La principessina del Giappone fugge dal palazzo imperiale, per amore. Mako ha scelto un compagno dell’università, che conosce da cinque anni, dunque non un colpo di testa. Amano l’arte, lo sci, la buona cucina, sono giovani e desiderosi di vivere, di stare coi loro amici, hanno viaggiato e vogliono viaggiare. Ma per amore Mak perderà i suoi privilegi nobiliari, i diritti, che non si sa bene quali siano, dato che la dinastia giapponese non ha mai avuto né mai avrà una donna sul trono. Ma nell’impero più antico del mondo le tradizioni sono dure a morire, e la corte, il popolo sono in fibrillazione per la notizia. Quando le nozze? Come? Che faranno i cerimonieri, che vivono e lavorano una vita a questo scopo, trovare mogli e mariti ai rampolli imperiali e organizzare le loro unioni, la loro vita familiare.
Noi non ci vediamo nulla di strano, certe consuetudini qui si bollano semplicisticamente come “medievali”, e al massimo ci occuperemo di curiosare il vestito di Mako su qualche rivista sfogliata dal parrucchiere, quando sarà tempo. Ci mancherebbe, Mako fa benissimo: sposa chi ama, e non ci perde poi troppo. Le daranno un indennizzo per la rinuncia ai suoi privilegi, che non è piccolo, e le toglie il problema di cercarsi un lavoro, anche se immaginiamo che questo problema non sarà il suo. Ma ci guadagna la libertà da un soffocamento di regole e abitudini e cerimoniali che hanno sfiancato in poco tempo la zia, moglie del principe ereditario. Figurarsi lei, che è “solo” la figlia del cadetto Akishino.
Auguri, ragazzi. La vostra storia mi fa pensare a due cose: al coraggio di volersi costruire una vita, e una vita in due, una famiglia, quando queste scelte sì oggi sembrano anacronistiche e infelici. Doppi auguri, a voi che non rincorrete solo la carriera e il potere, bella storia.
E ancora una piccola riflessione su che cosa significa tradizione, visto che la parola non va più di moda qui: non la trita e stanca e formale ripetizione di riti da subire, o esorcizzare appena possibile con la trasgressione. Tradizione significa consegna di ciò che ci è caro, perché diventi per noi forza e sostegno e slancio, nel presente e nel futuro. Mako, nonostante il rigore di corte, deve aver avuto genitori e maestri speciali, il loro segno più incisivo di quello dei cerimonieri. Le favole più belle sono quelle a rovescio, spiegava Rodari. Non vivranno in un castello, ma speriamo felici e contenti, più felici e contenti.