È arrivata la clamorosa condanna per il giovane 22enne russo Ruslan Sokolovsky, reo di aver giovato in Chiesa a Pokemon Go, la popolarissima app-gioco che nei mesi scorsi ha creato una vera e propria “pandemia” mondiale. Il giovane vlogger, molto conosciuto in Russia, si è ripreso lo scorso agosto mentre giocava in Chiesa a Pokemon Go, postando il video su YouTube. Sokolovsky era andato a caccia di Pokémon nella cosiddetta Cattedrale sul sangue di Ekaterinburg, costruita sul luogo dove l’ultimo zar, l’imperatore Nicola II di Russia. Ruslan durante il processo si è sempre dichiarato non colpevole, spiegando di non aver avuto alcuna intenzione di offendere qualcuno né di incitare all’odio religioso. «Se qualcuno si è sentito offeso dal video che ho pubblicato sul blog, chiedo sinceramente scusa.
Io sono un ateo convinto, ma non ho nulla contro le religioni. Sono per la parità di diritti per tutti», aveva dichiarato davanti ai giudici russi il popolare vlogger. Non è bastato visto che la Corte lo ha condannato a tre anni e anche a 160ore di lavori socialmente utili: di fatto lo stesso reato è costato due anni alle Pussy Riot che nel 2012 avevano cantato nella Cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca. Voleva essere una bravata quella di Ruslan, per sfidare le autorità russe che avevano minacciato in piena Pokemon Go-Mania chiunque avesse giocato in un edificio di culto con il proprio smartphone. Quel “gioco” il povero Ruslan ora se lo ricorderà per un bel pezzo…