L’omicidio di Mauro Pretto, il boscaiolo di Zovencedo raggiunto sull’uscio di casa da un pallettone da fucile da caccia, è ancora avvolto nel mistero. Difficile individuare un movente per giustificare l’uccisione di un uomo descritto in paese come mite. L’unico racconto che sembra sollevare diversi dubbi è quello di un collega di Pretto, un dipendente dell’azienda di montaggio stand fieristici di proprietà del fratello di Mauro, che ha riportato del litigio di qualche tempo prima fra la vittima e un bracconiere. Intervistato da Vicenza Today, l’uomo ha raccontato:”Mi aveva riferito di una lite molto accesa con un cacciatore, giusto uno o due mesi fa, per la quale era rimasto turbato al punto da sconsigliarmi una volta di andarlo a trovare di sera”. La testimonianza dell’uomo è avvenuta mentre si recava a portare del cibo ai cani di Pretto, rimasti soli all’interno della sua abitazione: “Questo è nervoso e impaurito, forse è l’unico ad avere visto l’assassino”, ha detto indicato un animale. (agg. di Dario D’Angelo) 



A dieci giorni dalla morte di Mauro Pretto, il boscaiolo ucciso lo scorso 13 maggio a Zovencedo, in provincia di Vicenza, gli inquirenti continuano a rimanere nel silenzio più totale. La Procura ha infatti deciso di blindare le indagini, si presume per raggiungere il più velocemente possibile all’identificazione del killer. Diverse le piste che stanno seguendo gli investigatori, fra cui anche la possibilità che Mauro Pretto sia stato ucciso da un gruppo di bracconieri.



L’arma utilizzata è infatti un fucile da caccia abitualmente usato per la caccia di prede di grandi dimensioni, come confermato dal referto citato da Vicenza Today.

A questo particolare si aggiunge inoltre la possibilità che Mauro Pretto sia stato ucciso da un cacciatore di sua conoscenza e con cui avrebbe avuto una lite nei mesi precedenti al suo delitto. Questa la versione di un collega del boscaiolo, che avrebbe assistitto all’episodio.

Gli inquirenti non lasciano tuttavia intentata alcuna ipotesi, dato che l’analisi del passato della vittima potrebbe far emergere nuovi dettagli. La comunità di Zovencedo intanto continua ad essere molto scossa dalla morte del compaesano, considerato da tutti come una persona tranquilla e mite. In pochi infatti ricordano di averlo sentito alzare la voce, forse dovuto a qualche alzata di gomito e non ad una personalità irascibile.