Colpo di scena sulla vicenda Dj Fabo-Marco Cappato, con il leader radicale che è indagato per aiuto al suicidio in Svizzera del ragazzo disabile morto ad inizio 2017: il gip ha respinto la richiesta di archiviazione compiuta dagli stessi pm milanesi che indagavano sul caso di suicidio assistito, e per dunque si andrà all’udienza del prossimo 6 luglio dove si deciderà in ultima analisi se far scattare il processo o archiviare tutto. Questa mattina il Gip di Milano, Luigi Gargiulo, ha respinto la richiesta nei confronti dell’esponente Radicale, rinviando il tutto al prossimo 6 luglio con una discussione tra le parti, volta a voler approfondire il carico di elementi giuridici che questo caso evidente pone all’attenzione anche al di là del singolo “caso” Dj Fabo. «E’ comunque un segnale positivo, perché significa che vuole approfondire», ha commentato l’avvocato Filomena Gallo, difensore di Cappato.



Tutto era scattato lo scoro 27 febbraio quando Cappato si è autodenunciato per aver accompagnato in Svizzera verso la “dolce morte” Fabiano Antoniani e ora solo dopo l’udienza fissata a luglio si deciderà di archiviare tutto, aprendo un notevole contenzioso di carattere etico-morale-giuridico, oppure disporre ad imputazione coatta, con notevoli altre polemiche di opposto genere. «Le pratiche di suicidio assistito non costituiscono una violazione del diritto alla vita quando siano connesse a situazioni oggettivamente valutabili di malattia terminale o gravida di sofferenze o ritenuta intollerabile e/o indegna dal malato stesso», con queste parole i pm Tiziana Siciliano e Sara Arduini avevano richiesto l’archiviazione di Marco Cappato, proprio per proporre una nuova “versione” del delicatissimo tema sul suicidio assistito.



La difesa di Marco Cappato e lo stesso leader dei Radicali sono però soddisfatti: non capita spesso, come invece è successo oggi sul caso Dj Fabo, che dei pm richiedano l’archiviazione, il gip respinga il tutto e l’imputato sia felice di tutto ciò. Ma il caso è di fatto molto diverso da tutti gli altri e rischia di divenire capostipite di un cambiamento radicale nell’ordinamento giuridico, prima ancora che sul fronte legislativo. Forse anche per questo il gip ha preferito prendere ancora tempo e rimandare tutto ad una discussione ragionata tra le parti il prossimo 6 luglio; «Quella di fissare un’udienza camerale prima di decidere se archiviare o andare avanti – commenta l’avvocato Filomena Gallo, difensore di Cappato – era una decisione nelle possibilità del giudice per le indagini preliminari e noi eravamo in attesa. È comunque un segnale positivo, perché significa che vuole approfondire».

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