La zia delle tre vittime rimaste uccise nel camper rom andato a fuoco in zona Centocelle a Roma, la notte tra martedì e mercoledì scorso, ha raccontato al quotidiano Il Tempo un retroscena choc. Elisabeth, la 20enne rimasta vittima, era riuscita a mettersi in salvo ma ha sacrificato la sua vita nel tentativo, vano, di risparmiare dalle fiamme le due sorelline di appena 8 e 5 anni. La donna lo ha riferito tra le lacrime: “Non c’ha pensato due volte a rientrare nel camper per provare a tirarle fuori. Solo che poi da quell’inferno non è più uscita nemmeno lei”. Un gesto eroico, quello di Elisabeth, ma che non è bastato a salvare da una morte certa lei e le sue due sorelline. Tanta la rabbia ed il dolore nel campo rom della Barbuta, dove però il movente resta un mistero anche tra gli stessi nomadi. Eppure, è la zia delle tre vittime a confermare come i Halilovic avessero ricevuto minacce anche nelle passate settimane. “Tra zingari basta una cosa piccola”, ha commentato, rivelando i mittenti delle minacce, ovvero rom del campo di via Salviati e che dal giorno della tragedia del camper rom andato a fuoco viene presidiato dai poliziotti nel tentativo di bloccare eventuali ritorsioni che andrebbero ad avvalorare la tesi della faida tra rom sostenuta anche dagli inquirenti.



Gli altri nomadi dei campi rom vicini al luogo della tragedia, il parcheggio dove si era stabilita la famiglia numerosa di Elisabeth, Francesca ed Angelica, morte nell’incendio al camperappiccato con una molotov, ora minacciano di ammazzare i responsabili dell’atroce gesto. Intanto nel pomeriggio di ieri presso la Basilica di Santa Maria in Trastevere si è svolta una veglia in memoria delle tre vittime del rogo, alla quale ha preso parte anche la madre, una zia e gli altri otto fratelli fortunatamente scampati alla morte. Alla veglia hanno partecipato anche alcuni bambini rom con addosso una maglia riportante la scritta: “Non solo pericoloso, sono in pericolo”. A manifestare grande solidarietà alla famiglia colpita dalle tre importanti perdite è stata l’intera comunità di Roma Centocelle, la quale ha esposto uno striscione nel luogo della tragedia: “Sono morti del quartiere. Siamo tutti coinvolti”. Le indagini intanto continuano ed a finire nel mirino sarebbe un uomo, ora sospettato, ripreso dalle immagini delle telecamere. E mentre continuano le sue ricerche, i campi rom sono stati passati al setaccio ed ora super sorvegliati.

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