Monsignor Franco Giulio Brambilla può essere uno dei nomi meno a sorpresa inserito all’interno della “Terna” per il nuovo Presidente della Cei, in votazione oggi 23 maggio 2017. Il terzetto dei nomi presentati a Papa Francesco – che sarà poi l’ultimo passaggio per la nomina ufficiale – non vede grandi favoriti nell’area Nord della Conferenza Episcopale Italiana (al cui interno si vedono tre sezioni, Centro, Sud e appunto Nord, ndr). Nessuno tranne appunto il prelato di Novara, già in passato ausiliare di Milano prima dell’arrivo di Angelo Scola e poi promosso nella larga diocesi di Novara.



Nominato vescovo di Novara a fine 2011 da papa Benedetto XVI, monsignor Brambilla ha raccolto l’eredità di Renato Corti: è un teologo infatti, allievo di Carlo Maria Martini, docente di Sacra Scrittura ed esperto di Cristologia e Antropologia Teologica, uno stile dunque molto profondo anche se non per forza “staccato” dall’attenzione alla pastorale e alla vicinanza con il popolo.



Come riporta Vatican Insider, «il suo mandato nella diocesi di Novara è caratterizzato dalla celebrazione del sinodo diocesano dedicato alla famiglia, due anni di lavoro e di profonda ristrutturazione della diocesi, con una particolare attenzione al coinvolgimento dei laici e alla loro responsabilizzazione».

Per considerare Monsignor Franco Giulio Brambillla “favorito” alla guida della Cei per il prossimo corso, bisogna tener conto che all’interno della Cei la divisione è sostanzialmente in tre aree. Nord, Sud e Centro, con però le ultime due con maggiori numeri in sede di Assemblea Generale: non vi sono grandi personalità del Nord sostenute dalle altre due sezioni in maniera più allargata, tranne appunto il teologo Brambilla.



Insegnando alla facoltà teologica tra Lombardia e Piemonte,  ha vigilato o cooperato alla formazione di decine e decine di sacerdoti dell’Italia del Nord per quasi 20 anni e per Papa Francesco potrebbe essere un elemento importante per avvicinare ancora di più la Cei alle attività più pastorali che “politiche”, Non solo, al Sinodo sulla Famiglia dell’ottobre 2015 è stato relatore del gruppo C avendo come moderatore Bagnasco ma mostrandosi possibilista e aperto alla Comunione ai divorziati, come riporta un suo profilo su Italia Oggi.

Bergogliano e possibilista di un cambio di passo interno alla Chiesa Italiana sui cosiddetti temi sensibili, la candidatura nella terna pare crescere con il passare delle ore e dei giorni, specie dopo le “aperture” alle novità, come ad esempio suggerendo ai preti di filmarsi mentre dicono Messa per rivedersi e capire come adeguare il ritmo della liturgia alle esigenze dei fedeli al giorno d’oggi. Sarà lui il vescovo predisposto al “cambio di passo” voluto da Papa Francesco per la “nuova” Cei?