Quello di Maria Chindamo, giovane imprenditrice e madre calabrese scomparsa oltre un anno a, è un giallo inquietante, oggi affrontato nel corso della trasmissione Quarto Grado. Che fine ha fatto la donna? Si è allontanata o, come emerso dalle indagini e sostenuto dal fratello Vincenzo, è stata vittima di una violenta aggressione? Vero è che, alla luce dei primi dati raccolti, si è sempre sospettato che Maria Chindamo fosse stata uccisa, motivo per il quale oggi si torna a cercare insistentemente il suo corpo. Lo rivela Urban Post che evidenzia l’utilizzo di strumenti altamente tecnologici impiegati nei giorni scorsi nelle campagne del territorio situato al confine tra le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria, ovvero da dove la donna ha fatto perdere le sue tracce. Secondo gli inquirenti, infatti, è possibile che il cadavere della 44enne sia stato occultato poco distante dal luogo dell’aggressione. Nel corso della nuova puntata di Quarto Grado, il padrone di casa ripercorrerà il giallo e rivelerà i risultati delle ultime analisi condotte.
Nelle scorse settimane sono riprese le ricerche di Maria Chindamo, l’imprenditrice agricola calabrese misteriosamente scomparsa da Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, il 6 maggio di un anno fa. Il caso torna centrale nel corso della nuova puntata di Quarto Grado, la trasmissione di Rete 4 in onda nella prima serata odierna, a distanza di una settimana dall’appello lanciato dal fratello di Maria, Vincenzo Chindamo. Ospite in studio, l’uomo aveva scritto alla trasmissione per chiedere aiuto: che fine ha fatto l’amata sorella, madre di tre figli? Vincenzo aveva ripercorso insieme al conduttore del programma quanto accaduto la mattina della scomparsa di Maria Chindamo: era il 6 maggio quando la donna si recò presso la sua azienda agricola al fine di condurre un lavoro in programma. Lasciò la sua abitazione intorno alle 7:00 per arrivare dopo 15 minuti circa. “Davanti al cancello della sua azienda agricola, qualcuno l’aspetta lì, l’aggredisce. Troviamo del sangue ma non troviamo più Maria”, ha raccontato il fratello, riassumendo il dramma che da oltre un anno la sua intera famiglia sta vivendo.
La sua scomparsa avvenne in un giorno particolare, ovvero nel primo anniversario della morte del marito, Ferdinando Punturiero, dal quale la donna si era separata. Dopo un lungo amore, Maria si innamorò di un altro uomo e per questo chiese il divorzio dal marito il quale non accettò il colpo e dopo una crisi depressiva che durò per alcuni mesi, nel maggio 2015 si tolse la vita. Rimasta sola con tre figli, Maria Chindamo lasciò Rosarno e si trasferì a Laureana di Borrello, vicino alla madre, occupandosi dell’azienda agricola del marito e frequentando ancora la sua famiglia. Ora il fratello si domanda se queste sue scelte di vita personali, il desiderio di una nuova relazione, abbiano potuto dare fastidio a qualcuno.
Proprio a distanza di un anno dalla morte del marito, accade qualcosa di terribile nella vita di Maria Chindamo, a partire dalla sua misteriosa scomparsa. Cosa avvenne a distanza di 15 chilometri dalla sua abitazione, proprio davanti alla tenuta di famiglia? La sua auto fu ritrovata davanti al cancello di ingresso. Tracce di sangue furono rinvenute in modo ben visibile sulla maniglia della portiera lato guidatore e su un fianco del cofano. Fu un dipendente della stessa azienda agricola, Alessandro Dimitrov, ad accorgersi della presenza dell’auto di Maria Chindamo ma della donna nessuna traccia, motivo per il quale il testimone allertò subito il fratello della vittima. L’agricoltore ha confermato ai microfoni della trasmissione Quarto Grado di aver visto delle macchie di sangue non solo sull’auto dell’imprenditrice ma anche sul muretto poco distante. Un altro fatto molto strano è rappresentato dalla telecamera della tenuta agricola che, proprio il giorno della scomparsa di Maria non funzionò, quindi non immortalò le immagini della violenta aggressione. Qualcuno, quasi certamente aveva provveduto in precedenza a manometterla. A parte il dipendente che si accorse troppo tardivamente dell’auto della donna, nessun altro testimone si è mai fatto avanti raccontando di aver visto quanto accaduto un anno fa alla povera 44enne.