Ha dei risvolti clamorosi quanto emerso dalle ultime indagini delle forze dell’ordine a Manchester nel tentativo di scavare nel passato di Salman Abedi: la famiglia dell’attentatore, sotto choc in queste ore per quanto avvenuto, avrebbe già avvertito in passato le autorità britanniche della pericolosità del giovane (e forse anche del fratello Ismail, arrestato ieri). Lo ha detto un funzionario dell’intelligence Usa alla NBC News, scatenando non poche critiche dai colleghi inglesi che si sono sentiti attaccati nella loro competenza. Al netto di ogni schermaglia tra intelligence, resta la tragedia e le indagini ora da sferzare per trovare tutti i presunti compagni della cellula islamista di cui Abedi avrebbe fatto parte. Addirittura il padre, stando agli scoop di Sky News Arabiya, avrebbe fatto parte durante l’epopea di Gheddafi in Libia di un gruppo armato pro-Al Qaeda sul suolo africano. Proseguire nella profonda indagine sul passato anche recente di Salman Abedi potrebbe essere al momento una delle piste certamente più proficue ed utile. (agg. di Niccolò Magnani)
Nel segno di quanto avvisato questa mattina dal ministro degli Esteri Amber Rudd, sono scattati altri tre arresti quest’oggi a Manchester con possibili connessioni a Salman Abedi, il kamikaze del concerto di Ariana Grande. “L’attentatore non era da solo”, è la teoria investigativa più in auge in queste ore di prime indagini dell’antiterrorismo. Non solo, è stato reso not come il 23enne arrestato ieri nel sud di Manchester era il fratello di Salman, Ismail Abedi. Il fermo è stato effettuato nella zona di Chorlton, non lontano dall’abitazione di Ismail. Secondo quanto riportato dal Guardian, il fratello del kamikaze sarebbe un esperto informatico che ha lavorato anche per il Manchester Islamic Centre, il centro islamico della moschea di Didsbury frequentata dalla famiglia Abedi. Un possibile aiuto dunque per la logistica dell’attentato potrebbe essere arrivato proprio dal fratello, ma non si escludono altri elementi della cellula di foreign fighters presente nei sobborghi di Manchester. (agg. di Niccolò Magnani)
Il forte sospetto che Salman Abedi non abbia agito da solo è alquanto cresciuto nelle ultime ore: il kamikaze di Manchester si scopre essere da tempo legato al giro della jihad e lui stesso pare sia stato un foreign fighter con andata e ritorno dalla Libia. Intervistato dal Guardian, parla Sam un vicino di casa di Salman che confessa, «Non me l’aspettavo, io qui vivo da qualche anno con degli amici. È vero c’è tanta diversità culturale ma è un quartiere residenziale, tranquillo». E invece era un foreign fighter e si è fatto saltare in aria durante un concerto di Ariana Grande, un progetto “grandioso” per un kamikaze dell’Isis (ormai è certo appartenga al Califfato, anche se si attendono conferme ulteriori dalle indagini). Pare inoltre che non sia stato lui ad assembleare la bomba artigianale con la quale ha ucciso quasi 30 persone, tra cui molti ragazzini: «È improbabile che una cellula terroristica “sprechi” una persona in grado di fabbricare bombe del genere: per i terroristi sarebbe perdere una risorsa indispensabile», rilevano fonti dei servizi segreti Uk riportati da La Stampa. Una cellula dunque, per nulla un lupo solitario, che ha pensato, organizzato e attuato l’orrendo attacco terroristico in quel di Manchester ormai due giorni fa. (agg. di Niccolò Magnani)
Fears #Manchester suicide attacker was armed by mystery bomb-maker who is still out there https://t.co/MvLt1ra7OI pic.twitter.com/q4VJCH7QVQ
— The Sun (@TheSun) 24 maggio 2017
Continuano a ritmo serrato le indagini sul kamikaze di Manchester, Salman Abedi, autore dell’esplosione che ha causato 22 morti e 59 feriti (bilancio ancora provvisorio) alla fine del concerto della popstar americana Ariana Grande. E’ stato immediatamente accertato come la famiglia dell’attentatore fosse di origine libica, arrivata in Inghilterra per sfuggire al regime di Gheddafi. Pur essendo nato in suolo britannico, Salman Abedi avrebbe mantenuto, almeno stando alle prime informazioni che stanno emergendo, una fitta rete di contatti con la Libia che lo avrebbero legato sempre di più al jihadismo. Alcune testimonianze dipingono Salman Abedi come un ragazzo solitario ed introverso, ma che negli ultimi tempi aveva aumentato i suoi contatti anche a Manchester. Un profilo che spesso combacia con quello dei terroristi: il quotidiano Le Parisien ha ipotizzato che i contatti mantenuti con la Libia da Salman Abedi possano collegarlo alle cellule franco-belghe tristemente note alla cronaca per i gravissimi attentati degli ultimi mesi. Il mosaico sta prendendo forma. (agg. di Fabio Belli)
Il kamikaze di Manchester è stato identificato: è Salman Abedi l’autore dell’attentato nel quale hanno perso la vita 22 persone. La premier Theresa May stamattina aveva annunciato che le autorità britanniche erano a conoscenza dell’identità dell’attentatore, ma non ne è stata data conferma. La notizia allora arriva dagli Stati Uniti, che ha indicato nel 23enne libico l’autore della strage. Salman Abedi è nato a Manchester nel 1994, secondo di quattro figli di una coppia di rifugiati libici che per sfuggire al regime del colonnello Gheddafi sono emigrati nel Regno Unito. Stando a quanto riportato dal Telegraph, la madre Samia Tabbal e il padre Ramadan Abedi, una guardia giurata, hanno vissuto a Londra prima di trasferirsi a Manchester, dove hanno trascorso almeno 10 anni. La polizia ha confermato che il kamikaze, morto per la detonazione dell’ordigno che aveva con sé, era già noto alle autorità locali.
Pare che l’intera famiglia Abedi, fatta eccezione per i due figli più grandi, abbia fatto ritorno in Libia, ma questa notizia non è stata confermata. La sorella minore di Salman Abedi, la 18enne Jomana, ha studiato alla Whalley Range High Scool prima di trovare impiego alla moschea di Didsbury nel 2013. La giovane in uno dei suoi due profili Facebook afferma di essere a Tripoli e di avere molti contatti in Libia. Inoltre, fa riferimento anche alla necessità di indossare il velo islamico. Il quartiere di Whalley Range è balzato nel 2015 agli onori delle cronache perché due studentesse, le gemelle Zahra e Salma Halane, fuggirono di casa per unirsi allo Stato Islamico in Siria. Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, Salman Abedi avrebbe raggiunto Manchester da Londra in treno. Poi si è recato alla Manchester Arena dove ha compiuto l’attentato al termine del concerto di Ariana Grande.