Sarà portata in giro per l’Europa dal prossimo 15 maggio al 23 luglio come parte di una mostra cosponsorizzata dal Museo Ebraico di Roma e dal Vaticano. Si tratta di un ritrovamento fatto un anno fa circa in Israele di grandissima rilevanza storica ma soprattutto spirituale. Si tratta di una grossa struttura di marmo scolpita che si ritiene facesse parte di una sinagoga del primo secolo dopo Cristo anche se non ne è chiaro l’uso che se ne faceva ai tempi, una delle sette esistenti durante il cosiddetto secondo periodo del Tempio e la prima mai scoperta in Galilea.
Prendendo in esame alcune monete trovate nello stesso posto risalenti al 29 dopo Cristo, si pensa che quasi sicuramente Gesù vi sia entrato diverse volte a insegnare. La sinagoga rimase attiva sino al 67 dopo Cristo e altrettanto sicuramente diversi discepoli la devono avere usata. E’ stata chiamata la “pietra di Maria Maddalena” perché trovata nella città che si ritiene fosse la sua, Magdala, lungo le rive del mar di Galilea. E’ decorata con rilievi tra cui l’unica “merkabah” che si conosca, il simbolo ebraico conosciuto come il trono sulle fiamme.
Recentemente sono state scoperte ben quattro vasche rituali e queste, insieme ai resti di altre sette sinagoghe più la pietra di Magdala confermano che la città fosse una di quelle dell’antico Israele dalla vita religiosa più forte dopo Gerusalemme probabilmente e non solo un importante centro commerciale come si è pensato fino a oggi. Ma naturalmente la cosa più emizionante è pensare che il Cristo abbia camminato e insegnato fra questi resti, sicuramente posando le mani su questa pietra straordinaria.