Un “mister X”, finora sottovalutato nell’ambito del duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza, potrebbe essere in realtà coinvolto nell’assassinio dei due fidanzati di Pordenone. Lo ha riportato La Vita in Diretta, il programma di Rai Uno, che ha sottolineato come la presenza di questo individuo sia emersa nel corso dell’udienza di due giorni fa del processo a carico di Giosué Ruotolo, unico imputato per l’uccisione di Trifone e Teresa. Simone Quarta, un amico di Trifone chiamato a testimoniare dalla difesa di Ruotolo, ha infatti raccontato che la sera del 17 marzo 2015 si stava allenando in palestra con Trifone quando intorno alle 19:35, salutato il commilitone per recarsi alla propria auto, notò quest’uomo abbastanza confuso sostare sulle scale che danno accesso alla sala pesi nell’atto di scambiare qualche parola con gli istruttori, probabilmente con la scusa di volersi iscrivere. L’uomo, mai individuato e identificato, secondo la Procura non avrebbe nulla a che fare con il delitto di Pordenone, ma secondo la difesa potrebbe essere coinvolto con l’uccisione di Teresa e Trifone.
Nel frattempo, nel corso de La Vita in Diretta, è statua data voce anche ai genitori di Giosué Ruotolo, il 27enne di Somma Vesuviana chiamato a rispondere dell’accusa di duplice omicidio. Il padre dell’imputato, presente a tutte le udienze del processo, si è detto “pieno di angoscia” e con “una collera troppo forte per un figlio innocente, che non ha fatto niente”. Dello stesso avviso la mamma di Giosué Ruotolo, che ai microfoni Rai ha dichiarato:”Mio figlio innocente, non sa niente di questa situazione. E quanto prima deve finire questa storia. Giosué è un ragazzo perbene, eccezionale: non avrebbe nemmeno mai pensato di fare una cosa del genere. Io ho sofferto tantissimo, non riuscivo a credere a queste cose. Sono riuscita a superare questa situazione perché prima o poi i consulenti faranno capire che Giosué è innocente. Alle mamme di Teresa e Trifone dico una sola cosa: non inveite contro mio figlio, ma cercate davvero chi è stato, perché ci dev’essere qualcosa di grosso per poter fare un duplice omicidio”.