Orrore in un asilo a Sud di Roma, dove sarebbe stato scoperto al suo interno un vero e proprio “fight club” messo in scena, secondo il pm Lina Corbeddu, da una maestra della stessa struttura. A riportare la vicenda è il quotidiano Il Tempo, che rivela come la maestra in questione abbia trasformato i piccoli allievi in veri e propri bambini da combattimento, costringendoli a picchiarsi tra di loro. Non solo: in questo posto che si fa fatica a definire un asilo, non sarebbe stata ammessa la disabilità, motivo per il quale bimbi di appena tre anni venivano costretti persino a pulire la pipì da terra. Secondo le indagini condotte, oltre alle responsabilità della maestra sarebbe emerso come la stessa direttrice dell’asilo sapesse cosa avveniva all’interno della struttura, ma avrebbe preferito tacere.
Per tale ragione il pm ha chiesto a carico della “maestra” 3 anni e 8 mesi di reclusione e a carico della direttrice 2 anni e 10 mesi. La vicenda inquietante e che non smette di destare rabbia e scalpore, risalirebbe al 2013. A far venire alla luce l’orrore che si consumava all’interno dell’asilo della Capitale, e che vantava la presenza di bambini istigati a picchiarsi a vicenda, sarebbe stata una collega della maestra accusata, dopo aver assistito ai maltrattamenti da parte di quest’ultima a scapito dei piccoli ospiti della struttura.
Aperto il vaso di Pandora, la collega avrebbe registrato una sua conversazione con l’insegnante accusata, che avrebbe confermato i maltrattamenti, giustificandoli e definendoli “metodi che seppur anti educativi producono effetti desiderati”, tanto da esclamare: “Funzionano!”. Quello che accadeva nell’asilo degli orrori, a detta della stessa indagata, rientrava nella sua “didattica”. Per tale ragione in un’altra occasione aveva ordinato ad un bambino di dare uno schiaffo sulla bocca ad un suo compagno. La collega aveva cercato di far comprendere la non validità dei metodi adottati, ma gli inquirenti avrebbero intravisto all’interno della struttura un grande clima di omertà, messo in atto a partire dalla direttrice. La denunciante aveva portato alla luce una serie di episodi raccapriccianti e che lasciavano intendere l’intenzione della collega di insegnare ai bambini a combattere tra di loro, a reagire alla violenza, continuando ad incitare i piccoli anche di fronte alle lacrime. Le vittime erano tutti bambini di età compresa tra i 2 e mezzo e i 6 anni, non solo lasciati combattere tra loro ma anche picchiati dalla stessa maestra e insultati con epiteti del calibro di “zozzo, scemo, sudicione, schifoso, bastardo”. Insegnante e direttrice che ha preferito tacere le violenze che si consumavano nel suo asilo, restano ora in attesa di una sentenza giusta che possa mettere per sempre la parola fine all’incubo vissuto dai numerosi bambini.