La presunta gravidanza come movente per l’uccisione di Roberta Ragusa: al netto delle smentite della criminologa Roberta Bruzzone, si continua a discutere dell’indiscrezione lanciata dal giornalista del Corriere della Sera, Fabrizio Peronaci, sul gruppo Facebook Giornalismo Investigativo. Secondo la ricostruzione di Peronaci, Antonio Logli potrebbe aver deciso di eliminare la moglie la notte del 13 gennaio 2012 magari in seguito alla minaccia della donna di svelare all’amante di lui, Sara Calzolaio, il suo stato di dolce attesa. Peronaci sottolinea come siano state ben due le fonti ad averlo contattato e specifica che Logli potrebbe avera agito “sull’onda di una terrorizzante paura, quella che l’amante scoprisse che lui anche a lei aveva mentito, come d’altronde c’è scritto nella sentenza di condanna di Logli a 20 anni di carcere. Si badi bene, però: nelle motivazioni i giudici non hanno precisato l’argomento su cui l’uomo avrebbe mentito”. (agg. di Dario D’Angelo)
Qualche settimana fa, un’indiscrezione era stata avanzata con forza nell’ambito del giallo di Roberta Ragusa, la donna misteriosamente scomparsa da Gello di San Giuliano Terme nel gennaio 2012. Ad avanzarla era stato il giornalista del Corriere della Sera, Fabrizio Peronaci, il quale aveva riportato nel suo gruppo Facebook dedicato al “Giornalismo Investigativo” una delle ultime quanto inquietanti domande attorno allo stato della donna che, secondo il giudice Elsa Iadaresta, sarebbe stata uccisa dal marito Antonio Logli. “Roberta Ragusa quando fu uccisa era incinta?”, si domandava il giornalista, dando conto ai “sussurri di fonti ben informate”. Se così fosse, sarebbe facile intuire anche il movente del delitto. Nel fornire il nuovo presunto triste scenario, il cronista aveva chiosato: “Roberta, nell’inferno della sua vita, aveva forse riassaporato il gusto dolcissimo di ridiventare mamma”.
In realtà, l’indiscrezione era poi stata successivamente smentita da una cara amica della vittima, ma sull’argomento è nuovamente ritornata di recente la nota criminologa Roberta Bruzzone, fornendo il suo punto di vista sulle pagine del settimanale specializzato in cronaca nera, Giallo. L’esperta parla di “vera e propria bufala” in riferimento alla notizia di una presunta gravidanza, rimbalzata anche in tv, nel programma di Canale 5, Pomeriggio 5. “Un pettegolezzo tanto grave quanto del tutto infondato”, ha tuonato la Bruzzone.
Nel commentare l’indiscrezione poi smentita circa il presunto stato interessante di Roberta Ragusa quando fu poi uccisa, secondo il giudice del primo grado, dal marito Antonio Logli, Roberta Bruzzone ha definito le fonti del tutto “prive di affidabilità”. Questo anche sulla base di nessun riscontro mai emerso in questi anni. Fu lo stesso Antonio Logli, condannato a 20 anni in primo grado per l’omicidio e la distruzione di cadavere della donna, che sin dall’inizio dell’inchiesta, nel febbraio 2012, asserì agli inquirenti di non avere più rapporti con la moglie scomparsa, tanto da non ricordare neppure l’ultima volta in cui furono in intimità. La vita della giovane mamma fu scandagliata sin nei minimi particolari dal giorno della sua scomparsa, ma la sua esistenza fu definita sempre cristallina. Nessun uomo, dopo Antonio Logli, era più entrato nella sua vita. Ecco allora che le ultime voci avrebbero fatto indignare non poco la criminologa che, al settimanale diretto da Andrea Biavardi ha tuonato: “Ritengo che avanzare oggi questo genere di pseudo-argomentazioni, dopo che la condanna in primo grado nei confronti di Logli ha tratteggiato un quadro molto chiaro, sia gravissimo e offensivo nei confronti della memoria di una donna e di una mamma dalla vita cristallina”.
Il giudice, in merito a Logli, ha già evidenziato tutto ciò che pensa nelle motivazioni della sentenza di primo grado, dove ha definito l’uomo “un bugiardo” sottolineando i numerosi tentativi messi in atto al solo fine di “mistificare la realtà” fornendo spesso una versione dei fatti non corrispondente al vero e smentita dalle indagini. Per il gup, dunque, proprio le bugie di Antonio Logli sono state orientate a nascondere il vero movente del delitto della moglie, ovvero la crisi del suo matrimonio e la presenza dell’amante Sara Calzolaio. L’augurio della criminologa è che “soggetti con troppa fantasia” possano astenersi in futuro dal commentare un giallo, quello di Roberta Ragusa, molto doloroso per i risvolti che ha avuto.