Purtroppo le prime conseguenze della “Pandemia” creata dal servizio de Le Iene Show sul Blue Whale sono le bufale e o le “finte” lanciate da alcuni ragazzini per il semplice motivo di voler attirare attenzione. Un 11enne di Sarno, in provincia di Salerno, ha sparso la voce di aver cominciato a partecipare al challenge dell’orrore spaventando la famiglia in primis e l’intera rete social che ha richiesto subito l’intervento delle autorità per evitare di arrivare all’ultima suicida missione del Blue Whale. «Una bravata per attirare l’attenzione che poi è sfuggita di mano. Ha messo in giro questa voce, poi si è spaventato ed è scappato», spiega un famigliare del bimbo ai colleghi de Il Mattino: «Il bambino ha soltanto fatto credere di aver iniziato un gioco che in realtà non ha mai iniziato. Poi, ieri sera in piazza, resosi conto di quel che stava creando, è scappato per paura delle conseguenze», prosegue il racconto. È stato poi subito ritrovato mettendo fine al panico scattato in rete: il Blue Whale ancora una volta in Italia non pare essere “arrivato” ma gli effetti purtroppo sono già tangibili a livello sociale e “tecnologico”. (agg. di Niccolò Magnani)
Il gioco del Blue Whale purtroppo non è solo una “diceria” o un “gioco” lontano in Russia e in Sud America: dopo un rapido sondaggio condotto nell’ultima settimana da Ipr Marketing – subito dopo il servizio de Le Iene che ha fatto prendere piede in Italia il fenomeno del “gioco suicida” – si scopre una realtà inquietante. il 56% degli adolescenti ha sentito parlare di questo gioco, mentre solo il 5% degli adulti e genitori non ne è a conoscenza. Nonostante i casi in Italia non siano ancora verificati, il gioco della morte è in cima alla conoscenza tramite web e social in questi ultimi giorni. Si rischia ovviamente il fenomeno “emulazione” con forti rischi d’impatto sui nostri ragazzini e giovanissimi: un esempio?
Sempre secondo il sondaggio Ipr, il 25% degli under24 ha dichiarato almeno una volta ha perseguito un comportamento che avrebbe potuto mettere a rischio la propria vita e addirittura il 12% di aver pensato almeno una volta al suicidio. Un dato inquietante che pone l’attenzione su quanto il mondo dei giovani abbia bisogno, sia in termini psicologici, ma sia (e soprattutto) in termini educativi e di buone compagnie che possano valorizzare il desiderio e le esigenze delle giovani vite bombardate di info e pressioni dal mondo esterno. (agg. di Niccolò Magnani)
La Blue Whale Challenge, la sfida della “Balena Blu” potrebbe essere già approdata in Italia. Finora il gioco era stato delimitato in Russia, dove sono avvenuti 150 decessi fra giovani e giovanissimi, così come in Colombia, Portogallo e Spagna. Il dilagare del Blue Whale ha fatto subito temere i cittadini italiani della possibilità che anche i nostri adolescenti finissero vittima dei “Curatori”. E’ infatti questo il nome che viene affidato a chi, dietro le quinte, accompagna le vittime lungo la sfida di 50 giorni. Regole rigide e nel complesso raccapriccianti, volti – a quanto sembra – a manipolare la mente delle vittime.
A fare luce sul problema è stato il programma di Italia 1 Le Iene Show, che ritornerà a parlarne nella puntata di oggi, domenica 21 maggio 2017. In questi ultimi giorni sarebbe emerso un particolare preoccupante e collegato al Blue Whale, ovvero il primo caso italiano confermato. Se nel servizio dell’inviato Matteo Viviani si erano fatte delle ipotesi riguardo al suicidio di un 13enne di Livorno, questa volta sembra che ci sia molto di più.
Il Blue Whale ha già fatto la sua vittima certa in Italia? Il dubbio ed il sospetto non riguarda solo i genitori dei ragazzi e ragazzini del nostro territorio, ma anche tutte le potenziali vittime e non. Il gioco del suicidio, come è stato ribattezzato, avrebbe portato al suicidio una 13enne di Pescara. Alcuni particolari sembrano confermare l’ipotesi, come il disegno della balena che la ragazzina si è fatta su un braccio, incidendosi la pelle. In questo caso, sottolinea Il Giornale, si è riusciti ad evitare il peggio e fortunatamente la giovane vittima è ancora in vita.
Attualmente si trova all’ospedale pediatrico di Ancona, il Salesi, e secondo le prime indiscrezioni avrebbe iniziato il gioco due mesi fa. La 13enne si trovava quindi al termine delle 50 sfide, di cui l’ultima prevede un lancio nel vuoto dall’ultimo piano di un palazzo. Sono state le amiche a lanciare l’allarme, dopo aver notato che il disegno sul braccio della 13enne, ma la sua storia porta ad un altro interrogativo: ci sono altri giovani italiani che in questo momento si sono iscritti al gioco del suicidio?
La Blue Whale Challenge, conosciuta più come Blue Whale, viaggia sui binari di internet. Questo l’elemento più importante che contribuisce ad un’immediata diffusione e che garantisce ai responsabili una sorta di invisibilità. Il servizio precedente de Le Iene Show, visibile a questo indirizzo, ha focalizzato l’attenzione sulle madri di due delle vittime russe, che hanno confermato come non ci fossero segnali evidenti in entrambe le ragazze di ciò che sarebbe avvenuto in seguito. Solo con il senno di poi le due donne sono state in grado di fare dei collegamenti con alcuni episodi ritenuti inizialmente irrilevanti.
Dall’ossessione delle ragazzine per la balena blu, che veniva raffigurata più e più volte in diversi disegni, forse per prepararsi all’incisione prevista da una delle sfide, fino ad alcuni strani comportamenti. I Curatori, ovvero coloro che sono preposti a controllare che l’adepto esegua alla perfezione gli ordini, spingono infatti le vittime a seguire determinati tipi di regole. Si varia dalla visione notturna di alcuni video shock, inviati dallo stesso Curatore, fino alla rivelazione di quale sarà il giorno scelto per la propria morte. Clicca qui per rivedere il servizio de Le Iene sul Blue Whale.