Nonostante i risultati dell’autopsia, resta il giallo attorno alla morte di Silvia Pavia, la donna 52enne trovata senza vita all’interno della sua auto dopo 20 giorni di totale silenzio. Una scomparsa misteriosa, che aveva fatto tirare un sospiro di sollievo dopo il ritrovamento della Fiat 500, lungo un sentiero tra Oulx e Beaulard, poco distante dalla sua abitazione. Eppure, oltre all’auto fu ritrovato anche in cadavere della donna, morta solo pochi giorni prima del suo ritrovamento. Dove era stata, Silvia, nei 15 giorni di buco? Questo rappresenta solo uno dei tanti quesiti attorno alla sua morte che, come emerso dall’autopsia e trapelato da La Stampa, non sarebbero filtrate ulteriori novità rispetto a quanto ipotizzato dagli inquirenti, in merito ad un possibile suicidio.
A tal fine, l’anatomopatologo Fabrizio Bison nominato dal pm torinese Tibone, ha prelevato i necessari campioni che saranno sottoposti all’esame tossicologico, mirato a stabilire cosa avrebbe ucciso Silvia Pavia. Non è escluso che proprio un mix di farmaci sarebbero gli artefici del suo decesso, ma la matassa da sbrogliare è ancora troppo grande.
Tra i vari misteri, anche la data esatta della sua morte, difficile da stabilire a causa delle numerose varianti che hanno influito sullo stato di conservazione del corpo, a partire dalla temperatura esterna molto bassa, confermata anche dal ritrovamento di bottigliette d’acqua quasi gelata rinvenute nella vettura, dove, sotto un plaid, era adagiato il corpo senza vita della 52enne con la passione per i cavalli.
Sarebbe emerso ancora un ulteriore mistero attorno alla morte di Silvia Pavia, che negli ultimi due mesi soffriva di importanti crisi depressive. Si tratta di quel cambio d’abiti sospetto e che potrebbe fare ipotizzare un ritorno a casa, durante i giorni della sua scomparsa, dove si sarebbe potuta cambiare. Perché Silvia, come confermato, al momento del suo ritrovamento indossava abiti differenti rispetto a quelli portati addosso prima di far perdere le sue tracce. Che fine hanno fatto, dunque, i suoi pantaloni da cavallerizza?
Se ne è disfatta? Mentre tutti erano impegnati nelle sue ricerche, immaginandola ancora nelle sue vesti da equitazione, Silvia in realtà aveva già un differente abbigliamento, facendo una grandissima differenza in casi di scomparsa come il suo. Mancano le risposte che la famiglia attendeva, ed in merito anche l’autopsia non ha contribuito a fornire le giuste informazioni, sebbene sul suo corpo non siano stati trovati segni di violenza. Ora, tutto è nelle mani degli esperti che stanno eseguendo i dovuti test tossicologici dai quali emergeranno finalmente le prima utili risposte fornendo un quadro più chiaro rispetto agli ultimi istanti di vita di Silvia Pavia.
Finora, dalle indagini non sarebbe emerso nulla di anomalo nella vita della vittima, né dai suoi ultimi comportamenti. Silvia avrebbe lasciato tutto tra casa e maneggio (cellulare, Rolex, carte di credito), portando con sé solo le scatole di farmaci, per la depressione e per l’ipertiroidismo. Con sé ha portato anche dell’acqua ed una coperta. Tutto sembrerebbe combaciare con un piano premeditato, quello di mettere fine alla sua fragile vita. Ma la certezza giungerà solo nei prossimi giorni.