E’ trascorso oltre un mese dall’inizio della caccia a Igor Vaclavic, il killer di Brudrio e alias di Norbert Feher. Dopo qualche giorno di silenzio sono trapelati alcuni dati importanti, che potrebbero portare le forze dell’ordine a stringere il cerchio nelle prossime ore. In particolare l’impegno delle autorità si sta concentrando sullo smartphone ritrovato lo scorso 3 aprile in uno dei nascondigli del killer e che potrebbe rivelare la presenza di una rete di complici che sta aiutando Igor Vaclavic a fuggire. Sembra inoltre che sia lo stesso dispositivo che il killer ha utilizzato durante l’aggressione a Valerio Verri, la guardia volontaria di Cosandolo, come rivelato da una delle due vittime. “L’ho sentito parlare con un’altra persona”, avrebbe infatti riferito, come riporta Il Resto del Carlino. Le autorità hanno inoltre fatto alcune verifiche nei negozi di elettronica che si trovano fra Bologna e Ferrara, dove viene venduta la marca del cellulare di Igor Vaclavic. Allo stesso tempo si cerca di risalire al codice Imei dello smartphone, opportunamente danneggiato per impedirne l’identificazione. 



E sempre in queste ultime ore è emersa l’importante testimonianza di un agricoltore del bolognese, che avrebbe indicato con certezza uno dei capannoni utilizzati da Igor Vaclavic per nascondersi. La zona rientra nel perimetro perlustrato dalle forze speciali, fra Marmorta e Traghetto, e si trova a poca distanza dalle prime abitazioni dei residenti. “Usa come ripari alcuni capanni”, ha riferito l’agricoltore alle autorità, indicandone in particolare uno meno visibile, all’interno di un boschetto. Le autorità stanno inoltre concentrando l’attenzione sul cellulare dello stesso Valerio Verri, mai ritrovato in seguito alla morte della guardia volontaria. Perplessa invece la famiglia, che non comprende il motivo per cui le forze dell’ordine siano così interessate al cellulare privato di Verri e quale collegamento possa avere con la cattura di Igor Vaclavic. 

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