Dopo cinquanta giorni di ricerche di Igor Vaclavic, la rabbia dei residenti della zona rossa è salita ai massimi livelli. Anche la vedova della prima vittima, Davide Fabbri e che oggi è tornata a chiedere giustizia in diretta tv, si è domandata come mai nessuno sia ancora riuscito a catturare lo spietato killer. Sono numerose le domande che si pongono gli inquirenti: Norbert Feher (questo il vero nome del serbo 36enne) si trova ancora realmente nella zona rossa? E se sì, come fa a sopravvivere così a lungo senza farsi tradire dalla fame e dalla stanchezza? E’ chiaro che a questo punto il dubbio di un aiuto esterno sia più che auspicabile. Gli inquirenti, di contro, sono invitati a non lasciare dichiarazioni su Igor alla stampa e questo avrebbe portato i residenti delle zone calde a manifestare ulteriormente i propri dubbi e timori. L’informazione tuttavia non accenna a fermarsi ed anche per tale ragione, da quasi due mesi si rincorrono le notizie degli avvistamenti dell’assassino pluriomicida da tutte le parti d’Italia. Oltre agli inquirenti, come rivela Il Resto del Carlino, anche la Curia nei giorni scorsi avrebbe suggerito ai suoi di non parlare più di Igor, trasformandolo sempre di più in un vero e proprio fantasma. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Sono trascorsi esattamente 50 giorni dall’inizio delle ricerche di Igor Vaclavic, spietato killer di Budrio del quale si sono perse le tracce dopo l’omicidio di Valerio Verri, a distanza di una settimana dal delitto del barista Davide Fabbri. La vedova di quest’ultimo, ha ribadito ancora una volta la sua grande rabbia nei confronti della politica italiana, intervenendo nel corso della trasmissione Domenica Live, in apertura, durante il talk sul tema sicurezza. Maria ha puntato il dito contro i presenti asserendo di voler avere giustizia una volta per tutte e non solo chiacchiere e liti, come dimostrato dai presenti fino a quel momento. La donna ha poi rivelato un nuovo particolare inquietante rispetto a quanto emerso dal terribile video dell’assalto nel bar-tabacchi di Budrio da parte di Igor e diffuso nei giorni scorsi. Dopo aver ucciso il marito, infatti, il killer si sarebbe dimostrato estremamente calmo e tranquillo. Prima di andare via, avrebbe minacciato con una pistola anche la moglie della sua prima vittima. La donna continua a chiedersi come mai non sia stato catturato dicendosi incredula ma soprattutto desiderosa di una vera giustizia. Poi ha raccontato le difficoltà incontrate da quando suo marito è stato ucciso ingiustamente e soprattutto ha rivelato che giorni prima della sua uccisione, lo stesso aveva visto un ladro che tentava di entrare nel locale. Forse, anche in quell’occasione di trattava di Igor Vaclavic. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Tutti sanno cosa è accaduto negli ultimi mesi e come gli efferati delitti di Igor Valcavic abbiano lanciato una vera e propria caccia all’uomo con tanto di paura per chi abita i pressi dove questo spietato uomo aveva deciso di mietere vittime. Le ultime novità ci parlano di una decisione alquanto singolare anche perché la gente del posto vuole saperne sempre di più anche per la tranquillità che piano piano sta cercando di ritrovare. Il Resto del Carlino, nella sua versione online, sottolinea come ci sia l’ordine di non proferire assolutamente nessuna parola coi media e quindi con l’intera opinione pubblica anche con chi convive con una situazione piuttosto difficile da gestire tra le mura della propria città. Come ribadisce il portale del noto quotidiano è anche vero che far filtrare notizie in questo momento potrebbe essere assolutamente pericolos, ma va anche sottolineato come a volte ci sia la necessità di capire anche come stanno andando le cose. (agg. di Matteo Fantozzi)
Continua la ricerca del camaleontico Igor Vaclavic, alias Ezechiele Norbert Feher. Come è possibile che si sia dissolto nel nulla? Intanto si cercano le sue tracce e si scava nel suo passato. Una svolta potrebbe arrivare nei prossimi giorni, perché è atteso un campione del suo Dna dalla Serbia. Sono infatti concluse le indagini che lo collegano ai due omicidi di Davide Fabbri e Valerio Ferri, ma manca un solo piccolo dettaglio: il confronto definitivo con il Dna in arrivo dalla Serbia.
Se il profilo estrapolato dal sangue trovato fuori dal bar di Budrio, dove ha ucciso il barista Davide Fabbri, dovesse coincidere con quello arrivato dal suo Paese di provenienza, non ci sarebbero più dubbi sull’identità del ricercato. Per ora è stato comparato e dichiarato compatibile con quello estratto dalle tracce sul furgone abbandonato dal killer dopo l’omicidio della guardia volontaria Valerio Ferri.
Pochi giorni fa le autorità serbe hanno risposto alla rogatoria del pm Marco Forte: la richiesta sarà esaudita, ma non sono chiari ancora i tempi. Gli inquirenti vogliono verificare se il Dna è dello stesso uomo che è stato condannato in Serbia 12 anni fa. Non è ancora chiaro se esista in una banca dati serba e se, quindi, sia schedato. Altrimenti potrebbe essere prelevato un campione di Dna da un parente prossimo, come la madre che vive a Subotica.
Intanto la latitanza del killer di Budrio potrebbe rendere difficile l’ottenimento di un risarcimento in sedie processuale, a causa di una serie di cavilli burocratici. Stando a quanto riportato da Tgcom24, se Igor Vaclavik, alias Ezechiele Norbert Feher, non venisse arrestato, sarebbero a rischio i risarcimenti per i familiari delle vittime. Il fondo per le vittime di reato prevede che per liquidare ogni somma ci sia una sentenza definitiva, ma senza imputato non si può giudicare in contumacia.