Quello di Roberta Ragusa resta un giallo ancora irrisolto, ricco di ombre e con una sola parziale certezza: Antonio Logli, marito della mamma di Gello di San Giuliano Terme, avrebbe ucciso la donna e distrutto il suo cadavere. A dirlo è stato il gup Elsa Iadaresta nella sua sentenza di primo grado dello scorso dicembre, con la quale ha condannato a 20 anni l’elettricista della Geste. Ancora oscuro il possibile movente attorno al quale ad oggi sono sorte congetture ed ipotesi a dir poco inquietanti, così come il possibile scenario nel quale si sarebbe consumato l’intero delitto di Roberta Ragusa. A condurre un lavoro basato essenzialmente su un giornalismo investigativo ma ancor di più sulla caparbietà e sul desiderio di far luce su quanto avvenuto la notte tra il 13 ed il 14 gennaio 2012, è il giornalista del Corriere della Sera, Fabrizio Peronaci. Da tempo ormai, il gruppo da lui realizzato su Facebook e dedicato al “Giornalismo Investigativo” raccoglie le informazioni da parte di fonti che potrebbero conoscere qualcosa in più su Roberta Ragusa e su ciò che le capitò.

Si tratta non di certezze, sia chiaro, ma di spunti di riflessione dai quali poter ripartire per fare finalmente chiarezza attorno al giallo che, nonostante siano trascorsi oltre cinque anni, continua ad interessare ed a commuovere molti italiani. Dopo l’ipotesi della gravidanza in corso di Roberta Ragusa proprio nel periodo in cui fu poi uccisa – notizia lanciata sempre da Peronaci, rimbalzata anche attraverso Pomeriggio 5 ma che, ricordiamolo, sarebbe stata smentita dall’amica della vittima, Letizia – ora spunta un nuovo giallo che avrebbe a che fare con un quaderno a quadretti contenente appunti sulle ultime ore di vita di Roberta ma che sarebbe misteriosamente scomparso.

Il nuovo post su Facebook dedicato al caso di Roberta Ragusa e scritto da Fabrizio Peronaci parte da un presunto viaggio che la donna fece insieme al marito Antonio Logli, suo presunto assassino, nel tentativo di riconciliarsi. Come riporta il giornalista, le amiche riferirono poi che quel viaggio non ebbe gli esiti sperati poiché non bastò a cacciare l’ombra dell’amante che da anni era presente nella vita matrimoniale della coppia. La situazione sarebbe poi precipitata nel gennaio 2012, come ormai noto, nel modo più tragico.

In questo contesto di ricerca costante della verità su quanto accaduto alla povera Roberta, si inserisce un nuovo giallo del quale il gruppo Giornalismo Investigativo gestito dal giornalista sarebbe venuto a conoscenza ed avrebbe a che fare con la scomparsa di un quadernone “dai contenuti inquietanti” contenente alcune coincidenze sospette e probabilmente visionato da un magistrato. “In esso si parlava di Roberta e di un ciondolo perduto durante la fase della colluttazione, nelle immediate pertinenze dell’abitazione di famiglia; di un telo di plastica usato per avvolgere il corpo; della possibilità che la stessa Roberta aspettasse un bambino”, scrive ancora Peronaci.

Il quaderno in questione si contraddistinguerebbe per la copertina recante un disegno astratto e conterrebbe, almeno per la metà dei suoi fogli, appunti scritti a penna, “a tratti vergati di fretta, in modo convulso”. Si tratterebbe di un vero e proprio “memoriale dell’omicidio” scritto prima della condanna in primo grado del marito della vittima Antonio Logli. “Non è che al suo interno, magari per effetto di una pura casualità, furono depositate verità scomode, poi fatte sparire?”, ipotizza il giornalista che non fa però piena luce su chi avrebbe appuntato questi aspetti inquietanti né da dove il presunto quaderno sarebbe sparito. Il giallo di Roberta Ragusa intanto si arricchisce di nuovi elementi, in attesa che sia veramente fatta luce sulla vicenda.