Clamorosa novità sul delitto di Genova, con il killer Pierluigi Bonfiglio che dopo aver confessato l’omicidio della vicina di casa – l’81enne Anna Carla Arecco – ha praticamente subito dopo ritrattato, come riporta Tg Com24 pochi istanti fa. Il corpo della donna, come potete leggere qui sotto, era stato nascosto sotto il letto del 35enne tossicodipendente che però ora ritratta tutto: «Venerdì sera sono salito in casa della signora con un pusher. Mi sono fatto aprire la porta con una scusa», ha detto Bonfiglio ai militari che lo hanno interrogato. Mentre questa mattina aveva raccontato di essere stato lui ad uccidere la donna in preda alla troppa droga e crisi d’astinenza continua, ora cambia versione: «Lo spacciatore l’ha portata in casa mia e io sono rimasto nel suo appartamento per rubare perché dovevo pagarmi la droga. E’ stato lui a ucciderla con una spranga di ferro. Io non avevo intenzione di ucciderla». L’uomo arrestato e presunto killer di Genova ha confessato di avere preso 40 euro e qualche anello alla donna, «Uno l’ho dato al pusher e gli altri due li ho rivenduti a un compra oro di via Balbi. Dopo che lo spacciatore ha ucciso la mia vicina l’ho nascosta sotto il letto, non sapevo cosa fare. Ho cercato di ripulire in fretta per non far trovare le tracce di sangue a mia madre al suo ritorno a casa». Si cerca ancora l’arma del delitto e il movente, con la duplica confessione ambigua che ovviamente non sta aiutando le prime ore di indagini. (agg. di Niccolò Magnani)
Ha confessato dopo poche ore il killer di Genova che ha ucciso l’anziana vicina di casa e l’ha nascosta poi sotto il letto, quando poi ieri la madre l’ha trovata senza vita e con inizio di decomposizione del cadavere. Ha confessato l’uomo arrestato e accusato di omicidio, rapina e occultamento di cadavere: si chiama Pierluigi Bonfiglio, ha 35 ed è un tossicodipendente e questa mattina è crollato dopo l’ennesimo interrogatorio. «Ho perso la testa perché ero sotto l’effetto di stupefacenti e avevo bisogno di soldi per la cocaina», spiega ai militari il giovane killer. La confessione non è ricca di dettagli ma al momento è bastevole per confermare il fermo e proseguire nelle indagini: «Ho attirato la donna in casa con un pretesto e poi l’ho colpita alla testa con un oggetto cilindrico che forse poi ho buttato via. Ho nascosto il cadavere sotto il mio letto perché avevo paura che mia madre potesse trovarlo», ha detto ancora Bonfiglio sull’assassinio della anziana vicina. (agg. di Niccolò Magnani)
Un tossicodipendente potrebbe aver massacrato una vicina di casa e averla poi nascosta per tre giorni sotto il letto. L’omicidio è avvenuto a Genova, in un appartamento di via del Lagaccio, dove la madre dell’uomo ha scoperto il cadavere: allertata dall’odore nauseabondo che proveniva da una sua camera mentre faceva alcune pulizie domestiche, ha scoperto il corpo della vicina di casa, Anna, sotto il letto. L’uomo, 34 anni, ha raccontato ai carabinieri accorsi in casa che uno straniero di colore avrebbe ucciso la donna di 86 anni, ma la storia non è ritenuta credibile. Per questo motivo i militari hanno portato l’uomo in caserma, dove è sotto interrogatorio. La sua posizione ora è al vaglio dell’autorità giudiziaria. E, infatti, la prima ipotesi che è sia stato lui ad uccidere la donna nel corso di un raptus di cui sarebbe stato vittima dopo aver assunto sostanze stupefacenti.
Scomparsa di casa da venerdì scorso, l’anziana è stata trovata priva di vita con una vistosa ferita inferta alla testa. Molto probabilmente è stata colpita da un corpo contundente. Parenti e amici cercavano l’anziana signora da giorni e temevano che si fosse persa, ma il mistero è stato purtroppo risolto con il rinvenimento del suo cadavere. Ieri infatti l’appello a GenovaToday del nipote Andrea: «L’ultima volta l’abbiamo sentita è stata venerdì sera intorno alle 19. Con mia madre si sente tutte le mattine, ma sabato mattina, quando l’ha chiamata sia a casa sia sul cellulare non ha risposto. Siamo andati a vedere se si fosse sentita male in casa, ma abbiamo scoperto che non c’era. Non c’erano segni di effrazione o altro, la casa era perfettamente in ordine e mancava qualche anello e un orologio, ma c’erano comunque altri oggetti di valore».