Padre Gratien non ci sta: non solo ritiene di essere stato condannato ingiustamente in primo grado a 27 anni di carcere per un omicidio che sostiene di non aver commesso – quello di Guerrina Piscaglia – ma l’essere considerato alla stregua di un criminale pronto a darsi alla fuga in qualsiasi momento, per lui altro non è che un affronto. Per questo motivo, come riportato da Il Tempo, Padre Graziano ha deciso che se non verrà meno l’imposizione della Corte di Assise di Arezzo, che ha ordinato che venga guardato a vista dalle guardie penitenziarie mentre dà la prima comunione a 3 fratellini congolesi, non presiederà al sacramento. L’uomo accusato di aver ucciso la casalinga di Ca’ Raffaello semplicemente non dirà messa, rischiando anche di far sfociare il tutto in un piccolo incidente diplomatico, visto che alla celebrazione avrebbe dovuto partecipare una delegazione del Congo.  



Il problema è sorto quando Padre Graziano ha chiesto di poter togliere il braccialetto elettronico che serve a tenere sotto controllo i suoi spostamenti all’interno del convento dei premostranensi a Roma, dove il frate è ai domiciliari. Una richiesta dettata dal fatto che il braccialetto, nello spostamento dal piano in cui il prete risiede a quello in cui dovrebbe dire messa, suonerebbe segnalando l’evasione. Ecco dunque la soluzione proposta dai magistrati nell’udienza dello scorso 5 maggio: sì alla possibilità di togliere il braccialetto, ma a patto che delle guardie armate sostino accanto all’altare. Un compromesso che il frate congolese non può accettare, quasi come la sua sentenza di consapevolezza: Padre Gratien ha una sola parola.

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