Dopo quasi 50 anni di terrorismo, i separatisti dell’Eta dicono addio alle armi: oggi si è concluso il processo di disarmo dell’ultimo gruppo terroristico che ha radici nell’Europa occidentale. La cerimonia si è tenuta nel sud della Francia, a Bayonne: i terroristi baschi hanno fornito alla polizia una lista di 12 depositi di armi ed esplosivi che dovrebbe corrispondere a quanto resta del loro arsenale. Non tutti si trovano in Francia. L’organizzazione che fa da tramite non ha fornito solo le coordinate dei depositi, ma ha affidato a 172 osservatori l’incarico di verificare che le autorità francesi si approprino delle armi. Le forze dell’ordine hanno già raggiunto i depositi, stando a quanto riportato da Rai News. L’Eta, classificata ancora oggi come un’organizzazione terroristica europea, avrebbe collezionato in questo arsenale 130 armi e due tonnellate di esplosivi, che sarebbero stati rubati in Francia. Secondo il quotidiano francese Le Figaro, ora i terroristi baschi sarebbero solo una trentina di persone. (agg. di Silvana Palazzo)



Il terrorismo nei Paesi Baschi domani subirà di certo una battuta d’arresto importante, con la consegna ufficiale delle armi dell’Eta alle autorità locali baschi, ponendo fine ad un aggressione armata pluridecennale. Questo non significa che l’Eta di colpo non sarà più attiva ma che di certo, almeno a livello ufficiale, intende approntate il personale disarmo unilaterale annunciato per la giornata di domani. Di tutta risposta il governo spagnolo non intende al momento, e a livello istituzionale, concedere nulla in cambio; «Eta non otterrà nulla in cambio. Il governo spagnolo considera che l’ex-gruppo armato basco – che ha rinunciato alla violenza nel 2011 – è stato sconfitto e ora deve sciogliersi», ha dichiarato il portavoce del Governo di Madrid, Inigo Mendez. Non ci saranno dunque almeno a livello ufficiale dei benefici politici dopo l disarmo che domani verrà optato come libera scelta dalla stessa organizzazione terroristica. «L’Eta deve chiedere perdono ed aiutare a chiarire i crimini che ancora non sono stati risolti»: la speranza è che questo non blocchi l’avanzata delle trattative tra Paesi Baschi e organizzazione armata per l’indipendenza della terra basca. (agg. di Niccolò Magnani)



Domani è il giorno del disarmo Eta, come confermato anche dalla stessa organizzazione terroristica dei Paesi Baschi dopo le anticipazioni della Bbc del disarmo storico degli indipendentisti armati all’interno della Spagna. Oggi però viene intervistato dai colleghi de Il Fatto Quotidiano Arnaldo Otegi, ex portavoce di Batasuna di fatto l’ala politica dell’Eta nei Paesi Baschi. Secondo l’indipendentista vicino all’Eta, il vero cambiamento di ciclo in atto e promosso dall’organizzazione è «una strategia di carattere armato e si fa una scommessa anche a sinistra per altre strategie di lotte popolari politiche e sociali». Otegi prova anche a spiegare perché secondo lui arriva ora l’annuncio di disarmo, tirando in ballo il governo Popolare spagnolo: «Ci confrontiamo con il governo del Partito Popolare che non ha voluto saper nulla del processo di disarmo, interessato a mantenere lo schema antiterrorista del passato»; a quel punto allora il popolo basco secondo Otegi avrebbe preso accordi in parte separata con l’Eta per giungere ad una soluzione. Di certo, non si parla ancora di dissoluzione dell’organizzazione basca: «Ci vorrà ancora un certo tempo perché si realizzi. Ho l’impressione però che la classe politica quando si annuncia un passo già chieda quello successivo». (agg. di Niccolò Magnani)



L’ETA, i militanti baschi, hanno annunciato il completo disarmo per questo sabato, ma dalla lettera pervenuta in queste ore alla BBC appare chiaro che la manovra potrebbe non essere definitiva. Il cessate il fuoco dell’ETA è giunto già nel 2011, ma l’organizzazione non aveva ancora manifestato l’intenzione di abbandonare le armi. Il gruppo, inoltre, è responsabile di di aver ucciso 800 persone, oltre che di averne ferrite diverse migliaia, nel corso di 40 anni di sanguinaria presenza sul territorio basco. La missiva tuttavia non conferma una totale resa, anche se è specificato che l’ETA dovrà essere considerato a tutti gli effetti un gruppo disarmato. Nel testo, infatti, è sottolineato che il disarmo avverrà solo nella giornata di questo sabato 8 aprile, un processo che “potrebbe essere ancora attaccato dai nemici della pace”. 

L’annuncio dell’ETA di voler procedere al proprio disarmo non è una sorpresa per le autorità, soprattutto per le forze di Spagna e Francia. Queste ultime, infatti, hanno proceduto all’arresto di centinaia di militanti, fra cui figure di spicco e parte dei vertici dell’organizzazione. “Uno sviluppo logico”, secondo quanto affermato da Guy Hedgecoe alla BBC, ed è evidente come i 6 anni occorsi per prendere una simile posizione, confermino come all’interno dell’ETA ci sia una forte resistenza ad abbandonare le armi. Dal suo punto di vista, inoltre, il fatto che “il processo non sia ancora stato completato”, come scritto nella lettera inviata dai militanti, potrebbe fare riferimento a richieste future. L’ETA potrebbe infatti chiedere qualcosa in cambio del disarmo, come la scarcerazione dei 400 militanti presenti nelle prigioni di Parigi o Madrid. Secondo le indiscrezioni, Arnaldo Otegi, leader della sinistra indipendentista basca, potrebbe aver avuto un peso significativo nella decisione dei militanti. In passato, Otegi ha ricevuto diverse condanne proprio per il suo legame con l’ETA, ma appena l’anno scorso alcuni dei leader prigionieri lo hanno criticato aspramente.