Nel pomeriggio è uscito un lungo comunicato doloroso della moglie di Chris Cornell, Vicky Karayiannis, che commenta gli ultimi attimi della vita di suo marito: si è tolto la vita impiccandosi e questo per Vicky sembra ovviamente incomprensibile. Importante però un passaggio in particolare dove la donna non pare credere alla tesi del suicidio ordito e organizzato con lucidità da Chris, ma che possano invece essere intervenute pesantemente le medicine che il cantante prendeva di norma. «Quando abbiamo parlato prima del concerto abbiamo discusso della possibilità di fare delle vacanze e altri progetti che avevamo – scrive la donna aggiungendo poi dettagli inquietanti -. Quando abbiamo parlato alla fine dello show ho sentito che biascicava, era diverso. Quando mi ha detto che poteva aver preso una o due pastiglie di Ativan in più ho contatto la security chiedendo di tenerlo d’occhio», si legge su Tg Com24. Il comunicato poi si conclude con l’incredulità della moglie di Chris Cornell, che si chiede infatti «Spero che ulteriori esami clinici aggiungano qualche dettaglio. Io so che lui amava i nostri figli e non avrebbe mai fatto loro del male intenzionalmente». Il mistero rimane anche perché non aveva dato segnali nelle scorse settimane di particolari difficoltà o fatiche tali da giustificare un gesto estremo del genere… (agg. di Niccolò Magnani)



Fa impressione rileggere ora, alla luce della conferma avuta dal medico legale sul suicido per impiccagione di Chi Cornell, le ultime parole del cantante proferite verso la fine di quello rivalutato poi come l’ultimo concerto del cantante grunge. «Non so come spiegare alla gente quanto sono sia bello il pubblico di Detroit, mi dispiace per la prossima città…», aveva detto Chris prima di intonare n my time of dying” dei Led Zeppelin, insolitamente a chiusura del concerto quando di norma si teneva a metà scaletta. Assieme a queste parole, arrivano anche quelle del fotografo ufficiale dei concerti Soundgarden, Ken Settle, e confermano la stranezza di quegli ultimi attimi di Cornell, come se sapesse benissimo quello che avrebbe fatto qualche ora più tardi. «C’era “qualcosa di strano e minaccioso nel comportamento del cantante. Durante l’ultimo show, Cornell era particolarmente euforico rispetto agli spettacoli precedenti in cui sembrava sempre più concentrato, introspettivo, assorto e perso in se stesso», si legge dalle agenzie internazionali. (agg. di Niccolò Magnani)



La morte di Chris Cornell purtroppo ora ha una tragica conferma: il cantante dei Soundgarden si è suicidato impiccandosi nel bagno dell’albergo di Detroit dove soggiornava per il concerto tenuto la sera prima. La conferma disperata arriva dal medico legale che dopo le analisi ha dato l’annuncio nella prima mattinata: il frontman di Soundgarden e Audioslave ha deciso così di togliersi la vita, nonostante un matrimonio solido (sposato da 13 anni) e con due figli bambini, e una terza avuta dalla prima moglie Susan Silver. Cornell evidentemente soffriva ancora, dopo gli scorsi anni che tra droga ed eccessi aveva vissuto gli alti e bassi del rock e dello star system: una morte inspiegabile e un dolore ancora più grande, la notte dopo quell’ultimo concerto al Fox Theatre che ha di fatto lasciato l’ultimo commiato al pubblico in delirio. Il medico ha parlato solo di morte per impiccagione, e null’altro finora: importante nota, rivelata dall’Agenzia Dire, Chris Cornell era ancora vivo dopo il ritrovamento da parte di un amico allertato dalla moglie che non riusciva a contattarlo, sarebbe poi morto nel trasbordo in ospedale, troppo grave l’impiccagione cui si era sottoposto pochi istanti prima. (agg. di Niccolò Magnani) 



E’ morto Chris Cornell, una delle più grandi voci di tutti i tempi e frontman dei Soundgarden. L’artista aveva 52 anni e la sua morte è arrivata in modo improvviso, oltre che avvenuta in circostanze sospette. Secondo il medico legale, rivelano le ultime indiscrezioni riportate da Il Corriere della Sera, si ptorebbe trattare di suicidio. Chris Cornell è stato infatti ritrovato con un nastro attorno al collo ed all’interno del bagno della suite in cui alloggiava, a Detroit. Risale ad appena lo scorso mercoledì l’ultima esibizione del cantante, che negli ultimi anni era ritornato al fianco dei Soundgarden, dopo un periodo trascorso con gli Audioslave. Di Chris Cornell si ricorda il passato vissuto fra vizi e stravizi, tanto da conquistare il titolo di rocker maledetto. Un appellativo che comunque il cantante era riuscito a togliersi grazie al cambiamento subito negli ultimi anni ed a fronte anche della sua “veneranda” età di 52 anni. Il nome di Chris Cornell è stato inoltre associato a lungo tempo a quello di Eddie Vedder, frontman dei Pearl Jam e Kurt Cobain, leader indiscusso dei Nirvana, con cui negli anni ’90 formava il triangolo musicale vincente.

Di Chris Cornell si ricordano inoltre gli acuti, evidenti in brani come Outshined e Badmotorfinger, in grado di interpretare l’anima più rumorosa del rock ed in seguito del grunge. Fu tuttavia solo con Superunknown che l’artista entrò di diritto a far parte dell’Olimpo dei cantanti, nel 1994. Anni di scucessi inframmezzati dalle liti con il chitarrista Kim Thayil, che lo spinsero ad abbandonare il genere che lo rese grande per perseguire le strade inedite dell’elettronica e del pop. E’ grazie alla decisione di abbandonare i Soundgarden che si assisterà ad una vera e propria rivoluzione di Chris Cornell e non solo dal punto di vista vocale e ritmico. Il cantante in quel momento, al grido de “Il rock è morto”, sceglierà infatti di stravolgere il proprio look e puntare su uno stile più pulito, più da bravo ragazzo, evidente anche nella decisione di dismettere i panni del rocker e di vestire quelli più alla moda. In fondo, tuttavia, Cornell non credeva veramente che il rock fosse morto ed infatti eccolo che lo rivediamo ritornare appena ad inizio 2010 con gli amici di un tempo. Nonostante il tentativo di fare in marcia indietro, ritrovò i Soundgarden completamente stravolti e irrimediabilmente al di fuori del successo conquistato decadi prima.