A Pomeriggio 5 sta per parlare un importante testimone sul caso assurdo di Ivan Vaclavik, uno dei tanti che in questi mesi di ricerche del killer di Budrio lo avrebbe avvistato nelle campagne del Bolognese: è un pachistano che racconta l’ultimo presunto avvistamento e lo farà di nuovo anche in diretta da Barbara D’Urso tra qualche minuto. La sua testimonianza era però già stata resa a il Resto del Carlino: mentre andava in bici nella pista ciclabile tra Consandolo e Marmorta, avrebbe visto il killer in mezzo ad un cespuglio. «È uscito all’improvviso da dietro un cespuglio, brandendo un bastone», racconta l’uomo choccato, tanto da pensare ad un goffo tentativo di rapina, con lo stesso ciclista che gli ha offerto telefono e portafoglio. Ma il presunto Igor è tornato subito nella boscaglia che circonda lo sterrato che porta al fiume Reno: in quel momento però il pachistano era già fuggito via pedalando velocissimo per la paura di essere aggredito. «Era Igor, lo riconosco dalla foto. Non ho dubbi, era lui, sono più magro e con la barba lunga. Voleva la mia bici. Mi pareva in condizioni precarie, forse stava male», ha testimoniato agli inquirenti il ragazzo che si trovava sulla pista ciclabile. (agg. di Niccolò Magnani)



-La caccia ad Igor Vaclavik il russo, il cui vero nome sarebbe Norbert “Ezechiele” Feher, sono andate avanti anche ieri, Festa del Lavoro, con gli uomini dei reparti speciali di polizia che hanno proseguito infaticabili la loro ricerca sui passi del killer del barista di Budrio, della guardia ecologica Valerio Verri e, con ogni probabilità, del metronotte Salvatore Chianese. Come riportato da La Nuova Ferrara, nella giornata di ieri gli uomini specializzati nella ricerca dei latitanti si sono concentrati nel pomeriggio su alcune abitazioni di Portomaggiore, mentre in tarda serata si sono spostati in massa nella zona di Consandolo. Analizzando l’impegno massiccio delle forze dell’ordine emerge una volta di più il convincimento da parte degli inquirenti che Igor Vaclavik sia ancora nascosto all’interno della cosidetta “zona rossa” di 40 km quadrati che comprende le province di Bologna, Ferrara e Ravenna. (agg. di Dario D’Angelo)



Sono agli sgoccioli i giorni da uomo libero per Norbert Feher, alias Igor Vaclavik: è ancora in fuga, ma la cattura sembra vicina. Nella notte tra giovedì e venerdì Igor il Russo è passato davanti al raggio a infrarossi del fucile di uno dei cacciatori, poi è scomparso di nuovo. Si tratta comunque di un buon risultato, perché così è stato possibile ridurre drasticamente la zona in cui il killer di Budrio si aggira. L’avvistamento conferma che il fuggiasco preferisce rimanere nascosto in uno dei suoi tantissimi nascondigli durante il giorno per poi muoversi con l’oscurità, quando tenda di sfuggire ai controlli per cercare cibo. I migliori uomini delle forze dell’ordine sono alle calcagna di Igor Vaclavik: dai paracadutisti del Tuscania ai cacciatori di Calabria, passando per le Sos e le Alpi antiterrorismo.



Il Secolo XIX intanto riporta la testimonianza di Roberta, una ragazza del posto, che ha incontrato qualche mese fa il killer di Budrio: «Si aggirava fra le macchine come se cercasse qualcosa, poi è entrato nel bar dove lavoravo e ha chiesto una bottiglia d’acqua minerale e caramelle, ma aveva un’espressione strana, come se in realtà stesse cercando qualcos’altro. Poco tempo dopo ho visto la sua foto sui giornali e l’ho riconosciuto».

La caccia a Norbert Feher, alias Igor Vaclavik, hanno intaccato la festa del Primo Maggio ad Argenta, dove da un mese si aspetta la cattura del killer di Budrio. Polemico ieri il sindaco Antonio Fiorentini, che ha comunque ringraziato le forze dell’ordine per il grande lavoro che stanno svolgendo. «Ma non ci basta. Ciò che sta succedendo qui da noi sta diventando insopportabile e quindi pretendiamo una risposta forte dallo Stato», ha dichiarato il primo cittadino di Argenta.

Durante la cerimonia di ieri ha riconosciuto il grande sforzo dei militari, ringraziandoli, ma ha lanciato un appello allo Stato. E sono tante le domande senza risposta di questa vicenda molto strana: non ci si spiega come sia possibile che una sola persona riesca a tenere in scacco centinaia di agenti armati e dotati di recenti risorse tecnologiche, come visori notturni a infrarossi, elicotteri, cani molecolari che stanno battendo i campi a ridosso degli argini di questa parte di pianura.