Era stata ipotizzata per oggi la deposizione attesissima di Antonio Ciontoli, nell’ambito della nuova udienza del processo sul delitto di Marco Vannini. Ed invece, come riporta il portale TerzoBinario.it, occorrerà attendere il prossimo 6 luglio prima di vedere il principale indagato alla sbarra. In quell’occasione, il capofamiglia di casa Ciontoli risponderà al fuoco di domande del pubblico ministero D’Amore, e non si esclude che lo stesso possano fare altri imputati a processo per l’omicidio del giovane di Cerveteri. Oggi, intanto, a prendere la parola nell’ambito dell’ottava udienza sono stati due testimoni: il datore di lavoro di Marco e che vide per l’ultima volta il giovane proprio il giorno della sua uccisione, ed una giovane vicina di casa dei Ciontoli, che ha riferito quanto vide ed udì la sera dell’omicidio, durante la quale sentì le urla di dolore, incomprensibili, della vittima, anche se Viola Giorgini si giustificò asserendo che il giovane fosse in pieno attacco di panico. La prossima udienza si svolgerà il prossimo 14 giugno.



Anche l’ottava udienza del processo sulla morte di Marco Vannini, si è conclusa senza dare spazio alle parole dell’imputato Antonio Ciontoli, l’uomo che ha ammesso di aver esploso il corpo mortale. In aula, il capofamiglia era presente, al pari dei genitori della vittima 20enne. Un’udienza, quella odierna, attesissima e giunta soprattutto dopo lo slittamento del mese scorso. Come rivela TerzoBinario.it, l’udienza ha preso il via poco dopo le 10:30 di questa mattina con la richiesta dell’avvocato Messina di poter sentire gli operatori Ares, testimoni ai quali la parte civile aveva rinunciato. Si tratta di coloro che risposero alle telefonate partite da casa Ciontoli, con riferimento particolare alla telefonata uscita dall’Ares e diretta a casa Ciontoli alle ore 00:13 del 17 maggio 2015. E’ stato così fatto riascoltare l’audio della prima telefonata al 118 con protagonista Federico Ciontoli, fratello della fidanzata Martina, che alle richieste di maggiori spiegazioni da parte dell’operatrice passò la cornetta alla madre Maria Pezzillo, anche lei imputata. A commentare l’inizio piuttosto doloroso dell’udienza, alla trasmissione Chi l’ha visto 12.25 è stata Marina Conte, madre di Marco Vannini, che ha ribadito l’immenso dolore nel risentire ancora una volta le urla del figlio attraverso quelle telefonate shock, “anche se sono continuamente nella mia mente”, ha commentato la donna. “Ora sono state sentite in aula davanti ai giudici e quindi mi rimetto ai loro giudizi”, ha chiosato la madre di Marco.



Il processo sulla morte di Marco Vannini, il 20enne di Cerveteri ucciso in casa della fidanzata Martina Ciontoli, a Ladispoli, la sera del 17 maggio 2015, si rinnova oggi con una nuova udienza. Siamo giunti all’ottavo appuntamento con la giustizia, dopo lo slittamento del mese scorso. Inizialmente fissata per lo scorso 12 aprile, l’udienza al cospetto della Corte d’Assise di Roma era saltata in seguito alla protesta indetta dalla giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane e slittata alla giornata odierna. Un mese di attesa ma in vista della ripresa del procedimento che, come sappiamo, vede alla sbarra l’intera famiglia Ciontoli, a partire da Antonio, padre della fidanzata di Marco Vannini, dalla cui arma partì il colpo mortale. Dell’accusa di omicidio volontario in concorso dovranno rispondere anche la moglie del capofamiglia, Maria Pezzillo, ed i due figli, Martina e Federico Ciontoli, mentre la ragazza di quest’ultimo, Viola Giorgini, è imputata per il solo reato di omissione di soccorso.



Per la giornata di oggi, come ricorda il portale TerzoBinario.it, saranno chiamati a testimoniare davanti alla Corte d’Assise, i testimoni indicati dalla parte civile. A tal proposito è atteso il datore di lavoro di Marco Vannini, il quale lavorava come bagnino nella stagione estiva, ma anche una vicina di casa dei Ciontoli. Si tratta della donna che agli inquirenti raccontò ciò che vide e soprattutto sentì nei concitati quanto interminabili minuti tra lo sparo e l’arrivo dei soccorsi. L’attesa maggiore in vista della nuova udienza del processo è però tutta concentrata sulla deposizione di Antonio Ciontoli, la cui decisione di rompere il silenzio era stata avanzata dal suo legale, l’avvocato Andrea Miroli, già ai margini dell’udienza dello scorso 13 marzo. Cosa dirà in aula il presunto responsabile dello sparo?

Un’udienza particolarmente attesa, quella di oggi nell’ambito del processo nel corso del quale si sta cercando di far luce sulla morte di Marco Vannini. In aula, Antonio Ciontoli avrà modo di dire la sua verità su quanto avvenne la sera del 17 maggio di due anni fa, all’interno della sua abitazione. Il principale imputato ha sempre sostenuto, finora, come lo sparo partito dalla sua arma sia avvenuto “per errore”, sebbene le indagini e le testimonianze raccolte abbiano smentito le parole dell’uomo. Non è escluso, infatti, che ad anticipare la tragedia vi fu una lite piuttosto accesa tra i due fidanzati. Negli ultimi tempi, era nota la gelosia di Martina Ciontoli contraria alla volontà di Marco Vannini di intraprendere la carriera Militare.

Ciò potrebbe essere stato l’argomento centrale della serata e che avrebbe visto contrario anche il padre militare della ragazza. Potrebbe essere questo il retroscena dell’intera vicenda attorno alla quale si concentra la grande attenzione degli italiani? L’ipotesi è stata avanzata qualche settimana fa dalla trasmissione di La7, Bianco e Nero, come riportato da Urban Post, nell’ambito della quale erano state trasmesse le parole dello zio di Marco Vannini: “A un certo punto Marco mi si presentò in ufficio dicendomi che si sentiva boicottato e che non volevano che lui partisse. Dissi che lo avrei aiutato. Mi chiese che la cosa rimanesse tra noi perché altrimenti avrebbe litigato di brutto”. Voci di una lite, in casa Ciontoli, prima dello sparo sarebbero state udite anche dai vicini di casa. Anche per tale ragione avrà una elevata importanza la deposizione di oggi in aula della vicina della villetta di Ladispoli nella quale si consumò il dramma quasi due anni fa.