Il primo uomo ad essersi imbattuto in Igor Vaclavic, lo spietato killer di Budrio, fu Piero, la guardia giurata che lo scorso 30 marzo fu rapinata della pistola mentre si trovava a Consandolo. Alla trasmissione Pomeriggio 5, la vittima rimasta ferita ha dichiarato: “Ho sentito uno sparo, mi sono girato e ho visto un uomo che mi puntava un fucile”. Igor lo avrebbe incitato a gettare l’arma, a guardare in terra e a non guardarlo, il tutto mentre continuava a puntargli il fucile contro. Poi la sensazione che stesse parlando con qualcuno al telefono: “È della Securpol, ho preso l’arma”, riferiva Igor, parlando lentamente, con tono calmo ed in un italiano perfetto. “Sei ferito?, aspetta e chiama l’ambulanza”, gli avrebbe detto prima di sparire nelle campagne. Il giallo del telefono però avrebbe fatto molto riflettere gli inquirenti: il fatto che parlasse in un italiano perfetto farebbe ipotizzare la presenza, dall’altra parte della cornetta, di qualcuno che parlasse anche lui l’italiano, forse un nostro connazionale. Non è mai stato escluso, infatti, che proprio un presunto complice di Igor possa essere un uomo italiano, ex pregiudicato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Mentre proseguono le ricerche di Igor Vaclavic, alla trasmissione Pomeriggio 5 nella puntata di ieri ha preso la parola la guardia giurata alla quale Feher rubò la pistola usata successivamente per uccidere Davide Fabbri e Valerio Verri. “Sono arrivato sul posto e mi ha sparato”, ha raccontato Piero. Tutto ciò avveniva il 30 marzo scorso quando su indicazioni della centrale la guardia si recò sul posto a Consandolo e dopo essere sceso per fare il controllo si è guardato intorno per vedere se vi era qualche movimento sospetto. Igor, nascosto dietro un cespuglio, gli ha sparato dall’altra parte della strada. “Io stavo per salire in macchina e lui mi ha sparato”, ha raccontato la guardia giurata. Quando il killer ha sparato, Piero aveva la pistola in mano e stava per girarsi ma è stato prontamente bloccato da Igor che gli ha ordinato di gettare la pistola in terra e di non girarsi, mentre avanzava con il fucile puntato. “Si è avvicinato sempre con il fucile puntato e ha preso la pistola, e mi diceva sempre di non guardare. Ho solo visto la sagoma, pantaloni mimetica e scarponi”, ha raccontato la guardia ai microfoni del programma di Canale 5. Il particolare importante è che quando Igor Vaclavic gli ha preso la pistola, parlava con qualcuno – non sa se al telefono o meno – aggiornandolo su quanto stava facendo. Dopo aver finito di parlare, sempre in modo calmo, gli ha chiesto se era ferito e lo ha invitato a chiamare l’ambulanza prima di allontanarsi nei campi verso la stazione ferroviaria. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
La caccia a Igor Vaclavic in tutta la provincia di Ferrara prosegue senza esclusioni di colpi e continua a contornarsi di particolari misteriosi. E’ notizia delle ultime ore la segnalazione di un badante di un’anziana signora di Rovigo segnalato come estremamente somigliante a Igor. Tant’è che la figlia dell’anziana è dovuta intervenire in prima persona per chiarire l’identità del badante e sgombrare il campo ai dubbi una volta per tutti, spiegando come l’uomo, che non lavora più alla dipendenze della sua famiglia, non fosse nella maniera più assoluta Igor il Russo. E che anzi mai la polizia ha chiesto informazioni sul badante, né ha ritenuto opportuno fare domande sulla sua identità. Una voce che stava diventando dilagante nel piccolo paesino in provincia di Rovigo, Polesella, dove vivono la donna e la sua famiglia. Arrivata la smentita ufficiale, la caccia a Igor Vaclavic, il killer di Budrio, prosegue senza sosta. (agg. di Fabio Belli)
Si sta tramutando in una assurda quanto inspiegabile fuga, quella che da quasi due mesi vede protagonista Igor Vaclavic, 36enne serbo che ad oggi è riuscito a scappare con maestria ad ogni tipo di ricerca messa in atto. Il piano delle Forze Speciali si è rivelato in parte fallimentare o quantomeno tardivo, motivo per il quale è stato necessario adottare una strategia inedita che dia maggiore attenzione all’analisi delle campagne, degli argini e dei boschi, dove è più semplice che il super ricercato abbia trovato riparo in questi oltre 50 giorni di latitanza. Consandolo, cuore pulsante della “zona rossa”, resta anche il territorio maggiormente battuto.
Nel fare il punto della situazione su un caso che continua a far discutere, la strategia delle Forze dell’Ordine muta anche in merito alle segnalazioni, agli avvistamenti ed alle testimonianze di quanti sono convinti di essersi imbattuti nello spietato killer di Budrio o che ne abbiano anche solo vagamente il sospetto. Delle tante segnalazioni giunge, solo un piccolo 10% avrebbe un fondo di credibilità, ma la restante percentuale, ampissima, rischia di rallentare di tanto le operazioni mirate alla ricerca del vero Norbert Feher, ammesso che sia ancora in Italia e, a maggior ragione, nella zona rossa.
Non si esclude che Igor Vaclavic stia avendo un importante aiuto da uno o più complici, motivo che ha spinto una parte delle indagini a concentrarsi proprio sulla rete di contatti ed amicizie che il serbo aveva coltivato in questi anni trascorsi in Italia, quando era ancora “solo” un ladro, prima di tramutarsi in spietato assassino ed infine in fantasma. Perché Igor, come testimoniato anche da un ex partigiano potrebbe addirittura riuscire a scappare per mesi alla cattura delle Forze speciali: “Ho fatto la guerra di liberazione in queste valli. E’ una zona piena di canali e fiumi. Io qui ho passato i miei anni di guerra e so che è possibile stare nascosti per mesi “. L’aiuto di qualche fiancheggiatore potrebbe rendere ancora più complicata la sua cattura.
I controlli intanto proseguono, tutti finalizzati ad intercettare, quindi catturare, l’uomo conosciuto dalla giustizia italiana come Igor Vaclavic. Erroneamente definito russo, il serbo 36enne in queste settimane di inquietante fuga e silenzio potrebbe essersi guadagnato la strada che dirige al mare e, chissà, aver lasciato il nostro Paese. Un dubbio incredibile ma che ha necessariamente indotto gli inquirenti ad indagare anche in tal senso.
La strategia di ricerca, dunque, cambia ma allo stesso tempo si estende non solo nelle campagne ma anche sulla Statale 16, in provincia di Ravenna, dove il pluriomicida di Budrio e Portomaggiore potrebbe aver trovato nuovi giacigli. A proposito delle tante tane utilizzate in quasi due mesi da Igor il serbo, l’ultima segnalazione di rilievo avrebbe a che fare con un materasso rinvenuto in un vecchio casolare a Consandolo, dove i cani molecolari avrebbero fiutato le tracce del pericoloso latitante.
Difficile, però, dire a quando risalirebbero i segnali raccolti. I giri programmati anche nei centri abitati, intanto, proseguono, ma la sensazione dei residenti delle zone più calde resta quella di un silenzio assordante mista al timore che, dopo aver ucciso almeno due persone, Igor Vaclavic sia realmente riuscito a farla franca.