Le primissime parole da neoPresidente della Cei, Gualtiero Bassetti le ha rivolte subito questa mattina davanti ai suoi “nuovi” compagni di una lunga strada che lo ha portato alla guida dei vescovi italiani. Davanti all’Assemblea Generale, il cardinale di Perugia ha rivolto queste brevi parole: «La scelta di papa Francesco di affidarmi questa responsabilità al crepuscolo della mia vita è il segno che crede nella capacità dei vecchi di sognare», racconta divertito e commosso Bassetti. Come ha ricordato Bergoglio ai vescovi italiani nei giorni scorsi, il punto importante sarà quello di lavorare con tutti i prelati senza rimanere staccato dai fedeli e dalla quotidianità di tutti i giorni. «Il Papa ci ha raccomandato di condividere tempo, ascolto, creatività e consolazione. È quello che cercheremo di fare insieme. ‘Vivete la collegialità’, ci ha detto, ‘camminate insieme’: è questa la cifra che ci permette di interpretare la realtà con gli occhi e il cuore di Dio». Primo appuntamento istituzionale che attende il Presidente Cei sarà quello di presiedere la Conferenza Stampa domani a conclusione dell’Assemblea Generale Cei, alle ore 13.30 presso l’Aula Paolo VI.



E tutto viene dunque confermato da Papa Francesco: Gualtiero Bassetti è il nuovo capo dei Vescovi Italiani, come ha annunciato poco fa durante il terzo giorno di Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana il presidente uscente Angelo Bagnasco. «E adesso ho l’onore e il piacere di comunicare che il Santo Padre ha nominato il cardinale Bassetti presidente della Conferenza episcopale italiana», riporta Avvenire in un flash pochi minuti fa. L’arcivescovo e cardinale di Perugia-Città della Pieve diviene dunque il nuovo capo della Chiesa Italiana, il favorito di Papa Francesco alla fine dunque la spunta sugli altri due nominativi in terna, Franco Giulio Brambilla e Francesco Montenegro, tutte comunque figure con cui la Cei ha voluto fare un passo verso Bergoglio e verso il nuovo corso di Chiesa più vicina alle realtà locali e alle sfide di migranti, povertà e nuove società.



Un esempio sono le parole di Bassetti nel suo ultimo saggio del 2015, “La gioia della carità”, dove il neo presidente Cei sottolinea che la Chiesa deve essere «accogliente e vivere la povertà, con il vescovo che è chiamato ad avere lo stile di un padre e mettere al centro la vicinanza, riducendo così la pericolosa distanza tra chi ci governa e il cittadino».

È Gualtiero Bassetti ad essere sempre più il favorito per essere eletto a nuovo presidente della Cei: la terna votata ieri dall’Assemblea della Conferenza Episcopale Italiana ha presentato l’arcivescovo di Perugia come primo esponente dei tre nomi consegnati a Papa Francesco per la decisione finale, seguito da Franco Giulio Brambilla – vescovo di Novara – e il cardinale di Agrigento, Francesco Montenegro. Bassetti rappresenta i favori del pronostico, con gli ambienti vaticani che danno come “scontata” la ratifica del Santo Padre alla scelta fatta dall’Assemblea Generale Cei. La direzione dei vescovi italiani rimarrà convocata fino a domani, 25 maggio, e in queste ore è attesa la nomina ufficiale da parte della Santa Sede per poter eleggere e presentare già il nuovo Presidente Cei.



Cardinale nominato da Bergoglio, stimato per le sue posizioni contro gli affarismi interni alla società (e anche alla Chiesa), nel 2016 il pontefice gli ha chiesto di scrivere le meditazioni per la via crucis al Colosseo. Bassetti potrebbe raccogliere così il testimone da Ruini e Bagnasco, suoi predecessori, per rinnovare e dare via libera al “nuovo corso” che ha in mente Papa Francesco, con un probabile taglio alle diocesi e un tentativo di riportare alla guida delle aree diocesane preti più vicini al popolo e alle tradizioni locali, piuttosto che porporati di Curia romana.

Nella sua ultima prolusione da Presidente uscente della Conferenza Episcopale Italiana, il Cardinale di Genova Angelo Bagnasco ha voluto puntare tutto sulle nuove sfide della Chiesa per i prossimi anni: disoccupazione, emergenza migranti, i rischi legati a populismo e individualismo, per Bagnasco è ancora oggi “suicida non sostenere la famiglia e la libertà di educazione nelle scelte scolastiche”. Un discorso lungo e accorato che lancia al Papa e al suo successore la linea per proseguire il lavoro improntato in questi anni: «una importante missione della Chiesa in Italia, chiamata a misurarsi sulla sfida educativa con gli Orientamenti pastorali del decennio.  

Un’urgenza che colpisce tutto l’Occidente europeo che dimentica ia sorgente cristiana del nuovo umanesimo per far emergere al suo posto un individualismo illusoriamente libero, in realtà prigioniero delle proprie solitudine», racconta ancora l’ormai ex presidente Cei davanti all’Assemblea Generale.

In attesa della nomina del suo successore, Bagnasco rivolge un invito ai preti e a tute le diocesi italiane, sulla scia del pensiero di Papa Francesco: «La Chiesa ci manda disarmati, araldi dell’amore in un mondo ferito dall’odio, profeti dello spirito in un mercato della materia, sentinelle attente che scrutano l’orizzonte […]. Voi tutti, uomini che ci ascoltate, la nostra gioia è la più grande di tutte: ha un nome e un volto, che riconducono alla Persona di Gesù Cristo».