La polizia di Manchester continua a lavorare e a fare il punto dopo il terrible attentato che ha causato circa venti morti, tutti giovanissimi, al concerto di Ariana Grande presso la Manchester Arena. La serie di arresti seguita all’attacco ha iniziato a comporre un mosaico ben preciso secondo le forze dell’ordine. Gli arresti complessivamente sono stati 11, ma dei fermati ne sono stati rilasciati 2, successivamente ai controlli effettuati risultati estranei all’attacco. Il bilancio del numero 1 dell’antiterrorismo in Gran Bretagna, Mark Rowley, è sicuramente soddisfacente alla luce del lavoro sfiancante al quale Scotland Yard è stata sottoposta nell’ultima settimana. Secondo Rowley il kamikaze Salman Abedi non era un cane sciolto ma faceva parte di una rete terroristica molto articolata, e con gli arresti di questi ultimi giorni il colpo infitto a tale rete è stata durissima. Ora dalle testimonianze dei fermati dovrà emergere un quadro chiaro per capire come è stato pianificato l’attentato a Manchester al concerto di Ariana Grande.



Proseguono a ritmo serrato le indagini relative all’attentato di Manchester, che ha provocato decine di giovanissime vittime e feriti dopo la fine del concerto della popstar americana Ariana Grande. Sono arrivati a nove gli arresti effettuati dalla polizia di Manchester, con due persone precedentemente arrestate che sono state rilasciate dalla polizia. Il sospetto che l’attentatore Salman Abedi abbia preparato l’attentato da lungo tempo è divenuto ormai una certezza, col ragazzo di origine libica che era in contatto con una fitta rete di persone, sia nel paese di origine, sia a Manchester, che l’avrebbe aiutato ad imparare come confezionare la bomba e a reperire il materiale e gli esplosivi necessari. Un uomo di 44 anni ed un altro nel quartiere di Moss Side si sono dunque aggiunti agli arresti già effettuati, e si sospetta che abbiano aiutato il kamikaze Salman Abedi a pianificare l’attentato prima del suo viaggio in Libia.



Nel frattempo si sta un po’ stemperando la tensione tra Gran Bretagna e Usa relativamente alle indagini sull’attentato a Manchester al concerto di Ariana Grande. Delle informazioni riservate comunicate dall’intelligence britannica a quella statunitense erano trapelate, provocando la reazione stizzita degli inglesi che avevano definito compromesse le indagini relative alle informazioni divulgate. Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si era dovuto scusare con la Premier britannica Theresa May. Le informazioni trapelate su molti giornali americani avevano bloccato il dialogo tra le due intelligence. Le scuse di Trump sono state però ritenute sufficienti, assieme alla promessa di andare in fondo per prevenire qualsiasi possibile nuova fuga di notizie che potrebbe rappresentare una minaccia nazionale anche per gli statunitensi, per far riprendere il dialogo tra Usa e Gran Bretagna in merito alle indagini sull’attentato di Manchester.

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