Il terribile “gioco” del suicidio raccontato dal servizio de Le Iene nei giorni scorsi, il Blue Whale, ha portato alla luce una realtà scomoda e della quale ora se ne sta occupando anche il Parlamento europeo in seguito ad una interrogazione presentata dall’europarlamentare Nuno Melo. A darne notizia è Il Giornale, in questo susseguirsi di notizie di eventi drammatici che si sono registrati in Brasile e Russia. “Ci sono sospetti che il gioco sia già in corso in Ucraina, Romania, Spagna, Portogallo e Francia”, ha scritto Melo nel suo atto. Per tale ragione l’europarlamentare avrebbe chiesto alla Commissione europea quali notizie avrebbe sull’argomento e cosa potrebbe fare l’Unione Europea per proteggere i giovani da questo assurdo “gioco” fuori da ogni logica e che si starebbe diffondendo a macchia d’olio, anche alla luce del rischio che ciò comporterebbe. Al momento in Svizzera sarebbe stato confermato solo un caso sebbene siano in corso indagini su una adolescente di Fully, in Vallese: “La ragazza presenterebbe ferite tipiche del gioco mortale”. Le segnalazioni alla polizia sono giunte in seguito ai timori di alcuni cittadini derivanti dal suo profilo Facebook. A fare leva sulla pericolosità e sulla delicatezza dell’argomento sono stati anche i deputati Giorgio Fonio e Claudio Franscella, che hanno spiegato: “Riteniamo urgente e prioritario aprire una discussione sul tema affinché le Istituzioni possano predisporre tutte le misure per tutelare la salute e la vita dei nostri giovani”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Mentre in molti si interrogano sull’effettiva diffusione del Blue Whale Challenge, con il rischio di alcune bufale purtroppo impossibile da controllare fino in fondo – ma i suicidi ci sono ed esistono purtroppo, se poi siano tutti casi ricondotti all’orribile challenge della morte autoprovocata o meno ancora va verificato, ndr – emergono altri dettagli sul gioco assurdo apparso in Russia ormai mesi fa. Pare che per poter cominciare a “giocare”, occorre postare un contenuto con l’hashtag #f57 in alcuni forum e social network: in quel momento il famoso “master” dovrebbe rispondere con una serie di missioni e consegne, le famose 50 rules che prevedono purtroppo come ultimo step proprio il suicidio. Sempre dai forum e social network arriva la presunta spiegazione del nome del fenomeno: «la balenottera azzurra è stata scelta perché può arenarsi sulle spiagge, un comportamento che è stato a volte erroneamente paragonato al suicidio», riporta il Post. (agg. di Niccolò Magnani)



L’allarme esiste, l’allarmismo forse no: per il gioco del suicidio – il terribile Blue Whale – in questi giorni circola un sito “Butac” che sembra non dare molto credito all’allarmismo generato da Le Iene con il loro servizio choc. Il sito, esperto nel trovare le fake-news, scrive che «Le Iene hanno realizzato un servizio sull’argomento che sembra confermare il tragico gioco. Purtroppo una ricerca su siti come LiveLeak dimostra che i suicidi di teenagers filmati come quelli di cui si parla nel servizio delle Iene sono una tragica realtà in Russia non da ieri, ma da anni, ben prima che il Blue Whale apparisse sul web».



Insomma, il gioco del suicidio esiste e questo è un fatto ma le verifiche sull’effettiva correlazione tra suicidi di “massa” e gioco specifico potrebbe non essere così diffuso come pare. Un altro sito, riportato da Il Secolo XiX, “Snopes” ha fatto un’analisi particolare sul Blue Whale scoprendo che alcuni casi tacciati come “vittime” del gioco in realtà erano arrivati al suicidio per motivi e contesti puramente privati. Insomma, il rischio di allarmismi è alto come sempre in ogni nuova “moda”, ma attenzione a non abbassare la guardia: il gioco esiste e i rischi ci sono, non tutto è bufala… (agg. di Niccolò Magnani)

La sfida del Blue Whale ha sconvolto l’opinione pubblica, sollevando nei genitori di tutto il mondo numerosi dubbi sulla possibilità che i figli possano esserne preda. La facilità con cui si possono reperire le 50 regola da seguire lanciano infatti un campanello d’allarme importante, che punta il dito contro i social media. Il dato più evidente è come i ragazzi che participano al Blue Whale riescano a mantenere nascosti i propri intenti ai genitori.

Grazie al servizio de Le Iene la notizia è giunta fino in Italia ed ora è caccia ad ogni notizia che riguardi la famigerata “challenge”. Si puntano inoltre i riflettori sulla prima vittima del Blue Whale, la 16enne Irina Polyncova, morta in modo terribile e diverso rispetto a tutte le altre vittime. I curatori infatti, ovvero coloro che dettano le regole agli adolescenti, l’hanno convinta a sdraiarsi sui binari ed è stata decapitata. Una morte che si allontana quindi dalla richiesta della 50esima sfida prevista attualmente, ovvero il lancio dal palazzo più alto che si trova. E’ preoccupante anche se si considera l’alone di celebrità che circonda ora Irina fra le prede del gioco, considerata una vera e propria eroina. 

Come capire se i figli stanno partecipando al Blue Whale? Secondo le testimonianze delle madri di Angelina e Diana, intervistate da Le Iene, è possibile individuare alcuni segnali. Come sottolinea Il Giornale, la madre di Diana si è resa conto – solo all’indomani della morte della figlia – che la ragazza disegnava spesso balene. Un dato che normalmente non desterebbe alcun allarme, ma che in questo caso riconduce al nome del gioco e ad una delle sfide richieste. “Inseriva le balene anche dentro altre immagini”, racconta, “ha sempre disegnato tante cose, quindi per noi non era strano”. Un particolare che non solo accomuna Diana ad Angelina, ma anche a tutte le altre vittime del gioco.