Il morbo di Parkinson, malattia neurogenerativa che in tutta Italia colpisce 250mila soggetti, soprattutto di sesso maschile, si è rivelata essere una delle patologie più diffuse nella Bergamasca, dove si è registrato un vero e proprio boom di malati pari a 4425. Sono i dati resi noti dal quotidiano L’Eco di Bergamo, alla vigilia dell’importante convegno in programma per il prossimo 26 maggio e dedicato all'”Analisi dei bisogno del paziente parkinsoniano e dei suoi familiari”. In quell’occasione sarà fatto il punto sulla diffusione della malattia nella provincia bergamasca anche alla luce dei dati fino ad oggi emersi e che sottolineerebbero come il Parkinson non sia affatto “una malattia solo dei vecchi”, né “rara”. A commentare gli importanti numeri è il dott. Alberto Zucchi, Responsabile del Servizio Epidemiologico Ats Bergamo, che ha evidenziato il boom di malati di Parkinson che in 8 anni, dal 2008, si è passati da 2400 a oltre 4400 casi nella sola Bergamasca. Un aumento non indifferente pari all’82,5%. L’età media dei soggetti colpiti dalla malattia è di 76 anni, ma nel 10% dei casi, ovvero 440 pazienti, avrebbero meno di 55 anni.



“Il tempo di durata della malattia si è molto allungato, fortunatamente, per la miglior conoscenza della malattia stessa e per i miglioramenti terapeutici”, ha aggiunto l’esperto, che tuttavia ha posto l’accento sulla necessità di maggiori riflessioni di sanità pubblica, “in termini di gestione ed organizzazione dei percorsi finalizzati ad una miglior presa in carico”. L’innalzamento dell’età porterebbe infatti ad una maggiore considerazione delle fragilità e dei bisogni che ne derivano, come la presenza in contemporanea di altre malattie croniche. Alla luce dei dati emersi e che ribadirebbero un boom di malati di Parkinson nell’intera provincia di Bergamo, tale da far parlare di emergenza, è stata ritenuta necessaria un’indagine che faccia luce sulla malattia e sulla sua incidenza nel territorio, al fine di poter intervenire nel migliore dei modi, il tutto in funzione del paziente parkinsoniano. “I numeri ci dicono che il Parkinson è una condizione molto diffusa sul nostro territorio che merita attenzione e comprensione. Assistere un malato di Parkinson può essere molto difficile perché coinvolge profondamente chi si prende cura del malato”, ha commentato Mara Azzi, Direttore Generale Ats Bergamo. Occorre infatti tenere conto delle conseguenze che l’insorgenza del morbo di Parkinson può avere anche presso i familiari. Da qui la necessità di un confronto sul Parkinson anche alla luce dell’assenza di una cura definitiva o che possa anche solo frenare la malattia.

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