Non erano previsti grandi colpi di scena con l’inizio del processo sul delitto di Isabella Noventa, ed invece almeno due ne sono accaduti nel corso della passata settimana, esattamente tra la prima e la seconda udienza. Il primo è avvenuto quasi subito, in seguito alla consegna da parte di Freddy Sorgato, al giudice, di una lettera, un memoriale di quasi 5 pagine nel quale l’imputato racconta la sua verità e spiega come è morta la sua ex fidanzata, nonché segretaria 55enne di Albignasego. Il secondo è stato invece rappresentato da una lettera, questa volta scritta dalla sorella Debora e destinata a Barbara d’Urso, letta nel corso di una delle ultime puntate di Pomeriggio 5. Per la seconda volta la donna decide di affidarsi alla trasmissione Mediaset per raccontare anche la sua di verità. Il vero e clamoroso colpo di scena tuttavia, lo riservano le sue parole dalle quali emerge in modo chiaro ed inequivocabile la presa di posizione ma soprattutto di distanza dal fratello, al quale sembrava legata in modo quasi morboso.
“Voglio rendere pubblico che per me mio fratello non esiste più, lui mi ha messo in questa situazione e non fa niente per dimostrare la mia innocenza”, ha asserito Debora, attaccando duramente Freddy Sorgato. Poi si rivolge nuovamente al fratello coinvolgendo anche l’ex amante Manuela Cacco: “le vostre menti malate hanno rovinato l’esistenza di tutti noi e delle nostre famiglie, mettetevi una mano sulla coscienza e dite la verità”. La missiva choc si chiude con le scuse, giunte per la prima volta, alla famiglia della vittima.
La scorsa settimana ha preso ufficialmente il via il processo sul delitto di Isabella Noventa. Due le udienze che si sono celebrate a distanza ravvicinata e che hanno visto protagonista il pm Giorgio Falcone, con una requisitoria fiume che andrebbe ad evidenziare le dettagliate responsabilità del terzetto. Freddy Sorgato, la sorella Debora e l’ex amante Manuela Cacco erano presenti in aula in entrambe le udienze del processo con rito abbreviato che si sta celebrando in questi giorni. Tutti e tre, accusati dell’omicidio volontario premeditato e della distruzione del cadavere di Isabella Noventa, uccisa la notte tra il 15 ed il 16 gennaio 2016, non avrebbero tradito alcuna emozione. Come se la faccenda non li riguardasse da vicino, ha commentato l’avvocato Balduin, difensore del fratello della vittima. La seconda giornata dedicata alla dura requisitoria del pubblico ministero è stata anche la più intensa, come evidenzia Il Mattino di Padova nell’edizione online. Quella dello scorso giovedì, infatti, è stata l’udienza nella quale il pm ha messo in luce il piano diabolico premeditato sin nei minimi dettagli dal “trio diabolico”.
Un lavoro certosino che ha portato Falcone ad individuare tutti i tasselli dell’intricato puzzle e che incastrerebbero alle proprie responsabilità i fratelli Sorgato e la Cacco. Quest’ultima, insieme all’amica Debora avrebbe messo in atto una vera e propria “strategia della tensione” al fine di screditare Isabella Noventa agli occhi dell’ex fidanzato Freddy, sebbene lo stesso nel suo “memoriale” abbia descritto il loro rapporto bollandolo come “amici di letto”. Il giorno precedente al delitto della segretaria 55enne, ci fu un intenso scambio di telefonate sospetto: tutto sarebbe partito da una telefonata tra Freddy e la vittima, durata 48 minuti. Appena 23 secondi dopo, Freddy contattò la sorella Debora stando con lei al telefono 10 minuti. Di seguito la donna chiamò Manuela Cacco per circa mezzora, oltre ad un fitto scambio di sms. A tradire le due donne sarebbero proprio i messaggi scambiati e dai quali emergerebbe la premeditazione dell’omicidio di Isabella Noventa. “Ti ha detto della pizza?”, chiede Debora. “A quest’ora domani sarà tutto sistemato”, replica la Cacco. Una frase, questa, che per il pubblico ministero racchiude la tragica morte di Isabella Noventa.
Ancora telefonate fra il terzetto imputato, per un totale di ben sei ore, caratterizza il giorno del delitto di Isabella Noventa. Troppe, per l’accusa, che nel corso della requisitoria ha avanzato un altro determinante elemento contro i fratelli Sorgato e Manuela Cacco. Si tratta dell’incontro avvenuto tra Freddy e Debora, la sera del delitto della segretaria, prima che l’autotrasportatore andasse a prendere la sua ex fidanzata per andare in pizzeria. L’uomo passa da casa della sorella nella quale resta per circa mezzora. Nel medesimo frangente sarebbe partita una telefonata alla tabaccaia veneziana. L’ennesima prova, secondo l’accusa, della premeditazione del delitto: il trio con gli ultimi contatti, avrebbe messo a punto i dettagli conclusivi prima di passare all’azione. Sono i tabulati telefonici, dunque, la prova schiacciante del delitto di Isabella Noventa. Quell’intenso groviglio di telefonate che conterrebbe la premeditazione da parte del trio, il quale ha continuato a rimanere impassibile per tutta la durata della requisitoria. Atteggiamento, questo, che confermerebbe l’inaudita freddezza degli imputati, certi di poterla fare franca in assenza del corpo della vittima. Il prossimo giovedì il processo riprenderà e quasi certamente conosceremo le richieste di condanna da parte del pm. Non si esclude che tutti e tre gli imputati possano andare incontro alla pena dell’ergastolo. In attesa della sentenza, quasi certamente prevista per il 6 giugno, la parola passerà poi alle rispettive difese per le ultime carte che potrebbero contemplare nuovi colpi di scena.