Sono momenti di attesa, questi, per la famiglia di Tiziana Cantone, in vista della decisione del gip di Napoli in riferimento all’istanza di archiviazione del procedimento per diffamazione avanzata dalla procura. I motivi per i quali i pm lo scorso novembre avevano deciso di chiedere l’archiviazione erano stati motivati anche e soprattutto dal cambio di versione di Tiziana Cantone nel corso del tempo. “È vero che Tiziana cambiò versione ma la Procura avrebbe dovuto fare delle attività investigative mai realizzate, con lo scopo di capire chi avesse effettivamente divulgato quei video che Tiziana aveva inviato agli indagati”, ha contestato oggi l’avvocato Marazzita, difensore della madre della 31enne suicida. Lo riporta Corriere.it, che cita le altre parole del legale il quale ribadisce la necessità di indagare sulle pagine Facebook che riportavano i link di siti nei quali erano presenti i video hard con protagonista Tiziana Cantone. “In ogni caso siamo pronti ad effettuare indagini difensive su questo aspetto”, ha aggiunto Marazzita, difensore di Teresa Giglio, in prima linea affinché sia fatta luce sulla giustizia e riabilitata la figura della figlia suicidatasi lo scorso settembre.
Si riaccendono i riflettori sulla triste vicenda di Tiziana Cantone, la giovane 31enne di Mugnano di Napoli, suicida lo scorso settembre per non aver retto all’umiliazione causata dalla diffusione di video hard che la vedevano protagonista. Secondo le ultime notizie diffuse dal Corriere del Mezzogiorno, nelle prossime ore dovrebbe giungere la decisione del Gip di Napoli, Tommaso Perrella, in merito all’istanza di archiviazione avanzata dalla Procura napoletana nel procedimento di diffamazione avviato nel 2015 dalla stessa vittima. Nell’ambito delle indagini sono stati iscritti nel registro degli indagati i nomi di sei persone, nello specifico i cinque giovani ai quali la Cantone inviò i video a luci rosse poi divenuti tristemente virali ed il padre di un giovane al quale era intestata l’utenza telefonica alla quale giunsero le immagini. Contro la richiesta di archiviazione, nel corso della nuova udienza tenutasi nella giornata di oggi, è intervenuto in aula l’avvocato Giuseppe Marazzita, difensore della madre di Tiziana Cantone, il quale si è opposto all’istanza della procura chiedendo di contro maggiori indagini.
La richiesta di archiviazione era giunta in seguito all’assenza di una prova certa della colpevolezza dei cinque ragazzi indagati relativamente alla diffusione sul web da parte loro dei video hard con protagonista Tiziana Cantone. Un nuovo fascicolo per calunnia era stato aperto a carico dell’ex fidanzato della 31enne suicida, Sergio Di Paolo, reo di aver convinto la ragazza a querelare i cinque giovani ritenuti i responsabili della diffusione dei filmati dello scandalo sul web. Una istanza presentata nel novembre 2016 e alimentata anche dall’atteggiamento che ebbe la medesima Tiziana Cantone nel corso del tempo, quando cambiò versione frequentemente: inizialmente infatti aveva denunciato lo smarrimento del cellulare contenente i filmati hard, poi ritrattò ammettendo di essere stata lei stessa ad inviare i video ad alcuni amici conosciuti online, che indicò come i responsabili della diffusione delle immagini che la ritraevano in atteggiamenti a luci rosse. Successivamente, per il timore di una denuncia per calunnia, ritirò la querela motivandola con dei leciti dubbi relativi alle sue accuse. Una ricostruzione oggi abbondantemente contestata dalla difesa della madre della vittima, Teresa Giglio.