Torna d’attualità il caso relativo alla scomparsa di Mayang Prasetyo, trans indonesiana che fu brutalmente uccisa nel 2014 dal compagno Marcus Peter Volke, ex gigolò diventato poi chef, suicidatosi dopo aver commesso il delitto. L’inchiesta si è finalmente conclusa, facendo emergere una verità agghiacciante. Il caso fu liquidato all’epoca come una escalation di violenza domestica, ma la scena del crimine ha fornito ulteriori dettagli sull’omicidio e l’inchiesta ha fatto definitivamente chiarezza su quanto accaduto. Ecco, dunque, quanto ricostruito dall’Australian Associated Press. La polizia, allertata dai vicini per l’odore tremendo, interrogò Marcus Volke fuori dall’appartamento, permettendogli di tornare all’interno per sistemare i cani in modo che potessero entrare. L’uomo, invece, chiuse la porta dietro di sé e uscì dalla parte posteriore dell’edificio. Fu poi trovato morto in un cassonetto della spazzatura.



Quando la polizia fece irruzione nell’appartamento pensò di ritrovarsi di fronte la scena di uno scherzo di Halloween, perché il cattivo odore non era coerente con quello di corpi decomposti. Trovò poi alcuni dei resti di Mayang Prasetyo in un sacchetto nero della spazzatura all’interno della lavatrice nell’appartamento del suo partner, che tra l’altro – stando a quanto rivelato da un medico di Newstead – avrebbe sofferto di problemi di salute mentale. Inoltre, furono trovati i suoi piedi in una pentola in cucina; alla base del frigorifero invece una pozza di sangue. Si sostiene, dunque, che l’assassino abbia fatto a pezzi Mayang Prasetyo e abbia tentato di cucinarne gli altri. A detta degli agenti ci sono voluti quattro giorni per ripulire la scena del crimine.

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