Il delitto di Fortuna Loffredo, la bambina precipitata dai piani alti dell’edificio in cui viveva nel Parco Verde di Caivano, ha vissuto alcuni giorni fa una nuova clamorosa svolta. Nel corso dell’udienza in Corte d’Assise a Napoli, non ci sono state soltanto le dichiarazioni di Marianna Fabozzi, l’ex compagna che ha di fatto scagionato Raimondo Caputo dall’accusa di omicidio confermando che al momento del delitto si trovasse in strada. Proprio l’imputato, infatti, ha accusato non soltanto la Fabozzi dell’omicidio, ma ha anche puntato il dito contro la migliore amica di Fortuna, la figlia maggiore di Marianna che lui aveva ammesso di aver toccato in più occasioni. La bambina, considerata una supertestimone, aveva inchiodato Caputo dicendo di averlo visto nell’atto di lanciare nel vuoto la piccola Fortuna. Adesso l’accusa si ribalta: secondo “Titò”, infatti, proprio la ragazzina avrebbe aiutato la mamma Marina Fabozzi a sbarazzarsi della povera Fortuna Loffredo. (agg. di Dario D’Angelo)



Il processo sulla terribile morte di Fortuna Loffredo procede ed anche nell’ultima udienza che si è svolta lo scorso mercoledì, sono emersi nuovi raccapriccianti retroscena che contribuiscono a rendere sempre più inquietante la fine della bimba di sei anni. Chicca fu trovata senza vita il 24 giugno 2014, dopo essere precipitata dai piani alti del palazzone nel quale viveva, nel Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli. Per l’accusa, a gettarla fu Raimondo Caputo, detto “Titò”, in carcere per l’omicidio di Fortuna ma anche per la gravissima accusa di violenza sessuale.



Tra gli imputati del processo anche l’ex compagna del presunto assassino, Marianna Fabozzi, accusata di contro di aver saputo ma sempre taciuto le violenze sessuali da parte di Titò a scapito delle sue figlie. Una storia delicata e ricca ancora di molte ombre quella legata al caso di Fortuna Loffredo. Nella scorsa udienza che si è tenuta in Corte d’Assise a Napoli, l’attenzione è stata posta proprio sulle parole dei due imputati.

Come rivela BlitzQuotidiano.it, Caputo ha ribadito anche in questa nuova occasione le gravi accuse nei confronti dell’ex compagna: a suo dire, sarebbe stata la donna – già indagata in un altro procedimento per la morte del figlio Antonio Giglio, avvenuta l’anno precedente rispetto delitto di Fortuna ed in circostanze molto simili – a gettare la piccola di appena sei anni dal palazzone. Titò ha aggiunto che al delitto avrebbe assistito anche la figlia della Fabozzi, nonché amichetta del cuore della vittima e principale teste chiave nel processo. Di contro, Marianna Fabozzi avrebbe respinto le accuse di un suo presunto coinvolgimento nell’omicidio di Fortuna Loffredo, smentendo di aver indotto la figlia maggiore al silenzio. Eppure, con le sue dichiarazioni, avrebbe forse involontariamente anche scagionato Raimondo Caputo.



Sono differenti e discordanti le versioni emerse dai due imputati nel processo sul delitto di Fortuna Loffredo e che si sta celebrando in Corte d’Assise a Napoli. L’ultima udienza ha visto protagonisti proprio i due ex compagni, Raimondo Caputo e Marianna Fabozzi. Se fino ad oggi i due si sarebbero accusati a vicenda, ora solo Titò avrebbe ribadito le accuse a carico della donna, mentre quest’ultima avrebbe confermato l’alibi di Caputo, di fatto scagionandolo. Al cospetto della Corte, Marianna Fabozzi ha affermato che mentre Chicca Loffredo precipitava nel vuoto, il suo ex compagno si trovava giù in strada, insieme ad un’altra bambina. Lo stesso Titò aveva già raccontato e ribadito di trovarsi in strada mentre Fortuna veniva uccisa.

Per questo accusa oggi la Fabozzi, ritenendo che sia stata lei a gettare la bimba dalla finestra di un pianerottolo al sesto piano (e non dal terrazzo all’ottavo piano come era finora emerso e come sostiene la stessa accusa). A detta dell’imputato, l’ex compagna soffrirebbe di disturbi mentali e la conferma di ciò arriverebbe dal fatto che la stessa avrebbe ucciso nelle medesime modalità nelle quali è morta la piccola Loffredo, anche il figlioletto di tre anni. L’uomo ha poi ammesso nuovamente le violenze sessuali a scapito di una delle figlie di Marianna Fabozzi, sottolineando però che quest’ultima sarebbe stata consenziente e sempre a conoscenza degli abusi. Una versione, questa, nuovamente contraddetta dalla donna che però ha confermato l’alibi in favore di Titò Caputo.