Sono conversazioni shock, quelle intercettate e che vedono protagonisti gli affiliati al clan Buonerba, e che nell’estate di due anni fa terrorizzò il centro storico di Napoli con continue sparatorie, omicidi e terribili ferimenti. Come rivela Corriere.it, nella giornata di ieri sono state notificate cinque ordinanze di custodia cautelare per l’omicidio di Emanuele Sibillo, 20enne assassinato nella zona dei Tribunali e tentativo di omicidio di tre minorenni. I destinatari dei provvedimenti sono stati i baby boss Antonio Amoroso, Gennaro Buonerba, Luigi Criscuolo, Vincenzo Rubino e Andrea Manna, tutti 20enni ad eccezione dell’ultimo citato. Importanti se non addirittura necessarie nel contribuire a portare a termine le indagini, sono state le intercettazioni ambientali tra gli affiliati e che nelle loro abitazioni parlavano apertamente delle sparatorie commesse e di quelle che avrebbero progettato in futuro, definendo la loro strada, via Oronzio Costa, “la via della morte”.



Quelle intercettate sono le conversazioni inquietanti tra Genny Buonerba e l’amico Carmine De Tommaso, risalenti al luglio 2015. Il primo è rammaricato dal fatto che dopo le ultime sparatorie il clima si fosse calmato permettendo ai loro nemici, i Sibillo, di “rafforzarsi”. Il riferimento è al fatto che avrebbero smesso di sparare tutti i giorni come avveniva in passato. “Tutti i giorni dovevi continuare a sparare… Pure se non riuscivi a pigliare a nessuno, dovevi andare dentro Forcella e sparare tutti i giorni”, così Genny rimproverava Emilia Sibillo, casualmente omonima di Emanuele. “Qua dietro, una settimana è stato Baghdad… Nemmeno in Iraq sparavano tanto quando entravano qua dietro”, aggiungeva Genny nella sua conversazione shock. Dalla stessa emergeva anche la crudeltà del capo e degli affiliati che nel progettare altri attentati avevano preso di mira anche il fratello di Giuseppe Pigna, calciatore. A lui non doveva essere riservata semplicemente la morte, ma qualcosa di decisamente più crudele: “Non lo ucciderei, lo farei soffrire a vita. Nell’anca… devi pigliare le ossa, non nel mollo… Dentro l’anca che c’è una delle ossa più grandi, la spacchi. Lo sai come? Così, lo vedi? Quello gioca a pallone: gli hai ucciso la vita”.

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