La storia di Gennaro Palumbo, papà 33enne napoletano, è quella di tanti italiani che, dopo la fine di una relazione con una donna straniera, si trovano a vivere un doppio dramma, legato all’allontanamento del figlio, portato via dalla madre nel suo paese d’origine. La sua vicenda è stata narrata oggi nel corso della trasmissione di Rai2, I Fatti Vostri, che ha illustrato la difficoltà dell’uomo che dal 29 gennaio scorso non ha più notizie del suo bambino di appena due anni e mezzo. Ad accompagnare Gennaro è stato l’avvocato Sergio Pisani, suo legale. Il padre ha ripercorso il terribile momento in cui ha preso coscienza di quanto accaduto: “Sono stato mandato a fare delle commissioni ma al mio ritorno a casa non ho trovato più nessuno”. A differenza di molte storie simili, quella di Gennaro Palumbo si è rivelata del tutto inaspettata. La moglie, una donna ucraina, aveva lasciato la casa in ordine al punto da non creare in lui nessun sospetto iniziale, motivo per il quale la denuncia sarebbe partita tardivamente. Gennaro aveva conosciuto la madre di suo figlio a Napoli, tramite amici in comune nel 2013. L’anno seguente intrapresero una convivenza ed alla fine del medesimo anno venne alla luce il loro bambino. “C’erano un po’ di problemi per quanto riguardava le questioni economiche perché lei aveva pretese un pochettino alte”, ha raccontato il 33enne. La donna aveva anche minacciato di andare via portandosi con sé il bambino, ma Gennaro non aveva dato molto peso alle minacce, fino al vero dramma.
La compagna, tramite Interpol lo scorso marzo ha dato comunicazione del luogo in cui si trovasse, ovvero nel suo paese in Ucraina. L’Interpol avrebbe comunicato a Gennaro solo che il bambino era vivo e che insieme alla madre erano assistiti dal loro Stato. L’avvocato Pisani ha chiarito come sia stato possibile identificare il luogo nel quale sarebbe ora la compagna di Gennaro, grazie all’analisi dei tabulati ed al lavoro della procura di Nola. Ora il problema vero consiste nel riuscire a farla tornare, aspetto questo delicato anche per via della normativa vigente e che prevede che nell’istanza di rientro sia il padre a fornire le traduzioni, prima difficoltà incontrata. Per riuscire a farla rientrare in Italia occorre l’attivazione di un provvedimento che però dovrebbe partire soprattutto dal luogo in cui si trova la madre del piccolo. Come evidenziato dal legale, si tratta di una corsa contro il tempo poiché il bambino potrebbe adattarsi in Ucraina e lo Stato potrebbe negare il suo ritorno dal padre che nel frattempo non ha nessuna notizia della compagna né del piccolo figlio. Ora la speranza è che la difesa di Gennaro possa ottenere una condanna per sequestro di persona dopo la denuncia presentata in procura.