Ai microfoni di Rai News24 il premier Paolo Gentiloni ha usato parole non convenzionali per introdurre il prossimo vertice G7 di Taormina a partire da domani: arrivando al vertice Nato a Bruxelles, il Presidente del Consiglio ha raccontato come a Taormina si parlerà di «cambiamento climatico, commerci, migrazioni, rapporti con l’Africa. Non sarà un confronto semplice, ma l’Italia cercherà di renderlo un confronto utile, capace di far convergere posizioni. Anche l’incontro di oggi, dal punto di vista italiano, è un’occasione per preparare il vertice di domani e dopodomani». L’Italia per Gentiloni, alla vigilia dell’incontro con l’Alleanza Atlantica, è molto impegnata in Iraq a livello militare e socio-umanitario: «E da sempre siamo impegnati a sottolineare una impostazione politica oltre che militare, di coinvolgimento di tutte le forze possibili. La battaglia – ha concluso il premier – va vinta sul piano militare ma anche culturale».
Un clima incandescente a livello internazionale prepara la difficile due giorni di lavoro per il G7 a Taormina, visto il turno di presidenza italiana per la riunione dei grandi della Terra. Da domani 26 maggio fino a sabato 27 la Sicilia vede impegnato un numero di forze dell’ordine mai visto per ospitare i sette capi di stato del mondo, orfani della Russia dopo il caso-Ucraina degli ultimi anni. Inutile dire che il G7 ripartirà dall’ultima strage di Manchester, con la lotta al terrorismo che inevitabilmente sarà il primo e ineludibile punto di discussione. Come riporta il collega Zatterin sulla Stampa, la presidenza italiana pare abbia preparato un documento da approvare senza esitazioni dal titolo “Sicurezza dei cittadini”, che vedrà Taormina come rampa di lancio: 15 punti solenni in cui i sette capi di stato condannano la barbarie dell’autoproclamato Califfato e Stato Islamico. Il G7 pare dunque pronto ad affermare l’impegno di «portare la lotta al terrorismo a un livello più alto, scatenando una caccia senza sosta a tutti i colpevoli e chi li aiuta», riporta ancora La Stampa. Il problema in questo immenso piano per combattere il terrorismo resta il nodo-Trump, con il presidente americano che ha certamente sconvolto i piani delicati e molto fragili costruiti negli scorsi anni, soprattutto tra la Gran Bretagna e la Francia con la forte guida della Merkel. Con il nuovo interventismo “improvviso e imprevedibile” del Presidente Usa la sfida non sarà semplicissima, ma va detto che questo è il vero primo appuntamento che vede Trump a colloquio con i grandi della Terra e potrebbe essere il momento di rinsaldare l’alleanza (specie con Cina e Germania) decisiva per condurre una battaglia unita contro la minaccia di Daesh. Paradossalmente, l’attentato di Manchester e l’orrore visto contro giovanissimi innocenti, potrebbe convincere tutti a prendersi le proprie responsabilità e trovare un accordo unico e unito per ricominciare un’offensiva ad ampio raggio (non solo militare ma prima di tutto strategica).
Taormina è una fortezza. Isolata da giorni, i cittadini siciliani soffrono da tempo ormai l’assiduo lavoro di sicurezza in vista di questi due giorni di G7. Con il rischio attentati che sale, è giusto e ovvio che le misure di sicurezza siano state innalzate, ma i 10mila uomini in campo e i 7 check point stanno facendo crescere la comprensibile voglia che tutto questo finisca, specie per i turisti che in questi giorni sono ovviamente off-limits. Come riporta oggi l’inviata di Repubblica a Taormina, «Non sfugge neanche un angolo: sono in tre per ogni vicolo, poliziotti, carabinieri, finanzieri, militari dell’esercito armati fino ai denti. Sette check point con metal detector di ultima generazione agli ingressi della zona di massima sicurezza, per strada solo poca gente con il pass al collo e centinaia di uomini delle forze dell’ordine». Droni, elicotteri, navi, nulla deve giustamente sfuggire con l’arrivo già da questa sera dei 7 capi di stato presenti al G7 di domani, con Trump e Merkel che saranno gli ultimi a sbarcare sull’Isola. Dopo Manchester e Londra si temono però nuovi attentati, come primo massimo elemento problematico, mentre il secondo timore per gli organizzatori del G7 riguarda le manifestazioni e i flash mob contro i grandi della Terra: quel G8 di Genova resta sempre nella mente, anche se ovviamente con quel precedente tutti saranno decisamente molto più attenti e accorti per evitare inutili problemi. Specie in un momento così delicato anche a livello internazionale.