Le ultime novità su Igor Vaclavik, il latitante più ricercato d’Italia, sono state riferite dalla trasmissione Pomeriggio 5, dall’inviata in collegamento da Consandolo, in provincia di Ferrara. Stando alle novità emerse dalla giornalista, lungo la strada di Longastrino, frazione di Argenta, sarebbero state ritrovate sacche di flebo usate e svuotate e che in precedenza contenevano zuccheri. Le flebo sono state quindi prontamente repertate dai Carabinieri e saranno ora analizzate al fine di capire se possano c’entrare o meno con la fuga in corso di Norbert Feher, conosciuto come Igor Vaclavik. Questo retroscena potrebbe collegarsi a quanto emerso nelle passate ore dalla medesima trasmissione Mediaset, ovvero alla segnalazione di Igor avanzata da alcune infermiere in una clinica dell’Argentano, che avevano asserito di aver visto un soggetto somigliante all’uomo cercato da migliaia di militari. L’individuo in questione sarebbe stato visto mentre prelevava farmaci e materiale infermieristico dalla clinica.
I cacciatori di Sardegna e Calabria continuano ad essere impegnati nell’arduo compito di braccare Igor Vaclavik, pericoloso killer in fuga da oltre un mese. Come rivela La Nuova Ferrara, ai corpi militari si è aggiunto anche il lavoro del drone pilotato degli ex Corpo Forestale dell’Aquila, con il quale ieri è stata battuta la zona tra Argenta e Bando. Le ispezioni ed i blitz hanno riguardato in particolare i casolari abbandonati e l’area protetta nella quale stazionano le cicogne. Nella serata di ieri, poi, si è registrata l’irruzione delle Forze speciali in tre edifici diroccati e pericolanti ma che potrebbero ugualmente ospitare Igor il russo, nel podere “Braglia”. I tre ruderi alle porte di Argenta non erano mai stati ispezionati prima d’ora ma l’attenzione si è concentrata su di loro in seguito alla segnalazione di un cittadino che ha evidenziato anche alcuni validi motivi: la vicinanza ad alcuni orti ed alle isole ecologiche dove il super ricercato potrebbe trovare viveri a sufficienza per sfamarsi nel corso della sua interminabile fuga. Eppure, dall’intervento effettuato anche attraverso la presenza delle unità cinofile, non sarebbe emerso alcun dato favorevole ai fini delle indagini, ma ha comunque portato ad un po’ di tranquillità in favore degli abitanti del posto.
La caccia a Igor Vaclavik, lo spietato killer di Budrio, prosegue incontrastata con continui blitz da parte delle Forze Speciali. L’ultimo è stato compiuto nelle passate ore all’interno di una cascina di Argenta ed ha visto impegnati alcuni cacciatori di Calabria specializzati nella cattura di pericolosi latitanti. Gli inquirenti che da oltre un mese indagano su Norbert Feher, infatti, non escludono alcuna pista, inclusa quella secondo la quale il latitante serbo potrebbe aver trovato rifugio all’interno di abitazioni private e non solo nei tanti giacigli rinvenuti nelle campagne e nei boschi che compongono la “zona rossa”. E’ quanto emerso dalla trasmissione Pomeriggio 5, che ha fatto chiarezza sulla recente iniziativa dei Carabinieri, quella di stazionare nelle ore notturne nei pressi delle cascine – abitate e non – del posto.
Intanto il lavoro dei cacciatori di Calabria prosegue e l’intento è quello di trovare “tracce di transito” di Igor il russo, al fine di comprendere fino in fondo quali siano le abitudine del killer, quali i movimenti e valutare così la possibilità di controllare le abitazioni del posto che potrebbero essere abitate ma non in modo continuativo. Non si esclude, dunque, che Igor-Norbert possa aver studiato a fondo anche questo modo alternativo per trovare rifugio, all’interno di strutture nelle quali potrebbe trovare non solo riparo ma anche beni di sopravvivenza. Questo spiegherebbe come mai, da oltre 30 giorni, il 36enne serbo sia riuscito a proseguire indisturbato nella sua folle fuga, nonostante le sue tracce siano state fiutate dai cani molecolari che avrebbero confermato diverse zone in cui l’assassino di Budrio e Portomaggiore avrebbe transitato.
Le ardue operazioni di ricerca di Igor Vaclavik non si fermano, dunque, neppure di notte. Numerose le squadre di uomini impegnate nella caccia allo spietato killer di Budrio, affiancate dalle unità cinofile ed, in ultimo, anche da uno speciale aereo, il “Predator”, un particolare “drone” come erroneamente definito dagli abitanti del Ferrarese. Il “drone” in questione e che avrebbe sorvolato nelle ore scorse i cieli dell’Argentano, come rivela La Nuova Ferrara nell’edizione online sarebbe in realtà un aereo a pilotaggio remoto, gestito a distanza da una base militare nella quale giungerebbero tutte le immagini riprese anche attraverso i visori termici e di notte, che permetterebbero l’individuazione di essere viventi (animali e persone).
Mentre in Iraq e Afghanistan questo aereo viene utilizzato dall’esercito americano armato di bombe e missili, qui in Italia è ora impiegato nella caccia a Igor-Norbert, munito di parabole, sensori, telecamere speciali e fotocamere. Ora, dunque, gli inquirenti si affidano anche al cielo nel tentativo di riuscire, dopo oltre un mese, a catturare l’instancabile latitante accusato degli omicidi di Davide Fabbri (il barista di Budrio) e Valerio Verri (la guardia ecologica di Portomaggiore). Il Predator viene impiegato soprattutto nelle ore notturne, come evidenziato agli abitanti dell’Argentano, ormai esausti ed impauriti. La zona prediletta, in realtà, sarebbe quella nella quale sorge la discarica comunale di Argenta, nei pressi del casolare nel quale nel novembre 2010 Igor Vaclavik fu arrestato per la serie di rapine commesse in zona. Muta, dunque, la strategia adottata da chi conduce ogni giorno le ricerche del killer e che mira ora a mettere in campo in maniera del tutto differente le forze impegnate nell’ardua caccia all’uomo.