Allora la Russia “evitò” il disastro, oggi viene accusata dagli Usa di non voler intervenire e rimanere in una difesa ostinata del dittatore siriano. Questo si è prefigurato ieri all’Onu con il veto della Russia sulla richiesta di inchieste approfondite all’interno del Consiglio di Sicurezza per quanto riguarda l’attacco chimico in Siria. Durissima l’ambasciatrice Usa, Nikki Haley: «Quanti altri ne dovranno morire prima che la Russia intervenga? Se davvero ha influenza sulla Siria, dobbiamo vederli mettere fine a questi atti orrendi». Dopo il cambio di rotta di Trump (che potete leggere qui sotto) è poi arrivata anche la risposta piccata di Mosca, «è una montatura, la campagna anti-Damasco deve essere cestinata nella discarica della storia». Secondo il portavoce di Putin, «ogni volta che ci sono progressi nei colloqui politici sulla Siria – ha concluso il rappresentante – avvengono strani incidenti, come l’attacco di ieri».
Importante intervento di una voce fuori dal coro delle propagande in Siria, come già altre volte in passato: dopo l’orrendo attacco chimico con gas sarin su bambini e civili siriani, la lotta internazionale sul “rimbalzo” di colpe e responsabilità vede finalmente una parola fuori dal coro appunto, proveniente dal vescovo di Aleppo, Antoine Audo, spesse volte in passato molto critico contro la dittatura e la repressione dello stesso presidente di Damasco. «In questa situazione così frammentata, con tanti interessi e attori in gioco, è difficile poter essere sicuri al cento per cento di come stanno le cose», scrive il vescovo siriano in un colloquio con l’agenzia Fides. «Ma per quello che conosciamo in base alle nostre esperienze, non riesco proprio a immaginare che il governo siriano sia così sprovveduto e ignorante da poter fare degli ‘errori’ così madornali; secondo Audo dunque potrebbe non esservi il governo di Assad dietro all’attacco chimico che in queste ore sta provocando un vero e proprio caso mondiale tra Onu, Nato, Russia e la stessa Siria. Il Vescovo poi insiste sul problema di comunicazione che spesso ha giocato brutti scherzi in Siria, con le varie propagande sia pro che anti-Assad che non aiutano a raccontare la verità: «già in altri passaggi delicati della guerra, episodi di uso delle armi chimiche hanno avuto un impatto destabilizzante sull’intero quadro». Conclude il vescovo caldeo su Fides, «Conviene sempre tener conto di questo, soprattutto quando certe cose si ripetono con dinamiche molto simili, e innescano le stesse reazioni e gli stessi effetti già sperimentati in passato».
Proprio come aveva preannunciato lo stesso vescovo di Aleppo (uno dei territori maggiormente tartassati da Isis, Governo Assad e ribelli anti-Damasco), l’attacco con gas sarin in Siria contro la provincia di Idlib rischia di far degenerare la già flebile tregua sulla guerra “mondiale” in atto tra Siria, Iran e Iraq. «Due giorni fa, il Presidente USA Donald Trump aveva detto che Assad fa parte della soluzione del problema siriano…» ha raccontato ieri il vescovo Audo ponendo l’accento sul forte rischio di strumentalizzare l’opinione diplomatica e socio-politica estera con attacchi terroristici e presunte responsabilità. E di fatti ieri sera Donald Trump ha tuonato: «Quello che ho visto su bambini e neonati ha avuto un grande impatto su di me e ha cambiato il mio atteggiamento verso la Siria e Assad. E’ inaccettabile». In poche ore un cambio repentino che suggerirebbe quantomeno un “chi va là” da parte di Onu, Usa e Ue rispetto alla paternità dell’attacco. Con il sostegno delle forze mondiali a favore di Assad, che vantaggi potrebbe ricavare il dittatore siriano da un improvviso attacco contro civili, bambini e donne con devastanti armi chimiche? L’interrogativo posto dal vescovo di Aleppo e rilanciato in alcuni ambienti europei per ora non trova “apprezzamenti” alla Casa Bianca, che tira dritto «Quando con i gas vengono uccisi bambini, neonati, per me sono state superate diverse linee, siamo ben oltre la linea rossa», ha sottolineato ancora Trump criticando l’amministrazione Obama e il suo mancato interventismo contro Assad. Ancora l’agenzia Fides riporta un “curioso” precedente avvenuto nel 2013 quando a Washington c’era Barack Obama, che non si discosta di molto dall’orrenda tragedia e al conseguenze “mistero” sulle responsabilità avvenute in questi giorni: Il 21 agosto 2013 venne lanciato un attacco chimico a Gutha, nei sobborghi sud-orientali di Damasco (all’epoca in mano alle forze anti-Assad). «L’attacco avvenne dopo che l’allora Presidente USA Barack Obama, circa un anno prima, aveva indicato proprio l’utilizzo di armi chimiche come “linea rossa” per un possibile intervento armato contro la Siria», riporta l’agenzia Fides. La guerra venne portata al limite estremo dello scoppio incontrollato, con Assad e i ribelli che si rimpallavano la responsabilità proprio in relazione a quanto affermato dal presidente Usa poche settimane prima di quell’attentato chimico. Ci volle allora la Russia che intervenì “garantendo” l’adesione della Siria alla Convenzione sulle armi chimiche e con la distruzione dell’arsenale chimico di Damasco, su controllo Onu. Oggi però cosa succederà? Chi potrebbe essere la “Russia” di qualche anno fa, visto che Mosca sempre già piuttosto schierata a fianco di Assad in difesa dell’attacco chimico di Idlib?
#ChildrenUnderAttack in Syria: Hospitals treating victims of alleged chemical attack reportedly bombed @Independent https://t.co/5x6XneFeYp
— UNICEF (@UNICEF) 4 aprile 2017