Si sarebbe ristretta sempre di più l’area di ricerca di Igor il russo, il super ricercato ormai braccato da giorni e prossimo alla resa. La conferma arriverebbe dai nuovi avvistamenti, ritenuti credibili, come quello dell’uomo pakistano riportato da Libero Quotidiano: lo scorso mercoledì, il testimone aveva riferito la presenza di un uomo molto simile a Igor. Trasandato, il volto ferito a sinistra e la maglia sporca di sangue. La presenza di una mano dietro la schiena aveva fatto ipotizzare ad un’arma e così il pakistano era scappato impaurito, in sella alla sua bicicletta. Le segnalazioni aumentano con il passare delle ore e questo fa ben sperare gli inquirenti, sempre più certi di riuscire a rendere davvero contati i giorni da uomo libero del killer di Budrio, dopo un mese di folle fuga. La zona nella quale si aggira ormai sarebbe molto limitata: è qui che il serbo 36enne starebbe costruendo i suoi giacigli di passaggio nel quale restare nascosto momentaneamente di giorno e poi scappare di notte, alla ricerca di cibo, al fine di eludere i controlli che ormai si sono fatti sempre più pressanti al punto da toglierli il fiato. Quale sarà la prossima mossa di Igor Vaclavik?



Questa volta gli uomini impegnati nella caccia a Igor Vaclavik, killer di Budrio ed in fuga esattamente da un mese, c’era davvero vicini. Nella notte tra giovedì e venerdì scorso, come riporta Libero Quotidiano citando Repubblica, uno dei cacciatori ha pronunciato alla radio le seguenti parole: “Agganciato a 600 metri”. Il riferimento era proprio a Norbert Feher, il quale proprio mentre nella bassa pioveva fitto, era passato per un solo istante davanti al raggio a infrarossi del suo fucile, prima di sparire nuovamente. Igor, dunque, è ancora nella zona rossa e da lì non sarebbe mai uscito in tutti questi giorni di folle latitanza. Ad inseguirlo senza sosta, giorno e notte, sarebbero i migliori uomini messi a disposizione dalle Forze dell’ordine italiane: i paracadutisti del Tuscania, i cacciatori di Calabria, le Sos e le Api antiterrorismo. Dopo quanto avvenuto nelle passate ore, presso la caserma di Molinella la delusione era palpabile, ma non è venuto meno l’ottimismo: “Comunque è un buon risultato”. Il cerchio, dunque, si sta stringendo sempre di più attorno ad Igor Vaclavik ed ora gli inquirenti, convinti della sua enorme stanchezza, sperano che possa fare un passo falso per poi essere finalmente fermato. L’obiettivo degli investigatori è proprio questo e non si fermeranno prima di prendere lo spietato killer di Budrio che proprio un mese fa esatto si macchiava del primo omicidio (forse di una lunga serie), quello di Davide Fabbri, barista che si oppose al tentativo di rapina, ferendo a sua volta il suo assassino oggi ancora in fuga.



E’ trascorso un mese esatto dall’omicidio di Budrio commesso da Norbert Feher, alias Igor Vaclavik e nel quale perse la vita, lo scorso primo aprile, il barista Davide Fabbri. E’ il primo dei delitti attribuiti al super ricercato Igor il russo, il latitante 36enne serbo che continua a scappare sebbene abbia alle calcagna oltre mille uomini. Una settimana dopo il terribile omicidio avvenuto nel bar-tabacchi nel Bolognese, si sarebbe consumato quello in provincia di Ferrara, a Portomaggiore, a scapito della guardia ecologica volontaria, Valerio Verri. Da quel momento sarebbe iniziata la fuga ufficiale di Igor la quale non si sarebbe ancora conclusa. Questione di poco tempo, secondo gli inquirenti, anche alla luce dell’ormai evidente stanchezza dell’uomo, ritenuto a gran voce uno spietato assassino, disposto a tutto, meno che a fermarsi. Anche la trasmissione Domenica Live, nella puntata di ieri ha dedicato un ampio comparto alle ricerche in corso di Igor Vaclavik, alla luce delle ultime importanti novità: i militari impegnati nelle ardue operazioni di ricerca, nelle passate ore avrebbero individuato nuove tracce del fuggitivo nei boschi di Argenta, in provincia di Ferrara.



Siamo sempre nella “zona rossa” passata letteralmente al setaccio e dalla quale, si sospetta, Feher non sia mai uscito. Qui, secondo l’inviata della trasmissione di casa Mediaset, sarebbe stata segnalata la presenza del killer di Budrio grazie all’infallibile fiuto dei cani molecolari e per questo sarebbero stati inviati dei droni con luci ad infrarossi, anch’essi alla ricerca di Vaclavik. Le ricerche sono avvenute nella serata dello scorso sabato, poi proseguite anche ieri mattina senza tuttavia esiti positivi, almeno per il momento. Gli inquirenti sono convinti anche del fatto che Igor sia ormai completamente stremato, per questo si sospetta che stia cercando di raggiungere qualche casolare abitato, al fine di poter recuperare del cibo per il suo sostentamento.

Proseguono, intanto, le testimonianze di chi asserisce di aver visto Igor Vaclavik aggirarsi all’interno della “zona rossa”. Secondo il racconto di un uomo, intervenuto ai microfoni di Domenica Live, Igor sarebbe uscito da un boschetto, come accaduto anche in occasione di una seconda testimonianza. L’uomo che ha asserito di aver visto l’assassino di Budrio e di Portomaggiore, indagato anche per il delitto di un metronotte avvenuto nel 2015 e mai risolto, ha deciso di denunciare l’accaduto ma alla trasmissione di Canale 5 avrebbe preferito non mostrarsi in volto, per paura di possibili ritorsioni. Ritenuto assolutamente credibile dalle Forze dell’Ordine, l’uomo ha raccontato di essersi imbattuto in Igor, mentre si trovava nel suo giardino: “Ero in giardino, stavo giocando con il mio cane. Lui è passato davanti al cancello, di corsa, ci siamo guardati negli occhi e poi si è messo a correre”, ha asserito. Il testimone lo avrebbe visto perfettamente in viso, al punto da poterne avanzare una descrizione: “La barba un pochino lunga, i capelli anche un pochino lunghi. Vestito con una maglia nera e pantaloni verde militare”. Quella dell’uomo intervistato da Domenica Live è solo una delle tante testimonianze raccolte fino ad oggi, oltre alle numerose segnalazioni in tutta Italia rivelatesi poco credibili e del tutto infondate.