Choc, bufera e divisioni: le parole scritte da Padre James Martin su Facebook riguardo il mondo Lgbt rappresenta da un lato una nuova apertura della Chiesa rispetto alle persone omosessuali e dall’altro una rischiosa incrinatura rispetto ad una parte più conservatrice tra gli stessi cattolici, specie per come è maturata questa “uscita”. Pochi giorni fa il vescovo di Lexington, John Stown, ha incontrato il gruppo New Ways Ministry, cattolici che sostengono gruppi trans, gay, lesbiche e bisessuali all’interno della Chiesa. Ebbene, di fronte ai tanti commenti non proprio positivi apparsi sui social dopo questa iniziativa, il nuovo consulente della Segreteria per la Comunicazione del Vaticano, proprio padre James Martin, ha voluto rispondere a tono. «Un altro segno di benvenuto e di costruzione di ponti»: il messaggio di apertura segue in fede i continui messaggi di Papa Francesco che non condannano uomini e donne LGBT (ma che ricordano sempre anche il peccato di una vita contro natura e contro il rapporto voluto da Dio per uomo e donna, ndr). In tanti però non hanno apprezzato il passaggio sottolineato dal consulente del Santo Padre che allora si è armato di ironia e buongusto e ha risposto a tono, sempre sui social dimostrando anche una certa dimestichezza con la materia.
«Alcuni santi erano probabilmente gay. Una certa parte dell’umanità è gay. Anche una certa parte dei santi poteva esserlo. Potresti essere sorpreso quando in Paradiso verrai salutato da uomini e donne Lgbt». Tema spinoso quello toccato da Padre Martin visto che di certo all’interno della lunga storia della Chiesa ci saranno stati donne, uomini e santi omosessuali ma con una precisazione che dal post di Padre Martin forse è reso meno chiaro. Un conto è l’omosessualità e un altro è la pratica dell’omosessualità: i santi, come i tanti cattolici che si ritrovano nell’orientamento sessuale verso il proprio stesso genere, sono invitati (come del resto tutti i cattolici) a vivere l’insegnamento di Gesù all’interno della propria vita, uomo, donna, gay, peccatore, santo che siano. Come del resto ripete lo stesso Papa Francesco, la condanna va al peccato e mai, per nessun motivo, al peccatore.