Gli inquirenti al lavoro sul delitto di Antonella Lettieri, sono da giorni a caccia del possibile movente: perché Salvatore Fuscaldo avrebbe dovuto uccidere la sua vicina di casa con la quale si sospetta ci fosse una relazione di natura amorosa? Si tratta di un delitto passionale o economico? Domande, queste, che si aggiungono agli indizi gravissimi a carico dell’indagato, tra cui spicca una conferma che arriva direttamente dagli esami dei Ris. Si tratta degli scarponcini rinvenuti a distanza di alcuni giorno dall’uccisione della commessa di Cirò Marina e sui quali sono state trovate tracce di Dna riconducibili a Fuscaldo, oltre alle tracce di sangue della vittima. Intanto, come rivela Secondopianonews.it, lo stesso 50enne arrestato, dal carcere di Crotone nel quale si trova dallo scorso 16 marzo continua a ribadire la sua innocenza: “Non c’entro niente io con questa storia”. Se ciò fosse vero, qualcuno ha tentato di incastrarlo? Domanda, questa, alla quale gli inquirenti cercheranno di dare risposta nelle prossime ore.

Le speranza di Salvatore Fuscaldo, presunto assassino di Antonella Lettieri, si sono spente ieri, intorno all’ora di pranzo, quando è giunta la decisione ufficiale da parte dei giudici del Riesame di Catanzaro. L’uomo, appassionato di caccia, bracciante agricolo di professione, continuerà a restare in carcere, così come da 21 giorni a questa parte. Dopo il rigetto dell’istanza di revoca della misura cautelare avanzata dalla difesa dell’uomo, l’avvocato Francesco Amodeo, dunque, si attendono le motivazioni dei giudici che, come riferito dalla Gazzetta del Sud nell’edizione online, giungeranno nei prossimi giorni. Tuttavia, non vi era alcun dubbio su quale strada potessero scegliere i giudici del Riesame, anche alla luce delle ultime novità emerse e soprattutto alla luce della “quantità” e della “gravità degli indizi raccolti”. A giocare un ruolo decisamente importante nella decisione del Riesame, anche il recente accertamento sugli scarponcini da cacciatore macchiati del sangue di Antonella Lettieri. Le calzature erano state trovate in un vigneto lo scorso 20 marzo dai Carabinieri del reparto “Cacciatori” e sarebbero proprio dell’indagato in carcere, sebbene lo stesso avesse smentito categoricamente. La conferma arriva dal Dna del bracciante agricolo 50enne sulle tracce di sudore rinvenute sugli scarponcini.

Ad un mese dal terribile delitto di Antonella Fuscaldo, la donna 42enne di Cirò Marina uccisa all’interno della sua abitazione, la trasmissione Quarto Grado torna ad interrogarsi sulla vicenda che ha sconvolto il Paese. Le indagini procedono, al fine di delineare il violento omicidio che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato commesso per mano di Salvatore Fuscaldo, bracciante agricolo 50enne e vicino di casa della vittima. Due restano però ad oggi le domande ancora senza una risposta: Fuscaldo ha avuto dei complici sia prima che dopo il delitto? Ed ancora, quale sarebbe il reale movente dietro l’efferato omicidio? Nel frattempo, nella giornata di ieri è giunta la prima importante risposta da parte del giudice del Tribunale del Riesame: Salvatore Fuscaldo resta in carcere. A renderlo noto è il portale Lacnews24.it, che rivela come sarebbe stata respinta l’istanza avanzata dal legale del presunto assassino di Antonella Lettieri, a scapito del quale è stato confermato l’intero impianto accusatorio.

La difesa di Salvatore Fuscaldo aveva ad oggi contestato diversi punti, ponendo l’accento in modo particolare sul presunto inquinamento della scena del crimine. Nell’abitazione di Antonella Lettieri, a detta del difensore di Fuscaldo, prima dell’arrivo dei soccorsi e delle Forze dell’Ordine, avrebbero avuto accesso almeno cinque persone. Nonostante i dubbi, gli indizi a carico del proprio assistito non avrebbero lasciato scampo: ad incastrarlo alle sue responsabilità, tra i vari elementi, le macchie di sangue di Antonella Lettieri rinvenute nella sua auto, quelle sugli scarponcini da cacciatore a lui attribuiti (sebbene il suo legale abbia smentito) e su una trapunta, rinvenuta in un vigneto poco distante dal terreno di lavoro di Salvatore Fuscaldo. C’è poi il portachiavi sospetto, con l’effige di un’associazione di cacciatori alla quale appartiene il presunto killer, rinvenuto sotto il cadavere della povera 42enne uccisa lo scorso 8 marzo.

In attesa delle motivazioni del Tribunale Riesame che ieri ha confermato il carcere a carico di Salvatore Fuscaldo – nonostante la sua proclamazione di innocenza -, l’attenzione si sposta inevitabilmente sulla ricerca dell’arma (o delle armi) usata per uccidere Antonella Lettieri e sugli altri accertamenti degli uomini del Ris di Messina che negli ultimi giorni hanno reso nuove conferme. Il riferimento è alla ciocca di capelli castani lunga 5/6 centimetri e rinvenuta tra le mani di Antonella Lettieri: secondo le analisi effettuate, questa apparterrebbe alla stessa 42enne uccisa, a riprova del fatto che la vittima abbia lottato con tutte le sue forze contro il suo spietato assassino. Nel corso della colluttazione che ha preceduto il delitto, la commessa di Cirò Marina si sarebbe strappata i capelli, tale è stata la ferocia di chi la voleva morta a tutti i costi proprio nel giorno in cui si celebrava la festa della donna.