Alle accuse di Michele Buoninconti, presunto assassino della moglie Elena Ceste, rivolte ai genitori di quest’ultima, gli stessi nonni materni dei suoi quattro figli hanno voluto replicare in modo netto tramite le pagine del settimanale specializzato in cronaca nera. A loro detta, anche attraverso il suo avvocato Michele aveva detto e poi messo per iscritto di voler rinunciare alla sua quota di eredità relativa alla villetta di Costigliole d’Asti, dove probabilmente si consumò l’omicidio della moglie. La casa era interamente intestata ad Elena Ceste. “Un gesto che doveva andare a beneficio dei figli”, hanno commentato Lucia e Franco Ceste, evidenziando come in questo modo loro sarebbero di fatto diventati gli unici eredi della casa di proprietà della madre uccisa. Eppure, al momento di concretizzare questa rinuncia, Michele Buoninconti si rifiutò rivendicando i suoi diritti diventando comproprietario insieme ai suoi figli. Non solo: “Anche se ha accettato la sua parte di eredità, è toccato a noi farci carico di tutte le spese di successione, incluse le sue”, hanno rivelato i genitori della donna uccisa. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Sul caso Elena Ceste, continua lo scambio di accuse tra il presunto omicida, il marito Michele Buoninconti, ed i genitori della donna, Franco Ceste e Lucia Reggio. Michele Buoninconti ha accusato la coppia dei nonni dei figli della coppia di cattiva gestione del denaro della famiglia e soprattutto di impedirgli di vedere i bambini anche nei termini previsti dalla legge. I genitori di Elena Ceste hanno prodotto una serie di risposte molto circostanziate alle accuse, ma oltre a chiarire aspetti della situazione finanziaria della famiglia hanno voluto sottolineare un aspetto molto importante. Cioè che in questi drammatici mesi segnati dalla scomparsa della figlia e dall’arresto del genero, hanno dovuto provvedere completamente da soli ai ragazzi, non ricevendo neppure un soldo dal loro padre. Questo avviene ormai da un anno, senza che l’uomo abbia nel contempo mai rinunciato alla sua parte di eredità. Michele viene accusato dai genitori di Elena Ceste di aver abbandonato i figli a loro stessi. (agg. di Fabio Belli)
Dopo l’arresto di Michele Buoninconti, accusato e condannato a 30 anni in primo e secondo grado per l’omicidio della moglie Elena Ceste, una delle preoccupazioni dell’uomo continua ad essere legata al denaro. Come dichiarato dallo stesso in una recente intervista al settimanale Giallo, percepirebbe ancora 1000 euro del suo stipendio di vigile del fuoco, ma lamenterebbe comunque i conti bloccati e le ingenti spese legali. Nonostante questo, avrebbe smesso di versare l’assegno mensile per i suoi figli dopo la decisione dei giudici d’Appello che hanno decretato che non potrà più avere alcun contatto con loro.
Nella medesima occasione, il presunto assassino di Elena Ceste aveva anche lanciato della accuse neppure tanto velate ai nonni paterni dei suoi quattro figli, accusandoli di ostacolare un possibile incontro in carcere con i bambini e lanciando alcune insinuazioni riguardo i presunti 40 mila euro che farebbero parte dell’eredità lasciata ai figli. Dopo le accuse è arrivato il momento della replica da parte dei due anziani genitori di Elena Ceste, Franco e Lucia, coloro che dal giorno dell’arresto di Michele Buoninconti si stanno prendendo cura dei quattro bambini. Sulle pagine del medesimo settimanale hanno spiegato la questione dei quattro libretti bancari intestati ai figli e che secondo Michele sarebbero scomparsi. “No, non è vero. I libretti esistono”, hanno replicato i coniugi Ceste.
A loro detta, non si trattava di eredità, come invece sostenuto dal presunto assassino dell’amata figlia, ma del versamento di piccole somme, inizialmente tra i 185 e i 520 euro, fino a raggiungere ad oggi cifre tra i 5.700 e i 6.700, per un totale di 24 mila euro. “Altro che i 40 mila di cui parla Michele”. A contribuire al denaro attualmente presente sui libretti sarebbero stati gli stessi nonni i quali, nonostante i momenti difficili, in questi anni hanno comunque versato del denaro: “Ma quei soldi non li abbiamo noi”, hanno chiarito. Dopo l’arresto di Michele, infatti, sono stati consegnati alla nipote maggiore che li ha tuttora in custodia: “Nessuno ha toccato nulla”.
, nella sua recente intervista aveva anche dichiarato di scrivere quotidianamente ai figli, pur non ricevendo risposta. “Veramente non ci risulta che negli ultimi tempi lo abbia fatto”, hanno commentato i genitori di Elena Ceste. Tra la sentenza di primo grado e quella di Appello, il ricevimento di corrispondenza era decisamente aumentato, tanto da aver comportato l’intervento del Nucleo Psichiatrico Infantile di Asti che aveva invitato i nonni a non consegnare più le lettere ai quattro ragazzini “per il loro contenuto altamente destabilizzante”.
I coniugi Ceste hanno poi smentito categoricamente di essere stati loro ad impedire ai nipoti di incontrare il padre.
In effetti, i nonni anche davanti al Tribunale dei Minori si erano detti disponibili ad accogliere la volontà dei bambini. La decisione era giunta poi dallo stesso tribunale e confermata dalla Corte d’Appello dopo l’audizione protetta con gli psicologi dei due figli maggiori che hanno preferito non incontrare il padre in carcere.