Nel corso di un colloquio tra Freddy e la sua ex fidanzata, come emerso nella prima udienza del processo, l’argomento centrale fu la villa dell’uomo, in via Sabbioni, dove si suppone sia stata uccisa Isabella Noventa. Sorgato vorrebbe sbarazzarsene prima che possa finire nelle mani delle parti civili (come risarcimento); la donna mette in dubbio la semplicità della compravendita per via dell’omicidio commesso proprio al suo interno. “Non è mica stata uccisa qua… Il cadavere? Non lo troveranno mai”, sarebbe stata la replica di Freddy Sorgato. E’ sempre l’assenza del corpo l’oggetto di una conversazione tra l’autotrasportatore in carcere ed un compagno di cella al quale avrebbe rivelato di aver gettato il cadavere dell’ex fidanzata in un cassonetto, destinato all’incenerimento. Alla madre avrebbe invece asserito: “Isabella? L’ho buttata in acqua, così non la troveranno mai”. Incastrata da un’intercettazione anche Debora, che sempre alla madre Dolore Rossi, durante un colloquio e parlando del corpo della vittima aveva fatto intendere a gesti come il corpo fosse ormai in un posto lontano. Sono queste le intercettazioni che incastrerebbero i due fratelli che ora rischiano l’ergastolo, come emerso ai margini dell’ultima udienza del processo che si è avuta oggi. Per le richieste da parte dell’accusa occorrerà attendere la prossima settimana, mentre già il 6 giugno prossimo potrebbe giungere l’attesa sentenza a carico del “trio”, il quale secondo la requisitoria del pm avrebbe ucciso la segretaria per rabbia, odio e gelosia. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Mentre è proseguita la requisitoria del pm sul caso Isabella Noventa, i tre accusati di omicidio e occultamento di cadavere sono rimasti non solo in silenzio ma completamente impassibili: come riporta Padova Oggi, in Tribunale Manuela Cacco, Debora e Freddy Sorgato sono rimasti fermi e immobili mentre ascoltavano le accuse della procura contro di loro, quasi 300 pagine di requisitoria. Secondo il pm Falcone, «il movente dell’omicidio sarebbe la gelosia. Un sentimento che avrebbe spinto Debora Sorgato ad uccidere Isabella, gelosa del rapporto con il fratello, e al tempo stesso preoccupata che la donna si potesse attaccare ai soldi di Freddy», come riportato i colleghi presenti al processo di Padova Oggi. in origine a tutto ci sarebbe anche un sentimento di rabbia per le varie pene d’amore del fratello e sarebbe dunque Debora Sorgato la vera esecutrice del delitto, almeno secondo il pm: «parlando con la madre del cadavere, Debora avrebbe compiuto un gesto che starebbe ad indicare che il corpo è stato occultato lontano». (agg. di Niccolò Magnani)



E’ ricominciato questa mattina il processo sul delitto di Isabella Noventa e che vede nuovamente in aula i tre imputati: Freddy Sorgato, la sorella Debora e Manuela Cacco. A riprendere la parola è stato il pm Giorgio Falcone che, dopo aver iniziato la sua lunga requisitoria lo scorso martedì, in apertura di processo, è ormai vicino alla richiesta delle pena a carico del trio diabolico accusato di aver ucciso la segretaria 55enne e distrutto il suo cadavere. A tal proposito, come rivela Il Gazzettino nell’edizione online, stando alle indiscrezioni è possibile che la pubblica accusa avanzi la pena dell’ergastolo per tutti e tre gli imputati, sebbene c’è il dubbio che la tabaccaia veneziana possa ricevere una richiesta inferiore per il ruolo che avrebbe avuto nel delitto di Isabella Noventa. Nel frattempo, sono emerse alcune indiscrezioni anche sull’atteggiamento adottato in aula dai due fratelli Sorgato e dalla Cacco, rispettivamente ex amante di Freddy ed ex amica di Debora: il trio non avrebbe tradito alcuna emozione ed avrebbe ascoltato impassibile la lettura delle oltre 300 pagine di requisitoria da parte del pm Falcone. Quest’ultimo ha avanzato in aula anche il possibile movente, ovvero l’odio di Debora e Manuela nei confronti della vittima, ma ci sarebbero in ballo anche questioni di natura economica.



Riprende oggi il processo con rito abbreviato sul delitto di Isabella Noventa, la segretaria di Albignasego uccisa in circostanze ancora misteriose oltre un anno fa. Protagonisti indiscussi del secondo appuntamento in aula saranno Freddy Sorgato, la sorella Debora e l’ex amante Manuela Cacco, i quali dovranno rispondere tutti di omicidio premeditato e distruzione di cadavere (a differenza della tabaccaia veneziana imputata anche di simulazione di reato e stalking ai danni della 55enne uccisa). La prima udienza dello scorso martedì si è aperta con un inaspettato colpo di scena: l’autotrasportatore ed ex fidanzato di Isabella, dopo essere stato per un anno in silenzio, crogiolandosi dietro la sua unica versione, quella cioè dell’incidente erotico dagli esiti drammatici, ha presentato al giudice Tecla Cesaro un documento scritto a mano nel corso della sua detenzione. Si tratta, come rivela Il Gazzettino, di un memoriale di cinque pagine contenente la sua verità sulla notte del delitto di Isabella Noventa, ora entrato ufficialmente a far parte del fascicolo del processo.

Nel documento, l’imputato ha ripercorso le fasi della conoscenza con Isabella Noventa, fino alla rottura a causa dell’eccessiva gelosia di lei e al loro riavvicinamento, nell’ambito del quale la donna gli avrebbe chiesto di diventare “amici di letto”. Freddy Sorgato ha quindi descritto le loro serate a base di pizza e sesso, incontri che avvenivano circa ogni 10 giorni, in casa dell’uno o dell’altra. Quindi, la descrizione di quel 15 gennaio di un anno fa. Sorgato ha ribadito quanto avvenuto prima dell’omicidio: una serata trascorsa insieme in pizzeria, poi il mal di testa di lui, il ritorno a casa per prendere una pastiglia. Quindi l’incontro sessuale durante il quale si sarebbe consumato il gioco erotico con successivo malore da parte di Isabella. “L’ho subito soccorsa, ma ho capito che era morta. Impaurito e preso dal panico ho messo il corpo in un sacco di nylon e mi sono fatto una doccia”, si legge nel memoriale shock consegnato al giudice e che riconfermerebbe la stessa versione resa dall’uomo al Gip due giorni dopo il fermo.

Dopo la consegna della memoria su come sarebbero andate le cose, almeno secondo la versione di Freddy Sorgato, la parola è passata al pubblico ministero Giorgio Falcone, in vista della sua durissima requisitoria che non ha lasciato scampo ai tre imputati: sarebbe stato proprio il “trio diabolico” ad uccidere Isabella Noventa. Non avrebbe alcun dubbio il pm che, in aula, come riporta Il Mattino di Padova nell’edizione online, ha rivelato la novità che confermerebbe l’elemento della premeditazione del delitto. La lunga requisitoria da parte del pm Falcone nell’ambito dell’udienza di apertura del processo sul delitto di Isabella Noventa si è conclusa nel tardo pomeriggio di martedì, ma riprenderà oggi, in occasione del secondo appuntamento in aula, durante il quale potrebbe concludersi. Nella prima data, la pubblica accusa ha rivelato solo un terzo dell’articolata e complessa requisitoria contro il terzetto ritenuto responsabile dell’omicidio della segretaria e dalla quale sarebbe emersa con evidenza la premeditazione messa a punto dai due fratelli Sorgato.

Entrambi sarebbero stati incastrati, a loro insaputa, da una serie di intercettazioni in carcere nell’ambito di alcuni distinti colloqui che sarebbero stati anche filmati. Si tratta di intercettazioni importantissime in quanto conterrebbero la confessione del delitto di Isabella Noventa oltre che la rivelazione della soppressione del suo cadavere, poiché il suo eventuale ritrovamento avrebbe potuto portare a svelare la sequenza di un delitto che si suppone sia stato efferato in ogni sua fase. Nella nuova udienza, come anticipato dall’avvocato Balduin, difensore del fratello della vittima, il pm riprenderà esattamente dalle bugie del terzetto imputato.