Sarebbe salito a quattro il numero dei morti dell’attentato di Stoccolma, dove un camion si è scagliato contro la folla. Ancora incerto, invece, il numero dei feriti, ma sarebbero 12 e tra questi ve ne sarebbero alcuni in gravi condizioni. Un uomo, stando a quanto riportato dal quotidiano Aftonbladet, è stato arrestato e avrebbe rivendicato l’attacco. Il Viminale al termine di una riunione straordinaria del Comitato di analisi strategica antiterrorismo (Casa) ha ribadito che l’attenzione «continua ad essere alta». L’incontro è stato importante per fare il punto della situazione e sensibilizzare gli apparati dell’intelligence al controllo del territorio. Non sono emersi collegamenti finora tra l’attentato di Stoccolma e l’Italia, che però deve fare i conti con una minaccia sempre più difficile da decifrare. (agg. di Silvana Palazzo)
A Stoccolma un autocarro si è avvanetato contro la folla: un’immagine che ci riporta ai recenti casi di terrorismo. Il solito “lupo solitario” che alla guida di un camion investe le persone. Pare un’ondata di terrore, ben guidata, pilotata, come se goccia goccia smantellasse ogni nostra difesa. Intanto anche questa ultima follia è costata la vita a 3 persone, i feriti sarebbero 8 secondo gli ultimi aggiornamenti che arrivano dalla città svedese. pare che il terrorista, che indossava un passamontagna e una felpa verde sia riuscito a scappare. Le ricerche ovviamente stanno continuando tra rumors e qualche flsa notizia: era circolata voce nel tardo pomeriggio che il colpevole fosse stato catturato.
-Un camion contro la folla in pieno centro a Stoccolma, ci sarebbero delle persone ferite, non si sa se anche dei morti. La notizia, appena diffusa dai media svedesi, parla di un camion, esattamente come a Nizza e a Berlino, che è finito contro la folla nella zona dello shopping, ma al momento nessuno è in grado di dire si si tratti di un incidente o di un nuovo attentato terroristico. Il mezzo si è poi schiantato contro un edificio. Secondo alcune fonti ci sarebbero tre morti mentre si sarebbero sentiti anche dei colpi di arma da fuoco.
I separatisti baschi depongono le armi. In realtà conflitti e attentati erano finiti da tempo (una tregua era stata firmata nel 2011), ma domani 8 aprile passerà alla storia come “il giorno del disarmo”. Da decenni i Paesi Baschi chiedono l’indipendenza da Madrid, una lotta costata sangue a tutte due le parti. Secondo quanto comunica la Bbc i separatisti consegneranno tutte le armi e gli esplosivi di cui sono in possesso alla Francia. L’Eta, l’organizzazione terroristica, dice di essere adesso una organizzazione disarmata, ma mette le mani avanti: “Il processo di consegna di armi ed esplosivi è in corso e può essere messo a rischio dai nemici della pace”. Domani è annunciato il raduno di migliaia di persone a Bayonne nel sud della Francia. Da parte del governo spagnolo ancora nessuna comunicazione.
Arresto cardiaco mentre era sull’autobus. E’ successo giovedì scorso a un ragazzo inglese di 19 anni, sportivo e impegnato nella locale squadra di rugby. Il giovane è morto poco dopo il ricovero in ospedale, ma ancora oggi s aspettava di capire le cause ufficiali della sua morte. Ed ecco che proprio oggi la procura di Lodi ha annunciato l’apertura di un fascicolo sul caso: si ipotizza che la causa della morte possa essere meningite. Sarebbe un ennesimo caso di questa malattia che in questi primi mesi dell’anno ha causato un numero di morti non indifferente.
L’attentato a Westminster ha reclamato una ulteriore e ultima vittima. E’ infatti morta la turista romena Andreea Cristina, 31 anni, la donna che durante l’attacco del kamikaze che investiva i pedoni sul ponte di Westminster era caduta nel Tamigi. In realtà sembra che si fosse gettata per sfuggire alla macchina impazzita che falciava le persone sul marciapiede. Era stata recuperata dai sommozzatori ma dopo il ricovero si era capito che le sue condizioni erano gravissime. Il computo totale dell’attacco a Londra è così di cinque vittime.
Trump esattamente come Obama, anzi peggio. Se l’ex presidente americano aveva fermato l’attacco alla Siria all’ultimo momento, Trump stanotte ha dato via a un bombardamento, 59 missili contro la bassa area del governo di Damasco sospettata di essere quella da dove sono partiti gli aerei che hanno sganciato gas chimici sulla popolazione di un villaggio in mano agli insorti. Il voltafaccia di Trump che aveva sempre detto di voler lasciare Assad alla guida della Siria e di non intervenir più come fatto da Obama a favore dei ribelli al momento è inspiegabile. Anzi, il presidente ha detto che “non si possono discutere responsabilità su uso armi chimiche”. Immediata l’ira di Putin: “Atto di aggressione contro uno stato sovrano, danni considerevoli nei rapporti con l’America, volizione della legge internazionale”. Le vittime del bombardamento sarebbero cinque militari siriani. Nel suo messaggio Trump ha chiesto a tutte le nazioni civilizzate di unirsi agli Usa per mettere fine al flagello del terrorismo”.
Alla vigilia del G7 di Taormina, lo stato italiano ha riconosciuto la gestione poco corretta del G8 di Genova. Quella che infatti è una vera e propria ammissione di colpa, è giunta oggi tramite un “patteggiamento amichevole” con 6 dei fermati a Bolzaneto, riconoscendo ad ognuno di essi 45.000 € in qualità di risarcimento danni. L’accordo di fatto è un passo in avanti nel riconoscimento che durante la manifestazione vi furono degli abusi da parte delle forze di polizia, e giunge dopo il termine del processo di appello che aveva condannato 7 persone. Il patteggiamento è stato accolto con soddisfazione da parte della corte europea di Strasburgo, che tramite il suo portavoce ha fatto sapere che non andrà avanti nella procedura di infrazione relativa alla vicenda.
È bastata la nomina del centrista Salvatore Torrisi a presidente della commissione affari costituzionali, a far scoppiare la guerra in seno all’esecutivo Gentiloni, con molti leader che adesso vedono come l’unica alternativa il ricorso alle urne. Torrisi non era il candidato del partito di governo, ma è riuscita a spuntarla grazie ai voti dei “franchi tiratori” del PD, voti probabilmente decisi a tavolino dall’area dura del partito. In tale contesto incendiarie le dichiarazione di un pezzo importante dell’attuale maggioranza, il ministro degli esteri Alfano, che nella giornata di oggi ha richiesto a gran voce le dimissione del neo presidente, dimissioni respinte però in maniera sdegnosa dall’interessato. L’elezione di ieri è la cartina di tornasole di una maggioranza di governo letteralmente spaccata, una maggioranza che nonostante le difese del premier non sembra in grado di portare il paese alla naturale fine della legislatura.
Era una paura di molti, una paura che a breve potrebbe divenire realtà. Il presidente degli stati Uniti D’America sta in queste ore infatti valutando l’opzione militare allo scopo di far cessare le violenze in Siria. Un eventuale attacco sarebbe portato solamente dalle forze a stelle e strisce, e se da una parte potrebbe fermare la guerra civile nel paese governato da Assad, dall’altro metterebbe a rischio le già difficili relazioni tra l’America e la Russia. Ed è proprio la Russia a difendere il regime di Damasco, oggi sulla questione è intervenuto direttamente Putin, che ha voluto sottolineare come quello che è uno dei suoi alleati più stretti è al centro di un complotto, complotto che per “l’uomo della steppa” è ordito da Gran Bretagna e Francia. Intanto le autopsie sui morti del raid aereo hanno confermato che essi sono morti a causa di agenti chimici, toccherà adesso capire chi è stato realmente a usarli.
Di fatto una vittoria del fronte anti-gasdotto, quella che oggi è arrivata sotto forma di “sospensiva” da parte del TAR del Lazio, organismo a cui si era rivolta la regione Puglia per contestare la decisione del Ministero dell’ambiente. I giudici amministrativi hanno di fatto bloccato i lavori, fermando l’espianto degli alberi di ulivo che tante polemiche aveva suscitato nelle settimane scorse. I giudici pur non entrando nel merito, hanno ingiunto di sospendere i lavori fino al 18 aprile, data in cui si terrà l’udienza definitiva.
Il closing si avvicina a passi da gigante, e nonostante le assicurazioni sono molti a credere che slitterà ancora. Mancano all’appello infatti ancora 190 milioni di euro, milioni necessari per onorare l’impegno preso dalla cordata cinese con la Fininvest, società che ancora detiene la maggioranza della squadra meneghina. Gli osservatori finanziari tengono sott’occhio la vicenda, per le tante implicazioni economiche che un mancato rispetto dei patti farebbe scaturire, ma da parte sua l’ex presidente del consiglio si dice tranquillo che il 13 aprile sarà il giorno giusto, allo stesso tempo però sottolinea che nessuna firma sarà apposta, se tutti i 190 milioni non saranno visibili sul conto della sua società.
Con una tesi sulla sua squadra si è laureato ieri con il massimo dei voti il difensore della Juventus Giorgio Chiellini. Il forte terzino bianconero è apparso emozionato, quando dinanzi ai professori della Scuola di Management ed Economia dell’Università degli studi di Torino ha discusso la sua tesi, una tesi intitolata “Il modello di business della Juventus Football Club in un benchmark internazionale”. Il giocatore ha ricevuto i complimenti di tutto il corpo docenti, con i professori che hanno voluto sottolineare come egli si sia impegnato allo spasimo negli studi. Alla fine per “Re Giorgio” anche la soddisfazione del maggior voto possibile, quel 110 e lode che lo rende di fatto uno studente modello.
Piloti già arrivati a Shangai, dove domenica prossima si correrà la seconda gara del campionato di formula uno. Ieri dinanzi alle telecamere si è presentato Sebastian Vettel, prima guida Ferrari e vincitore del Gran Premio di Australia. Il pilota tedesco parlando con i giornalisti non ha rinnegato i tanti passi in avanti fatti dalla sua squadra, ma ha voluto sottolineare come la favorita in questo avvio di stagione rimane comunque la Mercedes di Lewis Hamilton. Da parte sua, come suo solito, il vice campione del mondo oggi non ha voluto parlare, e sono in molti a scommettere che il pilota delle frecce d’argento, muore dalla voglia di rimettere le cose in chiaro all’interno della sua scuderia, dopo la strategia totalmente sbagliata della prima gara. Intanto sul circuito è attesa pioggia, con tutte le scuderie che si affannano ad approntare la strategia giusta in caso di maltempo.