In attesa di conoscere la data di inizio del processo d’Appello presso il tribunale di Catania a carico di Veronica Panarello, la trasmissione Quarto Grado tornerà questa sera con una nuova puntata incentrata sul caso del delitto di Lorys Stival. Oltre alla sua difesa, anche la stessa giovane mamma di Santa Croce Camerina condannata a 30 anni in primo grado ha contestato le parole del gup Andrea Reale. Nello specifico, la donna in una recente intervista alla trasmissione Mattino 5 aveva dichiarato: “Non sono una lucida assassina né una criminale, così come è scritto nella sentenza”. La Panarello ha poi ammesso di aver provato molto dolore nel sentirsi “dipinta per quello che non sono”. Poi ha ribadito di aver sempre detto la verità ma di non essere stata creduta. “Ho raccontato tutto e non mi credono. Ho fornito arma del delitto, complice e movente. E non sono stata creduta. Cos’altro devo e posso fare?”, continua a domandarsi Veronica Panarello, per la quale la sua difesa ha chiesto nell’atto di appello la sua assoluzione “per non avere commesso il fatto”.
La trasmissione Quarto Grado, nella nuova puntata odierna riaccenderà i riflettori sull’intricata vicenda che vede protagonista Veronica Panarello. La donna è stata condannata nei mesi scorsi a 30 anni di reclusione per il delitto di Lorys Stival, figlio di appena 8 anni. Ora, attende l’inizio del processo d’Appello ed intanto si dichiara innocente. La giovane mamma di Santa Croce Camerina, infatti, continua a sostenere la sua ultima versione, ovvero il pieno coinvolgimento del suocero Andrea Stival, chiamato in correità accusandolo del delitto. Come riporta UrbanPost.it, a proposito del suocero – nonno paterno della vittima – il legale di Veronica Panarello, l’avvocato Francesco Villardita, ha chiesto di poter effettuare un confronto con l’uomo, finora mai avuto. Una richiesta che si rinnova e che ribadisce l’intento dell’imputata di avere un faccia a faccia con il padre dell’ex marito con il quale, sempre a sua detta, avrebbe avuto anche una relazione extraconiugale, dalla quale sarebbe stato scaturito il delitto del piccolo Lorys. Andrea Stival, di contro, secondo il Gup che ha emesso la sentenza di primo grado, sarebbe del tutto estranei al delitto del bambino, consumatosi la mattina del 29 novembre 2014.
La trasmissione Quarto Grado torna questa sera ad occuparsi di uno dei casi di cronaca più controversi degli ultimi anni: il delitto di Lorys Stival. Dell’uccisione del piccolo di Santa Croce Camerina, è stata accusata e condannata a 30 anni di reclusione la madre Veronica Panarello. La donna, sebbene abbia ammesso di aver occultato il corpicino del primogenito, continua a respingere le accuse in merito al reale assassino del figlio, tirando in ballo il suocero Andrea Stival. Intanto, lo scorso 28 marzo il suo legale, l’avvocato Francesco Villardita, ha depositato ufficialmente l’atto di appello che anticipa il secondo grado nel quale il suo difensore tenterà di ottenere l’assoluzione di Veronica Panarello per non aver commesso il fatto ritenendo, in subordine, la “sussistenza del concorso anomalo” nell’omicidio, commesso da altri. Nel frattempo, all’interno del medesimo atto di appello contro la sentenza di condanna emessa dal Gup lo scorso ottobre, la difesa di Veronica Panarello ha anche chiesto una nuova perizia psichiatrica a carico della sua assistita e la riapertura dell’istruttoria dibattimentale al fine di portare ad un confronto tra la presunta assassina di Lorys Stival e l’uomo che la stessa continua ad accusare, il suocero Andrea Stival.
Il tentativo della difesa di Veronica Panarello è quello di ottenere l’assoluzione o almeno uno sconto consistente di pena in favore della sua assistita, ritenuta l’assassina del figlio di appena 8 anni, Lorys Stival, ucciso la mattina del 28 novembre 2014. Come spiega RadioRtm.it nel riportare quanto contenuto nell’atto d’appello depositato nei giorni scorsi presso la cancelleria del Tribunale di Caltagirone, l’avvocato Francesco Villardita chiede il riconoscimento del “vizio parziale di mente” e la concessioni delle attenuanti generiche che il Gup Andrea Reale non le ha riconosciuto nel corso del processo di primo grado, che si è svolto secondo il procedimento del rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica. L’attesa, dunque, è ora tutta concentrata sul secondo capitolo processuale con protagonista nuovamente Veronica Panarello, la quale sarà chiamata a presentarsi nei prossimi mesi (la data non è ancora stata fissata) davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Catania.
Sono 18, in tutto, i punti di “contestazione e censura di fatto e di diritto” della sentenza di condanna in primo grado a carico di Veronica Panarello, avanzati dalla sua difesa nell’atto di appello. Tra questi spicca l’ipotesi avanzata dal giudice Andrea Reale che ha ritenuto la presunta assassina di Lorys Stival affetta della “sindrome di Medea”. A tal proposito l’avvocato difensore ha voluto chiarire che, se così fosse, “l’autodeterminazione della Panarello era limitata da un quadro clinico che l’ha portata all’azione criminosa”. Al centro delle contestazioni del penalista, anche la perizia psichiatrica a carico dell’imputata con riferimento alle neuro immagini, a sua detta non valutate con attenzione. Queste, infatti, certificherebbero la presenza di un “cervello alterato” della donna e giovane mamma di Santa Croce Camerina ma non sarebbero state prese in esame dai periti. Ciò, a detta di Villardita, avrebbe fornito “una misura della inadeguatezza scientifica del loro prodotto una misura della inadeguatezza scientifica del loro prodotto”.